Nell'ombra c'erano altre Bestie di Satana

Nell'ombra c'erano altre Bestie di Satana BUSTO ARSIZIO, NUOVE RIVELAZIONI SULLA SETTA Nell'ombra c'erano altre Bestie di Satana Si indaga su tre-quattro ragazzi. «Forse sono morti» Brunella Giovara inviata a BUSTO ARSIZIO Ci sono altre Bestie di Satana da catturare. Sono ragazzi, adepti della setta che ha già ucciso almeno tre persone nel Varesotto. Tre giovani - forse quattro, tra cui una ragazza - finora non identificati, rimasti nell'ombra, praticamente sconosciuti persino alle forze dell'ordine, che si ritrovano a lavorare in un clima di omertà, di silenzi e «non ricordo». La procura di Busto Arsizio sta cercando queste persone, ma c'è un problema: potrebbero essere morte anche loro, inseguite dalla vendetta dei loro ex amici. «Suicidati», come è successo per i due ragazzi morti in circostanze strane è i cui fascicoli sono stati recentemente riaperti dopo l'archiviazione. Ma potrebbero anche essersi rifatti una vita, e aver dimenticato (o rimosso) quella fetta della loro vita che risale alla fine degli Anni '90, quando frequentavano il «Midnight» di Milano, si radunavano nei boschi per i riti delle «Bestie», quando progettavano gli omicidi di cui, ora, potrebbero essere accusati assieme agli altri già arrestati o indagati a piede libero. «Tutti sapevano che quella sera era il momento stabilito per uccidere Chiara Marino*' e'Fabio Tollis, racconta il pentito del gruppo Andrea Volpte. Tutti 'òhi? Dir sicuro quelli'dié'la-aérà 17 gennaio '98 partirono dal «Midnight» per il bosco di Somma Lombardo., a bordo della vecchia Fiesta di Volpe. Un equipaggio di cinque persone: Andrea Volpe, Nicola Sapone, il minorenne Mario M., e le due vittime designate, cioè Chiara e Fabio. Ma ci sono anche altri che sapevano «cosa dovevamo andare a fare nel bosco». Di sicuro i tre indagati a piede libero, indicati dal giudice per le indagini preliminari Toni Novik come «istigatori o detenninatori»: Paolo Leoni, detto «Ozzy», Marco Zampollo. Eros Monterosso. Più altri tre-quattro individui, ragazza compresa. Per capire megbo bisogna tornare alla sera dell'omicidio, al pub «Midnight» che tutti frequentavano per bere una birra (di solita corretta all'acido), suonare e ascoltare musica heavy metal. U locale dove sarebbe stata decisa l'operazione, dal quale partì l'equipaggio della Fiesta. A «salutare» il gruppo, secondo la procura, ci sarebbero state anche quelle persone, di cui Volpe ha però una memoria molto vaga. Di imo ricorda il nome - Massimo - ma di altri ricorda appena le facce, e infatti dichiara: «Erano ragazzi sicuramente affiliati alla setta, ma li conoscevo appena perché era l'ultimo arrivato nel gruppo, in quell'inverno del '97. woordo Massimo, ma non il cognome». Gli altri? «C'era una ragazza, ma non so chi sia, e altri due che conoscevo di vista, non di nome. All'epoca loro mi tenevano all' oscuro dimolte cose». Quella sera però «tutti sapevano che ci sarebbe stata l'operazione nel bosco», compresi i trequattro sconosciuti a cui gli inquirenti stanno ora faticosamente risalendo. Come quel Massimo M., un giovanissimo allora residente in un Comune dell'hinterland di Milano. Rintracciato, Massimo ha detto di ricordare quella sera, ma di non essere stato a conoscenza del progetto di uccidere: «li ho visti partire sulla Fiesta, questo sì. Ricordo che Fabio telefonò al padre e gli chiese il permesso di dormire fuori Ma suo padre gli chiese di non farlo, e che stava arrivando per riportarselo a casa. Purtroppo arrivò cinque minuti dopo che erano già partiti». Oltre a Massimo, ci sarebbe un tale M. L., che già allora era più vècchio degli altri adenti, e abitava dalle parti di Legnano. E la ragazza, che potrebbe chiamarsi Simona, o un nome simile'.'Etm Luca, non meglio identificato. «TXitti, ma proprio tutti, avevano partecipato alla "delibera" dell' omicidio», assicura Volpe. E che fine hanno fatto, quei tre-quattro? «Non lo so», risponde lui agli inquirenti. «Io li ho persi di vista. E' possibile che si siano sganciati dalla setta, e abbiano fatto la loro vita». Una vita nuova, lontana dai riti satanici e dalle altre in- combenze che toccavano ai seguaci di Satana. Una vita pericolosa e faticosa, a pensarci bene ora, nella quiete di una cella. Tanto che, adesso che sono in galera, molti di loro tirano un respiro di sollievo, perché «è finalmente finito quelTincubo», frase che molti hanno già pronunciato davanti ai difensori, ai magistrati e anche ai genitori. Lo dice Andrea Volpe, che da tempo voleva tirarsi mori dalla setta e infatti si era trovato un onesto lavoro in un ricamificio della zona. Lo dice Pietro Guerrieri, ipandato dagli altri a scavare là ftìsSa per Chiama e Fabio( attività che lo aveva stancato parecchio), poi terroriiiato dalle possibili conseguenze di quella sua partecipazione al progetto a cui non aveva personalmente assistito (non lo avevano convocato), ma poi testimone dell'esultanza della banda, a cose fatte. «E devo ammettere che purtroppo ho esultato anche io, al pub quando festeggiammo la riuscita delloperazione». E si dice sollevato dall'arresto anche il minorenne Mario, che temeva la vendetta degli altri e quella sera, nel bosco, arrivò a pensare che volessero uccidere lui, non gU altri due. La vita del satanista è dura, insomma, e piena di pericoli imprevisti come l'arresto (che nessuno di loro si aspettava). Ma anche prima, tra le prove della band «Circus of Satans» (subito naufragata), le rapine agli spacciatori e agli altri tossici della zona, il piccolo spaccio tra amici, i riti nei boschi. Uno di loro ha raccontato «passavamo ore e ore a rintracciare i punti cardinali per poi poter tracciare il pent^cplo, simbolo di noi satanisti». E la scelta del giorno giusto perfàfe il «sacrificio umano»? Ora1' si "èeòpre che novera taùttì legata alla luna nuova (o luna nera, prediletta dai satanisti). Racconta un arrestato: «Più che altro avevano finalmente finito di scavare la buca, e ci avevano messo più tempo del previsto perché era un lavoro molto faticoso. Quando gli scavatori hanno finito, allora siamo stati pronti per uccidere». La lima nera c'entra poco, o niente. «Quella sera tutti sapevano che ci sarebbe stata l'operazione nel bosco e l'omicidio di Chiara e Fabio Suo padre arrivò cinque minuti dopo che erano partiti» II pentito del gruppo di satanisti Andrea Volpe A destra Nicola Sapone dopo l'interrogatorio cui è stato sottoposto dai magistrati Inquirenti nei giorni scorsi

Luoghi citati: Busto Arsizio, Legnano, Milano, Somma Lombardo