L'aristocratico gentile che disegnava abiti esclusivi e per tutti

L'aristocratico gentile che disegnava abiti esclusivi e per tutti 2A L'aristocratico gentile che disegnava abiti esclusivi e per tutti Fin da bambino si divertiva ad accompagnare la madre alle sfilate Tra le mura domestiche inventava e cuciva modelli per zie e cugine Adorava acquistare case, ne possedeva ormai in tutto il mondo ritrattò Zhìara Berìa di Argentine DI che superba stoffa fosse fatto, l'eclettico e giramondo Eduard Egon von und zu Fiirstenberg, il principe stilista scomparso ieri a soli 58 anni, all'ospedale Spallanzani di Roma, circondato dall'affetto dei figli Alexander e Tatiana e dell'ex moglie e grande amore della sua vita. Diane Halfin, lo ha dimostrato fino all'ultimo. Sabato 29 maggio, nonostante il suo fisico fosse ormai già tanto provato, Egon aveva lasciato Sirmione, sul Lago di Garda, dove era andato a ristabilirsi dopo la brutta polmonite presa in Tunisia e un mese di ricovero all'ospedale romano. Non voleva mancare, lui che aveva sempre tanto amato i radimi della sua grande famiglia, a un appuntamento tristissimo: il funerale dello zio, Umberto Agnelli. Protetto dalla curiosità degli estranei, sorretto dalle amatissime cugine Ilaria, Samaritana e Delfina Rattazzi, aveva seguito, pur così sofferente, fino alla fine la cerimonia al cimitero della famiglia Agnelli, a Villar Perosa. «Quel giorno mi confidò che la malattia gli aveva insegnato tante cose; che ciò che nella vita è davvero importante non sono i soldi o il potere ma che persona sei, che cosa hai dato agli altri», racconta; ora in lacrime Delfina Rattazzi. Podhi'gibt-ni dopo le sue condizioni erano peggiorate. Tornato in ospedale a Roma, il figlio di Clara Agnelli e del principe austriaco Tassilo von und zu Fùrstenberg, uomo famoso per la sua frenetica voglia di Vivere e perla sua infinita generosità, non ha mai smesso - anche a poche ore dalla morte - di pensare agli altri, di dare consigli ai suoi cari, ai suoi amici. «Ho parlato con lui l'ultima volta giovedì pomeriggio. Aveva la voce stanca eppure non un solo lamento. Anzi, si è preoccupato di chiedenni come stavo. Egon, era così, era un grande signore. Gli ho voluto un bene immenso», dice la principessa romana Claudia Ruspoli, sua amica di sempre. Una volta, poco tempo fa -, continua Ruspoli - gli chiesi se era pentito di alcune sue scelte, se avrebbe rifatto tutto. Mi rispose: "Ho avuto una vita stupenda". Era tutt'altro che un frivolo, aveva un gran senso della responsabilità e della disciplina; ha sempre tenuto i piedi ben per terra». Nato a Losanna il 29 giugno 1946, dal matrimonio di Tassilo Fiirstenberg con Clara, nipote del fondatore della Fiat, senatore Giovanni Agnelli, il piccolo, un mix di sangue austriaco-piemontese, fu battezzato con i nomi del nonno materno, Edoardo Agnelli, ed Egon, suo nonno paterno. Padrino di battesimo lo zio, l'avvocato Gianni AgneUi. «Il presente si costruisce sul passato così cóme il passato è stato costruito sui tempi che lo hanno preceduto», aveva fatto, scrivere in caratteri gotici, nella sua casa di Milano. Forse un modo per svelare un po' di se stesso, di chi era ben consapevole delle proprie radici ma le viveva come una responsabilità, non un privilegio. Cresciuto nella villa materna a Marocco, vicino a Venezia, le indimenticabili lunghe e febei estati con i fratelli Ira e Sebastian e la tribù di cugini e tate nella