L'Onu dice un sì unanime alla risoluzione sull'Iraq di Paolo Mastrolilli

L'Onu dice un sì unanime alla risoluzione sull'Iraq LA SVOLTA DIPLOMATICA CHE APRE UN NUOVO CAPITOLO DELLA CRISI L'Onu dice un si unanime alla risoluzione sull'Iraq Governo provvisorio, coordinamento militare, controllo delle risorse economiche Paolo Mastrolilli NEWYORK «Sarà un voto unanime». Quando ieri mattina l'ambasciatore francese all'Onu, Jean-Marc de la Sabberà, ha azzardato questa previsione, si è capito che la nuova risoluzione sull'Iraq era cosa fatta. Poche ore dopo il Consigbo di Sicurezza si è riunito e ha dato il via libera, con 15 voti a favore e zero contro. L'ultimo testo, dopo quattro versioni presentate da Stati Uniti e Gran Bretagna, riconosce il nuovo governo provvisorio, approva il passaggio dei poteri alla fine del mese, consegna le risorse economiche al Paese, stabilisce il coordinamento delle iniziative mibtare fra il nuovo esecutivo e le truppe straniere che resteranno sul terreno dopo il 30 giugno, affida all'Onu diversi compiti amministrativi, dalla preparazione delle elezioni entro il gennaio 2005 alla ricostruzione dei servizi, promette la creazione di una forza specifica per la protezione degb inviati del Palazzo di Vetro, e prospetta la fine del mandato per il contingente intemazionale nel 2006, quando il processo pobtico dovrebbe essere completato dalla scrittura della costituzione e il voto per il govemo definitivo. ' L'ultimo ostacolo era sorto proprio lunedì sera, quando gb americani pensavano di avere già la vittoria in tasca, dopo lo scambio di lettere tra il segretario di Stato PoweU e il premier Allawl con cui si stabibva il meccanismo per il coordinamento tra le truppe straniere e il nuovo esecutivo. Alla Francia non era bastato, e quindi Parigi aveva proposto di aggiungere un emendamento che avrebbe dato a Baghdad il potere di veto sulle operazioni militari Usa. Washington aveva bocciato questa idea, ma aveva suggerito un compromesso: inserire all'interno della ' risoluzione alcune frasi centrali delle lettere di Powell e Allawl. La proposta ha convinto Parigi, che ha deciso di votare a favore del nuovo testo. La Germania e l'Algeria, che avevano cosponsorizzato la richiesta di Parigi, si sono allineate, mentre la Russia aveva già segnalato la disponibilità a un voto positivo. La Cina è rimasta in silenzio, ripetendo che non era completamente soddisfatta, ma a quel punto nessuno si aspettava un veto sobtario di Pechino. Il veto, in realtà, non era stato mai messo sul tavolo da alcuno dei cinque membri permanenti, ma l'obiettivo di Washington e Londra era ottenere l'unanimità, per dare la massima forza possibile alla nuova risoluzione che dovrebbe frenare le violenze. Il ministro degb Esteri francese, Michel Bamier, ha detto che in realtà neppure il suo govemo è completamente soddisfatto, però ha salvato la faccia aggiungendo che «nella risoluzione sono state recepite molte nostre idee. Abbiamo ottenuto parecchi migboramenti, e questo prova che per la prima volta c'è stato un vero dialogo sull'affare Iraq. Chiaramente gli americani hanno capito, dopo mesi e mesi di operazioni mibtari, che non c'era via d'uscita con le armi. Washington ha compreso che dovevamo uscire da questa trage¬ dia attraverso la via alta». Il collega tedesco Fischer ha commentato così: «Adesso spero che la situazione della sicurezza possa finalmente stabilizzarsi". La risoluzione è stata recepita con soddisfazione anche dall'Itaba - «Accogbe tutto ciò che volevamo e apre la strada la strada alla democrazia in Iraq», ha commentasto Berlusconi, ma dietro le quinte i diplomatici di Roma non nascondono una certa preoccupazione campanilistica proprio per l'atteggiamento di . Berlino. Il timore, insomma, è che U govemo tedesco abbia contrattato il voto favorevole al testo, in cambio di una ripresa dell'appoggio americano per l'ingresso della Germania nel Consigbo di Sicurezza come membro permanente. L'ambasciatore degb Stati Uniti Negroponte, che dopo il successo di ieri partirà per Baghdad per diventare il nuovo rappresentante di Washington in Iraq, ha commentato che' «questa è una risoluzione eccellente. Apre sicuramente una nuova fase nella storia pobtica dell'Iraq, la restaurazione della piena sovranità». Poco prima del voto, il segretario generale deU'Onu Kofi Annan ha riunito il cosiddetto «Gruppo degb amici dell'Iraq», 47 Paesi che hanno preso l'impegno di aiutare il nuovo govemo, in attesa che alcuni di essi concretizzino anche la promessa di inviare nuove truppe, magari proprio nella forza destinata a proteggere gb uomini del Palazzo di Vetro. «L'Iraq - ha detto Annan - non è uno stato fallito. Ora tocca al nuovo govemo riunifìcarlo». LE BASI DEL NUOVO IRAQ (è IRAQ SOVRANO E INDIPENDENTE L'Onu saluta «l'inizio di una nuova fase nella transizione dell'Iraq verso un governo eletto democraticamente e guarda avanti alla fine dell'occupazione e all'assunzione della piena responsabilità e autorità da parte di un governo ad interim pienamente sovrano e indipendente». # FUTURO E RISORSE In due punti diversi, la risoluzione riafferma «il diritto del popolo iracheno a determinare liberamente il proprio futuro politico e il controllo sulle proprie risorse naturali». 9 STABILITÀ L'Onu sottolinea la necessità del sostegno internazionale al processo in corso in Iraq, notando che «l'attuazione con successo di questa risoluzione contribuirà alla stabilità regionale». ® IRAQ FEDERALE E DEMOCRATICO Viene salutato l'impegno del governo ad interim a lavorare «verso un Iraq federale, democratico, pluralista e unificato, nel quale ci sia pieno rispetto per i diritti politici e umani». USTORIA E DIRITTI Va rispettata e protetta «l'eredità archeologica, storica, culturale e religiosa» dell'Iraq e viene affermata l'importanza «del ruolo della legge e il rispettò per f diritti umani inclusi i diritti delle donne», @ MANDATO MNF La forza multinazionale (MNF) di 160 mila uomini sotto il comando americano resta nel Paese. Su richiesta del governpjracheno il mandato sarà rivisto «a richièsta del governo iracheno o a 12 mesi dalla data di questa risoluzione», ma terminerà comunque entro la fine del proSssopolìtlcb inIracji fissata nel 31 dicembre 2005.

Persone citate: Annan, Berlusconi, Fischer, Indipendente, Jean-marc, Kofi Annan, Michel Bamier, Negroponte, Powell