Br, la storia finora taciuta

Br, la storia finora taciuta Br, la storia finora taciuta Si accumulano i libri, racconti spesso stereotipati dove ogni voce è, in un certo senso, attesa e dovuta OCCUPARSI deUe ricostruzioni storiche e memorialistiche dedicate alle Brigate rosse significa sempre aprire pagine dolorose. Non solo: è pressoché scontato accendere polemiche, registrare confliggenti valutazioni. Come dimostra questa lettera inviataci da Giovanni Fasanella: «Caro TtatoMfcri, leggo sul numero di sabato 22 maggio questo giudizio su Alberto Franceschmi, fondatore delle Brigate rosse e autore (con il sottoscritto) del libro-intervista Che cosa sono leBr: "Colpisce di quest'uomo (...) la elementare e semplicissima griglia interpretativa che va ad utilizzare. La sua ricetta di ricostruzione del passato è data da un mixage di aneddoti personali, di divagazioni ideologiche, di dietrologia spesso disancorata da asseverati riferimenti". Giudizio del tutto legittimo e io lo rispetto, anche se ovviamente non lo condivido. Però penso che i tuoi lettori debbano almeno sapere che cosa dice Franceschini. Racconta la sua infanzia e la sua adolescenza in una famigha comunista nella città più comunista d'Italia, Reggio Emilia. Descrive la doppiezza che caratterizzava il Pei degh Anni Cinquanta e Sessanta, il conflitto tra l'anima democratica e nazionale e quella stalinista e filosovietica. Bicostruisce i rapporti con i partigiani seguaci di Pietro Secchia... Insomma, parla dei primordi del terrorismo di sinistra in Italia. Racconta come, quando e dove nacquero le Br. Ritrae i personaggi suoi compagni di avventura (da Renato Curdo a Mara Cagol, da Mario Moretti a Prospero Gallinari). Ne rivela le ambiguità e le stranezze di comportamento. Bicostruisce le dinamiche dei rapporti tra loro. Rivela che. Giangiacomo Feltrinetti era 'V uomo ài cofiegameBlo tra il vertice brigatista e i paesi comunisti; e che, dopo la morte dell'editore milanese, quel ruolo lo assunse in qualche modo Corrado Corghi, un ex dirigente della De emiliana, molto ben introdotto in Vaticano e amico di Fidel Castro. E poi racconta l'altra storia delle Br, quella che inizia a Pinerolo nel 1974, dopo il suo arresto e quello di Curcio, e che arriva fino all'operazione Moro. La storia legata al nome di Moretti e a quello di uno strano istituto di lingue italofrancese, Hyperion, il "cervello politico" delle Brigate rosse con ogni probabilità attivo ancora oggi... Dietrologia? Franceschini indica rigorosamente le fonti a cui attinge le sue informazioni: i ricordi personah; le confidenze dei suoi ex compagni; i documenti delle commissioni parlamentari d'inchiesta (per esempio l'audizione del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, poco prima che venisse assassinato); gh atti delle indagini condotte da ben 5 magistrati (Guido Calogero a Padova, Rosario Priore a Roma, Carlo Mastelloni a Venezia, Guido Salvini e Antonio Lombardi a Milano). La "griglia interpretativa" che utilizza Franceschini sarà pure "elementare" e "semplicissima". Non lo so. Ma voghamo dargli atto che è l'unico, tra gh ex dirigenti deUe Br, che prova a raccontare quello che sa, raccogliendo insulti e rischiando a volte anche la pelle? Certo, molti altri potrebbero dire cose più intelligenti delle sue. Per esempio quei "raffinati cervelli" che durante gh armi di piombo affiancarono le Brigate rosse o addirittura le diressero, secondo i sospetti estemati nel ventesimo anniversario degassassimo di Moro, in un solenne messaggio aUe Camere, da un presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro. Ma quegli "intehettuali" non parlano perché, come dicono a Roma, Iharmo sfangata. Voghamo invitarli a uscire finalmente allo scoperto? Se non altro, per fornirci una "griglia interpretativa" più sofisticata». Sì, indubbiamente Alberto Franceschini racconta molte cose importanti di sé. Lo ha fatto in diversi libri e in numerósissime interviste. Tra queste queUe che, nel corso del tempo, ha rilasciato a Giovanni Fasanella. Non solo le interviste che appaiono nel volume appena pubblicato dalla Bur ma, ad esempio, anche in quelle apparse sul sito "www.dagospia.com" e che mi sembra siano confluite, in buona parte, nel libro ora uscito. Bivelazioni, dunque, un pochino già rivelate. Franceschini - è vero - parla volentieri e rigorosamente, come dice Fasanella, delle sue esperienze. Di altre cose Franceschini non parla. Ad esempio nel libro non trovate i nomi di Giuseppe Mazzola e Graziano Giralucci, uccisi dalle Br a Padova 0 17 giugno 1974, da un commando delle Brigate Rosse, in una sede del Msi. Eppure è la prima volta che le Br uccidono. Si badi bene, non stiamo parlando deUe "nuove" Br, infiltrate, secondo Franceschini, da Moretti. E dalle potenze dell'Est, dal Sud,dalSud-Est. No, come viene allora ufficializzato con tanto di comunicato, il duphee omicidio di Padova è un'azione delle Br storiche, quelle che vedono al loro timone, sino a tutta l'estate del 1974, il vecchio nucleo di Curcio e di Franceschini. Non so perché non se ne parli, non se ne chieda. Non ho ipotesi in merito. Vado solo a constatare come certe verità, e ricostruzioni, non sono mai senza elusioni. 0 amnesie. Ma la cosa, francamente, mi sembra scontata. Più interessante notare come, su questi capitoli tragici della nostra storia, ad ogni nuovo proporsi di testimonianze, e di voci che completano dettagh e aggiungono verità personah, si metta in scena qualcosa di molto antico e che concerne, più che la storia, 1 caratteri originari dell'essere italiani. Che si tratti della caduta di Mussolini o del rapimento, e della morte di Moro, di Caporetto c dell'ammazzamento di Giuliano, non si sfugge all'impressione di un racconto stereotipato dove ogni voce è, in un certo senso, attesa e dovuta. Costituisce un progressivo completarsi di una rappresentazione che corre lontano dalla storia, dalla contemporaneità, proprio mentre asserisce di volervi contribuire con obiettività. Da questo punto di vista la sempheità, dentro la tragedia italiana delle Br, delle testimonianze e delle molte memorie di Alberto Franceschini, è data dal suo struggente, inconsapevole impersonarsi nell'antico volto del "Bertoldo imbertoldato". Come altri semphei, prima di lui, l'allora giovane Franceschini approda alla corte dove crede si spartisca il futuro e il potere, seppur alternativo e rivoluzionario. Scoprirà poi come dietro i panneggi dei primattori e dei comprimari fossero altri scettri, troni, e nascosti manovratori. Soprattutto ci sono altre astuzie più sagaci e sperimentate di quelle del Bertoldo intenzionato a colpire il cuore del SIM (Stato Imperialista Multinazionale). Giovanni Fasanella contesta che Franceschini nel saggio-intervista sulle origini del terrorismo di sinistra in Italia abbia fatto dietrologia: «Indicate rigorosamente le fonti a cui attinge le sue informazioni». Ma non pochi sono i silenzi: per esempio, non si dice nulla sui primi omicidi, a Padova nel giugno 1974 Alberto Franceschini, a sinistra con Maurizio Paolo Ferrari al processo contro le Br nel 1978 G. Fasanella -A. Franceschini Che cosa sono le Br Rizzoli Bur futuro/passato pp. 240,1-8.50