Le medicine sono tante ma per pochi

Le medicine sono tante ma per pochi CONVEGNO A FARMACIA Le medicine sono tante ma per pochi Grazia Longo Numeri che fanno paura: 5,5 milioni di malati di Aids nel mondo, mezzo milioni di bambini morti per lo stesso motivo nell'ultimo anno e 2 milioni di morti per la tubercolosi, strettamente legata al virus Hiv. Il motivo è talmente semplice da risultare insopportabile: mancano le medicine, chi vive in Africa e in Asia non ha accesso alle cure che potrebbe salvargli la vita. Le cifre parlano da sole: il 90 per cento del denaro investito in ricerca e sviluppo di nuovi farmaci è destinato a problemi che riguardano solo il 10 per cento della popolazione mondiale (obesità, calvizie, impotenza, colesterolo e così vìa) mentre appena lo 0,2 per cento delle cifre stanziate è spesa per curare le infezioni che minacciano le popoladoni di Africa, Asia e Sud America. In attesa di una pohtica internazionale che provveda realmente al rispetto del diritto ai farmaci essenziali, molte organizzazione mediche, universitarie e umanitarie si stanno attivando per sensibilizzare l'opinione pubblica e per intervenire sul problema. Ieri mattina se ne è discusso nel convegno organizzato dalla Facoltà di fannada dell'università di Torino. Il preside Carlo Biechi, il professor Alberto Casco e la professoressa Roberta Frutterò hanno invitato esperti di vari settori per ribadire la necessità di assicurare assistenza sanitaria alle popolazioni povere. «Innanzitutto con il ' potenziamento della ricerca nel campo delle malattie tropicali - osserva la professoressa Frutterò - e il trasferimento in loco delle tecnologie necessarie». Sull'importanza dì «distribuire gratuitamente le medicine salva-vita nei paesi -del terzo mondo» interviene la dottoressa Raffaella Ravinetto di «Medici senza frontiere» (Msf in sigla) che aggiunge: «E una questione di proprietà intellettuale dei farmaci nuovi, sottoposti a brevetti e sotto il monopolio di alcune case produttrici: in molti paesi in via di sviluppo erano in vendita al prezzo dei paesi europei, impossibile per chi è povero». Ma preoccupazione emerge a anche sull'efficacia della ricerca farmaceutica nei Paesi ricchi. «Noi paghiamo sempre di più per avere sempre dì meno - sottolinea Nicoletta Dentico, direttore esecutivo di Medici senza Frontiere -. Aumenta l'innovazione tecnologica dei farmaci, ma non quella terapeutica». Tra le alternative operative c'è la Dndi, «Drugs for neglected diseases initìative», un ente no-profit dedicato allo sviluppo di farmaci per le «malattie dimenticate» - rappresentato ieri mattina da Bernard Pécoul - nato dalla collaborazione dei MSF, dell'Oms (Organizzazione mondiale della sanità) e dì diversi istituti di ricerca del mondo occidentale e dei Paesi in vìa di sviluppo.

Persone citate: Alberto Casco, Bernard Pécoul, Carlo Biechi, Grazia Longo, Nicoletta Dentico, Raffaella Ravinetto, Roberta Frutterò

Luoghi citati: Africa, Asia, Sud America, Torino