«La bomba è la risposta alla liberazione degli ostaggi»
«La bomba è la risposta alla liberazione degli ostaggi» A BOLOGNA E POLEMICA PER UNA FRASE DEL SOTTOSEGRETARIO BERSELLI «La bomba è la risposta alla liberazione degli ostaggi» An durissima. Cofferati: siamo sereni, gli altri facciano quello che vogliono Fabio Potetti inviato a BOLOGNA Nemmeno Beppe Grillo si era eccitato per questo duello tra il «Guazza» e il «Cinese», mai un faccia a faccia, mai un attacco diretto, mai nemmeno chiamarsi per nome: «Formidabili questi candidati: uno inaugura e non ascolta, l'altro ascolta e non parla». Poi è scoppiata la bombetta in piazza Maggiore. Poi è arrivato il sottosegretario alla Difesa Filippo Berselli di An, numero uno del partito in Emilia, che ha acceso le polveri: «Questa bomba è la risposta alla liberazione degli ostaggi, un successo italiano, un successo del governo». Di più: «C'è un filo rosso che parte dal movimento no-global che ha contestato Bush a Roma. Non dico e non penso che dietro ci sia la coahzione che sostiene Sergio Cofferati, ma è certo che la collocazione politica di chi ha messo la bomba è rossa, non rosa». Almeno il sottosegretario di An è sincero, in questo mare di melassa dove a Gianfranco Fini arrivano le telefonate di Fau¬ sto Bertinotti e gli auguri della Cgil e dell'Anpi di Bologna. Dove Antonio Di Pietro si riprende piazza Maggiore la sera dopo - «E' la nostra risposta al terrorismo» - e dove il sindaco ih carica Giorgio Guazzaloca al mattino corre in ospedale da uno dei feriti e poi giura: «Questa bomba non cambia il clima politico. E' solo un episodio isolato». Almeno il sottosegretario Berselli è sincero, quanto il gestore del bar La linea sotto palazzo Re Enzo a un passo da piazza Maggiore, che l'altra sera a Gianfranco Fini che gli passava a un metro ha gridato dopo la bomba: «Bravi. Bella provocazione». Ricevendo in cambio un'occhiattaccia e una parola di dieci lettere che inizia con«vaffa». Sergio Cofferati non degna di una virgola il sottosegretario Berselli: «Spero che la magistratura faccia presto ad individuare i colpevoli di quell'atto demenziale e speriamo che nessuno si eserciti in strumentalizzazioni e interpretazioni. La mia è stata una campagna elettorale composta. Da parte nostra continuerà così. Gh altri faccia¬ no quello che vogliono». E come da programma, alle due del pomeriggio incontra i dipendenti della Provincia, alle quattro va in un centro anziani al Pilastro e alle sei arriva ad un convegno alla Camera del lavoro insieme al segretario della Cgil Guglielmo Epifani: «Questa è una grande città che merita un sindaco giusto come Sergio». Sulla bomba dice poco, tranne la «condanna assoluta» di tutti. Però il furioso j'accuse del sottosegretario Berselli a vma parte della sinistra brucia. Il movimento no-global ci mette un niente a rispondergli per le rime. Lo fa attraverso il portavoce del Bologna Social Forum Valerio Monteventi, consigliere indipendente di Rifondazione a palazzo D'Accursio, in lista anche questa volta per sostenere Cofferati: «Il 2 giugno ero a Roma a fischiare. C'è chi ha parlato di flop, poi hanno dovuto ammettere che con quel corteo pacifico il movimento ha saputo essere responsabile. Le parole di Berselli sono gravissime. Il movimento non c'entra con le bombe. Cercano di strumentalizzare que¬ ste cose a fini elettorali perchè sanno di perdere a Bologna». I sondaggisti di sinistra dicono che Sergio Cofferati ce la fa al primo turno. I sondaggisti di destra, sostengono che se si va al ballottaggio Giorgio Guazzaloca potrebbe vincere come nel '99, quando fece girare il vento a Bologna «la grassa e la rossa», per la prima volta in cinquanta anni. I sondaggisti di destra e di sinistra non sanno cosa faranno quel 160Zo di elettori che sembra intenzionato a non andare a votare. Il bolognese Giuliano Cazzola, nemico storico di Cofferati dentro la Cgil, oggi ai vertici dell'Inps e commentatore politico, assicura che non sarà questa bombetta a spostare voti: «Il voto amministrativo è legato a quello europeo e ai grandi temi internazionali, l'Iraq, gli ostaggi... Certo a Bologna la situazione è delicata». . A Bologna ci sono state le bombe sotto casa di Romano Prodi firmate dagli ànarco insurrezionalisti. Poi qualche giorno fa c'è stato un volantino anonimo che accusava Sergio Cofferati di essere il mandante dell'omicidio Biagi. Poi ci sono state le polemiche innescate dalla vedova dell'economista ucciso dalle Brigate rosse e l'appello di Giorgio Guazzaloca che ha chiesto consensi anche a sinistra, sfruttando il voto disgiunto consentito dalla legge elettorale. Alla fine è arrivata anche la bombetta in piazza Maggiore a mettere un pò di pepe sulla coda di questa campagna elettorale. Sempre che, chi si è divertito con così poco al comizio di Fini dell'altra sera, abbia qualche interesse a far vincere il «Guazza» o il «Cinese». PsgaCdsdulcsseaMppcasf« Bologna; l'ordigno è appena esploso accanto al palco dove sta parlando Fini
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