villa Agnelli a Forte dei Marmi ' {«ff?acovo:banda*,!raccontc(^tìJt ' pò fa, «con Ruy Brahdolini e Marco Camerana. I grandi? Chi li vedeva mai, perfino sulla spiaggia la tenda delle signore e delle mamme èra lontana dalla nostra dei ragazzi»), Egon, che dopo la separazione dei genitori andò a studiare in Svizzera, a Le Rosey, era destinato per censo d'ambo i rami famihari (i Fùrstenberg in Bassa Sassonia possedevano 21 castelli) a fare l'ambasciatore se non il manager. «Credo che mio zio Gianni avrebbe preferito per me - ha detto in un'intervista - una carriera militare, da ufficiale». Ma lui che amava autodefinirsi con ironia «un avventuriero, la pecora nera della famiglie. ),. fin da ragazzino era afiar,cmato dalla moda: lo stile di Balenciaga, i colori fantastici di un amico di famiglia, il marchese Emilio Pucci. Accompagnava cosi la madre, Clara, alle sfilate dell'alta moda e, tornato a casa, inventava vestiti per zie e cugine. «Non mi faccio condizionare dalla moda, cerco di fare moda», amava dire ormai da affermato stilista Fùrstenberg. E da vero aristocratico, aggiungeva: «Tengo ben presente u prezzo perché trovo noioso vestire solo l'elite». Sposato nel luglio 1969 con ima fascinosa ragazza belga, Diane Halfin, che aveva conosciuto a Ginevra, Egon, in verità, aveva provato per anni e, secondo il suo stile, tenacemente a costringersi in un altro abito. A New York, dopo la laurea in economia e commercio, lavorò per quattro anni alla Chase Manhattan Bank («mio zio Gianni mi aveva aiutato molto a entrare»): bella casa, moglie affascinante, due figli splendidi, grandi party. Allo stile di vita dei giovani principi Fùrstenberg, il settimanale «New Yorker» dedicò, nel 1973, un servizio di copertina. Poi, la svolta. La separazione dalla moglie (nell'83 si risposò con l'americana Lynn Marshall, ma anche quel matrimonio finì presto) e il lavoro nella moda cominciando dal primo gradino, come compratore per taglie forti per il grande magazzino Macy. «Sono sempre stato molto serio nelle mie decisioni», ha spiegato anni dopo il principe. Lo intuì anche l'avvocato AgneUi: «Quando gli dissi che volevo lasciare la banca per la moda mi rispose: "Per avere successo, bisogna fare ciò che slama"». Grande tifoso juventino («lo ero già prima di nascere»), ospite magnifico nelle sue tante fase da Miami a Cari reyes, ih Messico («non capisco di Borsa, preferisco investire in case») Fùrstenberg quest'inverno era stEto a lungo in Brasile, dove aveva comprato le sue ultime due, amatissime case. | Tra pochi giorni, come ogni anno, sarebbe andato nel castello di Strobl, in Austria, 800 ettari di boschi e prati intorno a un lago comprati dal nonno Karl, ambasciatore d'Austria a Bruxelles ai tempi di Francesco Giuseppe. Per i suoi tanti amici (tra gli italiani Marina PignateUi, Giovanna Deodato, il designer di gioielli Cesare Barro, Guya Sospisio, Marta Brivio Sforza) nei giorni del festival di Salisburgo, voleva organizzare - come ogni anno - gite e balli. Ci sarebbero stati anche gli amatissimi figli, i nipotini. Lì, a Strobl, il principe gentile che detestava le maschere e le bugie e sapeva, anche in mezzo alla più stupida delle feste, riconoscere l'amica che aveva bisogno di un suo sorriso, di una sua parola di conforto, riposerà per sempre. Raccontava spesso le sue estati a Forte dei Marmi nella villa degli Agnelli con fratelli e cugini Egon von Fùrstenberg tra due sue modelle