«Piovevano proiettili, era l' inferno»

«Piovevano proiettili, era l' inferno» MOMENTI DI TERRORE «Piovevano proiettili, era l' inferno» Il racconto di uno dei tre agenti chiuso nelfurgone blindato testimonianza UN'AZIONE militare. Le auto dei banditi disposte in modo tale da bloccare la fuga del blindato pieno di soldi, il Tir che sperona, i colpi di kalashnikov, la fiamma ossidrica usata per aprire il portellone, le fiamme. Tutto in una manciata di minuti. Sembra la sceneggiatura di un film, ma ciò che è accaduto giovedì sull'autostrada, a pochi passi dal casello di San Giorgio Canavese, non è un film. Gianpaolo Lenzetti, 34 anni, ispettore del servizio di vigilanza Monte Bianco, era di scorta al furgone portavalòri e si trovava all'interno del blindato. Nella cabina di guida c'erano altri due suoi colleghi. Si è accorto che stava per accadere qualcosa di dramma¬ tico solo quando il mezzo è stato speronato dal Tir. «E' stato un attimo. Ed è stato l'inferno». Lenzetti, fisico muscoloso di chi da anni frequenta la palestra, giubbotto antiproiettile sulla divisa, occhiali da sole sollevati sul capo, ricostruisce quei minuti sotto i colpi dei banditi. Il suo racconto, in mezzo alla strada e a un poliziotto, rìsale a mezz'ora dopo l'assalto. «Do- Ì)o che il Tir ci ha speronati, 'autista ha tentato di rimettele in moto, ho sentito le ruote sgommare ma eravamo bloccati, non riuscivamo ad andare via di lì». Il blindato era incastrato tra due auto del commando, una davanti e un'altra dietro. Lenzetti, chiuso all'interno di quella sorta di cassaforte con le ruote, aveva una percezione diversa della realtà, ma capiva perfettamente d'essere, lui e i suoi colleghi, bersaglio di una rapi¬ na. «Hanno iniziato a sparare racconta -, urlavano di scendere e intanto continuavano a massacrare di colpi le lamiere, i vetri, gh pneumatici. Ma noi resistevamo, abbiamo pensato soprattutto a nascondere le armi, altrimenti avrebbero portato via pure quelle». Ma ai banditi interessavano solo i soldi e mentre una parte del commando sparava, due complici lavoravano con la fiamma ossidrica sul portellone. «Ad un tratto - prosegue l'ispettore della vigilanza abbiamo capito che non avremmo avuto scampo, che si doveva abbandonare il por-, tavalorì. Si sentiva odore di fumo, si vedevano già le fiamme. Non c'era altro da fare». Una volta fuori dal furgone i banditi hanno immobilizzato le tre guardie: «Ci hanno legato i polsi con fascette di plastica e obbligato a sederci a terra». Fochi secondi, durante i quali il conflitto a fuoco è proseguito decine di metri più in là, con la guardia giurata di Milano bloccata in coda e intervenuta con la sua pistola. Lenzetti scuote il capo, si porta una mano .sul viso per asciugarsi il sudore: «Erano professionisti, non c'è dubbio. Solo gente preparata è in grado di portare a termine un colpo del genere», [gp. mag.] Gianpaolo Lenzetti, 34 anni

Persone citate: Fochi, Gianpaolo Lenzetti, Lenzetti

Luoghi citati: Milano, San Giorgio Canavese