L'astronauta, buona forchetta
L'astronauta, buona forchetta «ALTA CUCINA» IN SENSO LETTERALE E FIGURATO L'astronauta, buona forchetta DOPO DECENNI DI CIBI INSIPIDI, NELLO SPAZIO INIZIA UN'ERA AUMENTARE NUOVA L'ESIGENZA GASTRONOMICA E' POSTA DALLE LUNGHE PERMANENZE IN ORBITA Pino Zappala Lf ACQUA che bevono i cosmonauti russi e gh astronauti americani non è la stessa, ma, almeno nel caso di queUa consumata a bordo deUa Stazione Spaziale Intemazionale, proviene dalla stessa regione italiana: U Piemonte. Nel programma ATV (Automated Transfer Vehicle) Alenia Spazio è responsabile del "Cargo Carrier", ossia deUa metà del veicolo, che serve per U rifornimento di propellente, acqua e aria per gh equipaggi. Un accordo è stato firmato da Alenia Spazio con la SMAT (Società Metropolitana Acque Torino) per la fornitura di due tipi di acqua rispondenti a specifici requisiti, rispettivamente russi e statunitensi. Questa unità, denominata «Jules Veme», effettuerà U primo volo, con l'Ariane 5, nel giugno del 2005. Infatti per gh standard definiti dai russi, l'acqua può essere più mineralizzata, per questo è stata individuata come acqua di partenza queUa proveniente da un pozzo di CoUegno, mentre gh statunitensi hanno optato per l'acqua di Pian deUa Mussa, più povera di minsrali. Su un altro aspetto deU'alimentazione invece cosmonauti e astronauti concordano: mangiare neUo spazio è un'attività priva di piacere. Gh alimenti hanno un aspetto poco appetibile, la masticazione non dà soddisfazione, per non parlare del gusto in senso stretto. La tecnologia alimentare spaziale attuale prevede infatti deUe polveri disidratate da bagnare e succhiare come frappé o, deUe barrette compresse da sgranocchiare, con un elevato standard di sicurezza, ma ottenuto a scapito del gusto. Con l'avvento del turismo spaziale, attività di cui i russi sono pionieri, e l'avvicinarsi della prima missione umana su Marte, prevista intomo al 2020, è inevitabUe la richiesta di requisiti di mighore abitabilità, di cui U cibo rappresenta un elemento fondamentale. Si pone quindi U problema di un'alimentazione che tenga anche conto del complesso sistema di sensadoni visive e tattih che completano la percezione umana del gusto. Detto, fatto: si mettono al lavoro gh itahani universalmente riconosciuti come i più bravi a far quadrare qualità dietetica e buon gusto, tanto da smentire Mark Twain, U quale sosteneva che l'unico modo per mantenersi in forma è mangiare ciò che non piace. Dopo numerosi e severi test a terra, U lancio deUa Soyuz deUo scorso aprile ha portato sulla Stazione Spaziale intemazionale, dove è stato sperimentato per la prima volta, U "Menù delfastronauta", composto da una serie di alimenti deUa dieta mediterranea. Pur essendo preparati in confezioni compatibili con le condizioni estreme di conservazione e consumo neUo spazio, questi alimenti conservano tutte le caratteristiche nutrizionah e di gusto dei tradizionali prodotti freschi e, cosa più importante di quanto non si possa percepire. sono stati mangiati da un cosmonauta russo usando forchetta e cucchiaio, in stUe terrestre, o "earth-like" come amano dire gh anglofili. La sperimentazione fa parte del progetto Mediet (dieta mediterranea), una coUaborazione tra Coop Italia, l'Agenzia Spaziale Russa, U Consorzio IACSA deU'Università di Firenze (International Advanced Center for Space Apphcation), responsabile per lltaha deUa commercializzazione di spazi a bordo della stadone spaziale intemazionale); e la SSICA (Stazione Sperimentale per l'Industria deUe Conserve Alimentari), un ente pubblico per la diffusione deUa tecnologia alimentare, con sede a Parma. Insomma si tratta di mettere d'accordo i tecnid deU' alimentazione spaziale e quelli terrestri, una bella sfida. Ecco U menù: pomodoro pachino, piadina romagnola, pecorino toscano, pesche e gianduiotto. Un vero e proprio self service deUo spado: niente siringhe e cannucce, ma monopordoni in vassoio vincolato al tavolo, derivanti da una nuova tecnologia di pastorizzazione dei cibi ad altissima pressione, 6.000 atmosfere (per avere un metro di paragone, U fondo deUa fossa deUe Marianna raggiunge solo le 1.000 atmosfere), e bassa temperatura (circa^ C),m grado di distruggere i microrganismi patogeni eventualmente presenti senza impiego di additivi. In questo modo i valori nutrizionah rimangono inalterati e le caratteristiche organolettiche (gusto) dei prodotti sono rispettati. Rispetto ai trattamenti convenzionah, che prevedono riscaldamenti a 80-90 'C (una vera e propria cottura) per ottenere gh stessi effetti, i vantaggi sono evidenti. ANCHE IL NASCENTE TURISMO SPAZIALE RICHIEDE DEI PIATTI UN PO' PIÙ' APPETIBILI
Persone citate: Carrier, Detto, Mark Twain, Pino Zappala, Space
Luoghi citati: Firenze, Italia, Parma, Pian Deua, Piemonte, Torino
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