Sussidio per politici disoccupati di Lietta Tornabuoni

Sussidio per politici disoccupati PERSONE Sussidio per politici disoccupati Lietta Tornabuoni f'APITERÀ che sabato e ^ domenica, alle elezioni, alcuni vengano sconfitti. Capiterà che gli elettori non rinnovino loro il mandato. In questo caso, speriamo che non imitino l'ex direttóre della Cia George Tenet: un uomo che ha avuto tanti di quei guai, per aver ritenuto indispensabile tenere mano a Bush sulle fantomatiche armi di distruzione di massa esistenti in Iraq ed avere poi pagato per tutti il prezzo dell'inganno perdendo anche il posto, da far sembrare ogni critica sleale e malvagia. Ma, a parte l'osservazione antipatica che è rischioso sostenere le bugie dei presidenti e che chi è causa del suo mal pianga se stesso, fa una certa impressione che, non diversamente da altri prima di lui, il direttore Tenet, fatto fuori dopo sette anni a capo della Cia, abbia dichiarato: «E' ora di tornare alla famiglia». Bella idea. Come se la famiglia, sempre esaltata soprattutto negli Stati Uniti come parte essenziale della vita di un uomo, fosse quasi un sanatorio o una casa di riposo dove chiudersi in momenti professionalmente negativi; còme se fosse un ripiego. Un farmaco nella sconfitta, e come se la famiglia stessa non potesse che gioire del ritorno del suo capo perennemente latitante. In casi analoghi, esisteva una sola alternativa: chi non parlava della famiglia, parlava di «dedicarsi ai prediletti studi». Cultura e affetti come sussidio di disoccupazione, come rimedio alla perdita e al vuoto. ALABARDA Alberto Staterà, direttore del «Piccolo», il quotidiano di Trieste, ha voluto chiedere in un'intervista all'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga maggiori dettagli su una faccenda presentata come storica: il piano 1976-77 per cedere Trieste all'Unione Sovietica. Cossiga, allora ministro dell'Interno in un governo Andreotti, dice di aver elaborato personalmente il Piano Alabarda poi presentato alla Nato: «Prevedevamo che alla morte di Tito ci sarebbe stato un intervento dell'Urss per annettersi la Jugoslavia e che con qualche scusa i comunisti avrebbero sconfinato a Trieste, perché avevano bisogno di un gran porto adriatico». Il Piano Alabarda di Cossiga prevedeva, per evitare guerra e sangue, la cessione di Trieste, lo sgombero delle forze armate anche da tutto il Friuli Venezia Giulia, un accordo riservato con Austria e Germania per regolare il traffico degli emigranti jugoslavi che volessero rientrare. Circa venticinque anni dopo il ritorno di Trieste all'Italia, si era prónti a cedere la città ai sovietici. L'Urss pretese Trieste? Mai. Procedette ad annettersi la Jugoslavia? Neanche per sogno. Il Piano Alabarda rimase quel che era, un'invenzione, un fantasma, un gioco, uno svago. Voi vedete in che mani siamo stati, siamo.

Persone citate: Alberto Staterà, Andreotti, Bush, Cossiga, Francesco Cossiga, George Tenet, Tenet