Via all'Europeo: Scolari gioca d'azzardo di Roberto Beccantini

Via all'Europeo: Scolari gioca d'azzardo PORTOGALLO-GRECIA, ARBITRA COLLINA. JOHANSSON: «HOOLIGANS ATTENTI O CACCIAMO GLI INGLESI» Via all'Europeo: Scolari gioca d'azzardo Roberto Beccantini inviato a LISBONA HANNO fatto la rivoluzione con i garafoni e oggi, trent' anni dopo, vorrebbero prendersi l'Europa con un dribbling. Che è èrma di distrazione, e non di distruzione. Dai tempi di Eusebio i portoghesi non sparano più. Si burlano dell'avversario, lo disarmano, lo irridono, lo risparmiano. Da Chalana e Futre a Figo e Rui Costa. Prossima fermata. Cristiano Ronaldo. Generazione dribbling, appunto. Mai, nella storia, il Portogallo era stato scelto come cuore di ima manifestazione: piccolo e delicato, faceva tenerezza. Adesso che è arrivato il suo turno, il Paese gonfia il petto e si mette in fila. Per votare, per sognare. L'avventura comincia a Oportò, contro la Grecia del tedesco Otto Rehhagel. Arbitro, Pierluigi Collina: tocca a lui tracciare il solco, e toccherà ai suoi assistenti, Ivaldi e Pisacreta, leggere il fuorigioco con lenti meno rigate di quelle che normalmente impiegano in Italia. Portogallo-Grecia e, a seguire, Spagna-Russia a FaroLoulé. Fuoco alle polveri, e già domani, a Lisbona, la prima partitissima: Francia-Inghilterra, Zidane contro Beckham, Veronique contro Victoria (qualche tabloid l'ha presentata così). Gli azzurri, in compenso, debutteranno lunedì, a Guimaraes: la Danimarca è la classica fatine delle fiabe, ai Mondiali del 2002 trasfonnò in zucche persino i bleus bi-campioni. Trap si è prostrato ai piedi di Totti in maniera così grossolana da suscitare bizzosi turbamenti. L'adulazione è sempre un'arma a doppio taglio: imbarazza i fedeh, moltiplica i serpenti. Nella conferenza di «rifinitura» tenuta a Oporto, Lennart Johansson si è rivolto agli hooligans. «Questa volta - ha dichiarato il presidente dell'Uefa - siamo preparati meglio che in passato. Il governo britannico ci ha assicurato di avere sotto controllo l'SO per cento dei tifosi in viaggio verso il Portogallo. Mi auguro, sinceramente, di non dover ricorrere a drastiche sanzioni come l'espulsione della Nazionale inglese». Porto, dunque. Città e squadra campione d'Europa. La tana di José Mourinho, il nuovo indirizzo di Luigi Del Neri. Da queste parti, il et Scolari non è quel che si dice un idolo. Ha scartato Vitor Baia, ha preferito Fernando Conto a Ricardo Carvalho e Rui Costa a Deco, pupilli locali, ha dovuto smentire un accordo clandestino con il Benfica. Se non vince, cavoli suoi. Per la cronaca, Deco sta sulle scatole anche a Figo: «E' un brasiliano, non uno dei nostri». Dovranno stanarci, ringhiano Dallas (Roma) e Karagounis (Inter). Rehhagel gioca all'italiana, difesa e contropiede. Nel girone eliminatorio, si è tolto lo sfizio di battere la Spagna a Saragozza (1-0), risultato che ha costretto le furiette rosse a spareggiare con la Norvegia. Il problema del Portogallo è il gol. Segna sempre la metà della metà del prodotto interno lordo della squadra, qualunque essa sia. All'epoca di Fernando Gomes e Jordao, le cose andavano un po' meglio, sì, ma non troppo. L'albo d'oro non si schioda dal terzo posto mondiale del 1966, firmato, timbrato e imbucato da Eusebio, e dalle semifinali europee del 1984 e 2000, quando Platini in un caso e Zizou nell'altro allungarono il sortilegio. Molto arrosto e poco fumo: ecco lo slogan. In effetti, il sole picchia forte e in panchina sarà vietato il tabacco. Si rischia la squalifica. Il 95*26 dei portoghesi è fiero di essere stato scelto quale Paese organizzatore, e il 41,396, addirittura, non disdegna di alzare la coppa, il 4 luglio a Lisbona. Il calcio lusitano (dal nome della popolazione più antica tramandatoci, forse originaria delle terre fra il Minho e il Douro) deve mondarsi da uno scandalo arbitrale che ha coinvolto il presidente della Lega, Valentin! Loureìro, e dalle tragiche morti «in azione» di Féher e Baiao, attaccante ungherese e giovane promessa del Benfica. Prima Figo, poi Raul. Si parte nel segno del Real. Lo stadio «do Dragao» si protende maestoso. Anche lì, nascosto tra i fili d'erba, c'è un seggio e si vota. Il et brasiliano campione del mondo esclude i big del Porto re d'Europa: fra questi il naturalizzato Deco che non piace a Figo