Il nunzio a Baghdad «L'appello del Papa è stato ascoltato»

Il nunzio a Baghdad «L'appello del Papa è stato ascoltato» LA CHIESA «Dopo l'ultimo videomessaggio dei rapitori mi sono sentito rincuorato perché da quelle parole emergeva la conoscenza dell'azione del Santo Padre» Il nunzio a Baghdad «L'appello del Papa è stato ascoltato» L'arcivescovo Filoni: sono felice per questa liberazione ma qui continuiamo ogni giorno a fare la conta dei morti e delle distruzioni Giacomo Galeazzi ClUA'DEL VATICANO «E' un momento di grande gioia per la liberazione di Stefio, Gupertino e Agliana, ma in Iraq resta ancora molto da fare. Ci sono altri ostaggi nelle mani dei sequestratori, qui mancano il lavoro e l'elettricità e ogni giorno facciamo la conta dei morti e delle distruzioni». L'arcivescovo Fernando Filoni, nunzio apostolico a Baghdad, ha coordinato per quasi due mesi l'azione prorapiti della Santa Sede ed ora dà voce alla soddisfazione della diplomazia vaticana per il lieto epilogo. Dopo 56 giorni di impegno a favore dei sequestrati, qual è, in questo momento, il suo stato d'animo? «Sono molto felice, vivo questi attimi come un segno di speranza però sono consapevole di operare in una situazione tuttora tragica. Certo, è la fine di un incubo, sono molto soddisfatto, me ne rallegro prima di tutto con i prigionieri e le loro famiglie che sono rimaste in ansia per tantissimo tempo. La normalizzazione, però, appare un miraggio e si continua a vivere come sospesi. In questi due mesi ci siamo aggrappati a dei segnali di difficile interpretazione. Dopo l'ultimo videomessaggio dei rapitori, comunque, mi sono sentito rincuorato per¬ ché da quelle parole emergeva la conoscenza dell'azione del Papa a sostegno della pacificazione del Paese. Del video mi sono sembrate importanti soprattutto le rassicurazioni date personalmente da uno degli ostaggi. Salvatore Stefio, sulle proprie condizioni di salute e su quelle degli altri due. Rassicurazioni indirizzate, oltre che ai propri familiari, al Pontefice e alla Chiesa Cattolica. Ciò ha richiamato immediatamente alla memoria l'appello, "in nome dell'unico Dio, che tutti ci giudicherà", fatto dà Giovanni Paolo II al termine della manifestazione del 29 aprile. Sembra essere stata tenuta presente, quindi, l'esortazione che è stata formulata del Papa, affinché gli ostaggi fossero trattati con umanità, dopo la barbara uccisione di Fabrizio Quattrocchi». Lei è un grande conoscitore della realtà e. del popolo iracheno e non ha lesinato critiche agli statunitensi nel momento in cui hanno deciso di occupare militarmente il territorio. Cosa si attende adesso? «Purtroppo la quotidianità nelle città irachene è fatta di tragici resoconti. Questi restano giorni di passione per l'Iraq che, ad un anno dai bombardamenti e dalla guerra, ancora non conosce pace, sicurezza e futuro. Ci accompagna la stessa fede di Abramo e la promessa che ne animò la fede. La liberazione degli ostaggi è per noi motivo di fiducia e siamo grati al Pontefice che ha sempre seguito da vicino questa vicenda e ha dimostrato il suo impegno. Adesso attendiamo una nuova risoluzione dell'Onu e siamo ottimisti. Finalmente si parla di rispetto della sovranità irachena e responsabilità di un governo locale. Trovo molto positivo che la posizione tante volte invocata dal Pontefice stia per trovare concretezza». La nunziatura a Baghdad, assieme alla Chiesa caldea, ha sempre cercato di aprire canali di comunicazione con i sequestratori per favorire una trattativa. Qual è stato il contributo della Santa Sede alla liberazione? «Su questo argomento preferisco non fare commenti, tutti quelli che hanno potuto, hanno cercato di fare del loro meglio. E' presto per avere dettagli. Per noi è una soddisfazione perché riguarda persone che erano detenute e che hanno riacquistato la libertà. Ne ho parlato con il patriarca Daily, che oltre ad essere il capo della Chiesa caldea è anche il presidente della conferenza episcopale irachena. Anche lui ha manifestato la sua gioia. Il ricordo in particola¬ re va ai familiari di Fabrizio Quattrocchi. Tante volte in questi due mesi la situazione è apparsa sul punto di precipitare. La voce del Pontefice non è stata solo instancabile nel chiedere pace ma, in un certo qual modo, ha determinato una svolta nella vicenda degli ostaggi, infondendo prima di tutto speranza nelle famiglie dei rapiti e in quanti hanno vissuto questa drammatica prova. Gliene siamo molto grati». Giovanni Paolo II ha rivolto numerosi appelli per la liberazione degli ostaggi

Persone citate: Fabrizio Quattrocchi, Fernando Filoni, Filoni, Giacomo Galeazzi, Giovanni Paolo Ii, Salvatore Stefio, Stefio

Luoghi citati: Baghdad, Iraq