Si fa largo la pista anarchica di Franco Giubilei

Si fa largo la pista anarchica Si fa largo la pista anarchica Franco Giubilei corrispondente da BOLOGNA C'è anche la pista anarco-insurrezionalista fra quelle seguite dagli inquirenti bolognesi che stanno indagando sull attentato contro Gianfranco Fini. E' una delle ipotesi, fanno sapere in ambienti investigativi, anche se il tipo di ordigno che martedì sera ha provocato il ferimento di otto persone durante il comizio in piazza Maggiore, in realtà, è diverso da quelli utilizzati in cassato. L'analogia coi pacchi jomba spediti a Romano Prodi e ad altri rappresentanti Uè lo scorso gennaio, 0 con la pentola esplosiva fatta ritrovare vicino alla questura di Bologna nel 2001 - tutti rivendicati da formazioni anarchiche estremiste - si limita al fatto che anche in questo caso si tratta di ima bomba confezionata con metodi "fai da te". Perché la matrice anarco-insurrezionalista trovi conferma dunque si aspetta ima rivendicazione che finora non c'è stata. Secondo le indagini della Digos l'ordigno che è esploso sotto il camper elettorale dell'on. Enzo Baisi, a pochi metri dal palco dove stava parlando il vicepremier, era composto da una bottiglia di plastica piena di liquido infiammabile, collegata a polvere pirica che è stata innescata da una o più pile elettriche. A esplodere è stata solo la polvere, altrimenti i danni sarebbero potuti essere più gravi. Non c'era un timer, il che fa pensare che l'attentatore abbia agito a manifestazione già iniziata, tanto più che la piazza era stata passata al setaccio prima del comizio: i controlli di bonifica degh artificieri e delle unità cinefile si erano soffermati con particolare attenzione proprio intomo al palco e al camper di Raisi. Ora gli investigatori stanno visionando le riprese delle telecamere che tengono d'occhio costantemente piazza Maggiore. Il capo della procura di Bologna Enrico Di Nicola ieri ha tenuto a precisare che «non si tratta di un ordigno che avrebbe potuto detenninare una strage, non può essere ricondotto a episodi stragistici. Si è trattato di un'intimidazione, di un atto sprovveduto, violento, che a mio avviso tende a determinare confusione nella competizione elettorale. E' un fatto gravissimo, ma è rassicurante il fatto che non ha carattere sfragistico. Questo va detto all'opinione pubblica, per evitare di fare ulteriormente il gioco di coloro che hanno compiuto l'attentato, perché è un gioco al massacro: dando molta importanza a questo fatto faremmo il loro gioco». Riguardo all'ipotesi anarco-insurrezionalista, il procuratore si è limitato a dire che eventuali valutazioni del genere saranno fatte sulla base di elementi precisi. Ai giornalisti che gh chiedevano spiegazioni riguardo alla facilità con cui l'attentatore ha eluso i controlli. Di Nicola ha risposto di rivolgersi alla polizia. Anche il Ds Mauro Zani ha ripreso l'argomento: «E' ledto chiedere alle forze dell'ordine come da stato possibile collocare indisturbati un ordigno esplosivo dietro il palco». Il sottosegretario alla Difesa Filippo Berselli, che era accanto a Fini al momento dello scoppio, ha parlato di «filo rosso» fra gh attentati contro An di questi giorni. Ieri mattina il sindaco Guazzaloca ha visitato all'ospedale Maggiore Dante Corsini, 95 anni, il più armano dei feriti dell'altra sera in piazza Maggiore.

Persone citate: Enzo Baisi, Filippo Berselli, Gianfranco Fini, Guazzaloca, Mauro Zani, Raisi, Romano Prodi

Luoghi citati: Bologna