«Totti meglio di Rivera, l'Italia è sua» di Marco Ansaldo

«Totti meglio di Rivera, l'Italia è sua» TRAPATTONI ESALTA L'ESTRO SUPERIORE DEL ROMANISTA E SCEGLIE CASSANO COME SOSTITUTO «Totti meglio di Rivera, l'Italia è sua» li et: è il nostro Platini, non c'è nessuno come lui agli Europei intervista Marco Ansaldo inviato a LISBONA UN giorno succederà che invece di portarsi in panchina l'ampolla benedetta dalla sorella suora, Trapattoni farà consacrare l'acqua portafortuna da Francesco Tòrti che il et descrive un filino meno perfetto di Dio e certamente più completo di qualunjjue giocatore pratichi il prossimo Europeo, nonché di quelli che indossarono in passato la maglia azzurra. Un fenomeno a scatola chiusa. Che il Trap stravedesse per il romanista l'avevamo capito a Bendai, quando non mancava l'occasione per palleggiare con lui negli allenamenti come non faceva ai bei tempi con Rivera. In due anni l'ammirazione è tracimata. Totti non ha più vinto nulla con la Roma però si è affermato nel cuore del et. «Nessuno si offenda ma nelle altre Nazionali neppure Zidane ha la visione di gioco, il senso del gol e del suggerimento che possiede Francesco - dice Trapattoni -. Lui vale quanto Platini nella Francia che vinse l'Europeo nell'84: era la squadra di Giresse e, Tigana tuttavia Michel la caratterizzava e faceva la differenza». Totti è altrettanto fondamentale per l'Italia? «Sì, come Zidane lo è per la Francia o Beckham per l'Inghilterra o Van Nistelrooy per l'Olanda. Sono campioni molto diversi ma dai quali dipende il successo delle loro squadre. Non vedo perché se i francesi dicono di aggrapparsi a Zizou, io non posso confidare nell'apporto di Totti». Non crede che nasceranno le solite invidie? «Né invidie né gelosie. Siamo un gruppo maturo». Prima dei Campionati del mondo lei elogiò Totti e si è visto com'è muta. Perché dovrebbe cambiare questa volta? «Perché ai-Mondiali non c'era una squadra completamente in condizione per aiutarlo e perché veniva da due mesi di infortunio. Eppure giocò un bel torneo e poteva fare la differenza: tra il rigore che non gli diedero e l'espulsione che ci lasciò in dieci è passata una parte importante della sconfitta contro la Corea». Sembra di capire che senza di lui non si andrebbe lontano. «Noi non siamo il Portogallo come organizzazione di gioco, però siamo ordinati, concreti e con uno stile ben definito. Totti è il valore aggiunto. Forse l'Italia non ha mai avuto uno come lui». Non le sembra uno schiaffo alla storia? E Rivera, Riva, Paolo Rossi? «Pensate alla squadra che vinse il Mondiale dell'82: c'era Bruno Conti che andava a destra e a sinistra ma non possiamo paragonarlo a Francesco. Si vinse perché c'era un organico molto forte. In passato ci furono i Bulgarelli, i Giannini. Ma non un Totti. Lui è uno che può stare là davanti però quando serve arretra di 20 metri e occupa un ruolo altrettanto importante. Cambia la fisionomia del gioco con i suoi lanci di quaranta metri». Adesso tutti sapranno che se si ferma Totti, si blocca lltalia. «Non era un segreto che se limitano l'apporto di Francesco, per noi diventa più diffìcile giocare. Ho altra gente di talento, come Del Piero, ma con caratteristiche diverse». Non è rischioso affidarsi mani e piedi a un giocatore? «Io non dico che l'Italia senza Totti sparisce. Non è vero e lo dimostra il fatto che abbiamo vinto partite impegnative anche quando lui non c'era. Que¬ sta volta c'è Cassano, che può restituirci in percentuale il valore tecnico che mancherebbe nella malaugurata ipotesi che Totti si facesse male. Perciò Francesco deve stare tranquillo e dare quello che può; nessuno vuole caricarlo di responsabilità né resterebbe deluso se non interpretasse il ruolo del Padre, del Fighe e dello Spirito Santo». Totti si è fatto le treccine per vincere l'Europeo. E lei? «Io non ho abbastanza capelli». Francesco Totti con il nuovo look: treccine per la vittoria?

Luoghi citati: Francia, Inghilterra, Italia, Lisbona, Olanda, Portogallo