Dalle mamme un dono a chi non vede di Barbara Morra
Dalle mamme un dono a chi non vede Dalle mamme un dono a chi non vede A Cuneo raccolta placente per curare le malattie degli occhi Barbara Morra CUNEO Dalla nascita di un bimbo alla cura di gravi traumi e patologie degli occhi: il collegamento e molto stretto ed è consentito dalla «Banca delle membrane amniotiche», attivata all'ospedale di Cuneo. La Regione l'ha recentemente riconosciuto come sede piemontese del centro che raccoglie, certifica e diffonde il materiale ricavato dalla placenta umana, essenziale per curare gravi traumi all'occhio, difetti della vista e per le preparazioni al delicato trapianto della cornea. L'unico punto di riferimento per il Nord nella raccolta delle membrane era, fino a poco tempo fa, solo l'ospedale di Mestre. A Cuneo sono 400 le neo-mamme che, in un anno, hanno la possibilità di dare un consenso informato per la donazione della placenta, da cui la membrana amniotica viene ricavata. «Questo numero corrisponde alla media delle pazienti sottoposte a parto cesareo - spiega Patrizia Indemini, referente della Banca delle membrane di Cuneo -. Solo in questo frangente è possibile utilizzare il prezioso tessuto. Il progetto è iniziato da alcuni mesi e già siamo sommersi dalle disponibilità. La donazione della placen¬ ta, che altrimenti verrebbe gettata, avviene in un momento di gioia per la donna e aggiunge felicità con un apporto di vita alla vita appena venuta al mondo». «L'ospedale Santa Croce di Cuneo è stato selezionato dalla Regione perché dotato delle più moderne tecnologie di crioconservazione (la membrana viene protetta a -MO'C) - spiega Mario Bassino, presidente del Rotary Club Cuneo, ente che ha dato l'input al progetto, in collaborazione con le Fondazioni bancarie della Provincia -. Sono allo studio nuovi utilizzi della membrana in altri campi medici».
Persone citate: Mario Bassino, Patrizia Indemini
Luoghi citati: Cuneo
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