Contro il prione molti test e niente bugie

Contro il prione molti test e niente bugie Contro il prione molti test e niente bugie Lo studio sarà pure un po' in disordine. Con cartelline, libri e riviste che si affastellano, tracimando oltre i bordi del tavolo. «Se un uomo ha la scrivania zeppa, è molto impegnato, se succede a una donna, è sciatta» : ci scherza su. Maria Caramelli, che «abita» una stanza dell'Istituto Zooprofilattico di via Bologna, tra effettivo intasamento cartaceo e connubio di mobilio eterogeneo: stampe di Tamara de Lempicka, poltrona in pelle e vecchi mobili da ambulatorio. Intorno, una semina di edifici vecchi e nuovi, che ospitano uffici e laboratori. Un team di circa 35 persone con prevalenza femminile del 70yo órca. Chi ci accoglie con la dottoressa Caramelli è una versione ridotta dello staff, con biologi e veterinari: Raffaella Nappi, Barbara lulini. Cristiano Corona e Cristina Casalone, responsabile del laboratorio. Un laboratorio in cui approdano pezzetti di cervello di ogni bovino macellato o abbattuto nella zona: «Si fanno i test rapidi per capire, nel giro di circa 8 ore, se è affetto da BSE» spiega la dottoressa Caramelli, laureata a Torino e specializzata a Milano in «patologie degh animali domestici». La svolta, già durante gli studi universitari: «Q professore con cui studiavo mi mandò in Gran Bretagna, quando stava scoppiando l'epidemia di "muccapazza" e importai tecniche diagnostiche», interiori apporti, da Paesi europei molto avanzati quanto a ricerche sulla BSE: «1 test rapidi, che riducono di molto i tempi della diagnosi furono utilissimi quando, in Italia, si manifestò l'epidemia». Era il 2001, ma il centro di monitoraggio esisteva già da ima decina d'anni. Con diverse funzioni, tuttora assolte. Si va dalla diagnostica alla raccolta dati, dalla messa a punto d protocolli di prelievo, diagnosi, indagine e sicurezza alla formazione e aggiornamento degh operatori. Il centro torinese, infatti, coordina l'intero lavoro nazionale su BSE e altre patologie neurologiche. «Un modello che, ora, anche gh Usa hanno deciso di adottare, proprio ispirandosi a quello europeo e soprattutto itahano» spiega la dottoressa Caramelli, che sottolinea l'importanza della comunicazione. ((E' un settore affascinante, e si sono fatti anche molti errori. Se cerchi di tranquillizzare "ad arte" ottieni l'effetto contrario: occorre dire la verità, nel modo appropriato». Esempio? «Molti ancora non hanno certezze su dati che sono da anni scientificamente certi. Por dire, che la BSE si trasmette all'uomo, ma solo attraverso midollo spinale e cervello di animah infetti». ((L'epidemia, attualmente in netto calo sul suolo itahano, è stata utile almeno per sensibilizzare l'opinione pubblica su questioni di sicurezza alimentare». [si. fr. j

Persone citate: Cristiano Corona, Cristina Casalone, Maria Caramelli, Raffaella Nappi, Tamara De Lempicka

Luoghi citati: Gran Bretagna, Italia, Milano, Torino, Usa