Condoleezza Rice: è quasi fatta e non chiediamo nuove truppe

Condoleezza Rice: è quasi fatta e non chiediamo nuove truppe IL CONSIGLIERE DELLA CASA BIANCA PER LA SICUREZZA NAZIONALE PARLA GIÀ DI SUCCESSO Condoleezza Rice: è quasi fatta e non chiediamo nuove truppe «Il nostro messaggio agli iracheni: il mondo è unito, lo sappiano anche i ribelli» intervista lace SIAMO molto vicini a raggiungere l'accordo con gh altri membri del Consiglio di Sicurézza delle Nazioni Unite per la nuova risoluzione sull'Iraq». Lo garantisce il consi- i ghere americano per la sicurezza nazionale Condoleezza Rice. Signora Rice, su quali punti c'è accordò? «Il presidente Bush ha parlato con il presidente Chirac; hanno raggiùnto un'intesa sui punti prmcipali. Ci sono ancora questioni di dettagho, c'è un lavoro di limatura che va fatto in vista della stesura finale della risoluzione. Ma sono certa che nei prossimi giorni definiremo ogni cosa. E questa è un'ottima cosa perché il popolo iracheno merita di sapere che la comunità intemazionale è pronta a sostenere ouesti sviluppi in direzione della pace e della, stabilità del Paese, così che l'Iraq possa passare a una fase successiva nel suo cammino verso ima migliore vita pohtica. Fra l'altro si è concordato di tenere elezioni entro dicembre di que¬ st'anno o il gennaio prossimo». Mi pare che restino alcune questioni aperte. Per esempio la richiesta, da parte di alcuni Paesi, che gli iracheni abbiano qualche tipo di controllo, forse persino un diritto di veto, sulle operazioni militari americane in Iraq. A questo riguardo a che punto siamo? «Credo che la questione sia già stata .definita con il governo iracheno. C'è stato uno scambio di lettere fra il governo di Baghdad, la forza multinazionale e il segretario di Stato americano Powell per conto dell'Amministrazione Usa. E' stato concirdato un meccanismo con cui affrontare le maggiori questioni pohtiche concementi la sicurezza e le grandi operazioni militari, tutte cose da trattare in questa cornice. Dato che c'è accordo fra il primo ministro iracheno e la forza multinazionale guidata dagh Stati Uniti, non credo che possa continuare a sussistere alcun tipo di questione con le Nazioni Unite; noi abbiamo raggiunto un accordo con l'Iraq ed è questo che conta». Però non ci sarebbe un diritto di veto, il governo iracheno non avrebbe diritto di veto sulle operazioni militari americane. «Abbiamo stipulato accordi del genere in giro per il mondo con governi con cui collaboriamo e di cui rispettiamo la sovranità; il Presidente americano comanda le forze armate americane anche quando sono integrate in una forza multinazionale. Lo scopo principale di queste forze è aiutare gli iracheni a provvedere alla sicurezza della popolazione, perciò non vedo che problema possa esserci. Abbiamo un preciso accordo col governo iracheno su come procedere». Anche se Francia, Germania e Russia approveranno la nuova risoluzione, par di capire che non sono intenzionate a mandare loro truppe in Iraq. Visto che non ce ne verrà alcun aiuto materiale, perché gli Stati Uniti hanno lavorato così duramente per ottenere la loro approvazione? «In realtà, noi ci aspettiamo che altri Paesi ci aiutino aderendo alla coahzione. Ma a parte questo ci sarà da discutere con gli alleati, a un certo plinto, di questioni finanziarie e in particolare di come alleviare il debito estero iracheno. Poi verrà il compito di impegnarci nella ricostruzione del Paese. Adesso abbiamo bisogno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per approvare la risoluzione. La Plancia ne è membro pennanente, la Germania lo è a rotazione. Riteniamo che il messaggio più forte che si possa lanciare agh iracheni, inclusi coloro che si oppongono al trasferimento di sovranità il 30 giugno, sia un messaggio unanime, da parte della comunità intemazionale, che questo governo ha il suo appoggio e che il futuro dell'Iraq è ben avviato. E' per questo che ci serve una nuova risoluzione, e sono certa che la avremo prestissimo». Insisto: non vedremo truppe francesi, tedesche e russe sul campo? «Credo che l'ipotesi di nuovi dispiegamenti dì truppe su làiga scala non sia nemmeno presa in considerazione. L'esigenza su cui ci concentriamo è che ci sia dispiegato un crescente numero di iracheni nelle forze di sicurezza locali. Ritengo perciò che la questione di ulteriori truppe straniere sia fuorviante. Quel che ci serve è ima coalizione unita e impegnata ad aiutare gh iracheni a combattere l'insurrezione e ad addestrare truppe locali in modo che possano prendersi cura della sicurezza del Paese». Ci dica qualcosa delle dimissioni di George Tenet da capo della Cia. U presidente Bush prevede di nominare un successore (lo sostituisce prò tempore l'ex vice, ndr) prima delle elezioni di novembre? «Il presidente deve ancora decidere, ma gh è dispiaciuto che Tenet se ne sia andato. L'America ha attraversato momenti assai difficili durante i quah George Tenet ha svolto un lavoro eccellente». C'è chi dice che Bush non voglia discussioni in Senato su questo tema in vista della campagna elettorale. «Credo che non si dovrebbero attribuire intenzioni al Presidente finché non avrà avuto l'opportunità di manifestarle». Copyright Fox News Sunday «Sarebbe superfluo l'invio di soldati russi francesi e tedeschi Quel che importa sono l'appoggio diplomatico il taglio del debito estero e il futuro contributo alla ricostruzione» Prigionieri rilasciati ieri dal carcere di Abu Ghraib