E il candidato trans va alla rivoluzione

E il candidato trans va alla rivoluzione HA DIRETTO IL PIPER E RECITATO CON I GRANDI, ORA CORRE CON I COMUNISTI E il candidato trans va alla rivoluzione Jacopo lacoboni PER raccontare che i comunisti italiani sono stati ben lieti di accoglierla in lista a Bologna dopo che Tei, piccata, aveva rotto coi verdi, dice «i comunisti me so' saltati addosso di corsa». E immagmateveli, gli eredi del pei di Longo e Berlinguer, un partito casto e anzi addirittura omofobo persino più della «laica» De morotea, a «saltare addosso» a Marcella Di Folco, romana, classe 1943, trentasette «"ni vissuti da uomo e poi zac, l'operazione a Casablanca ed eccola qua, nella sua eccentrica e anticonformista veste di matronale candidata alle europee. È lei l'unico trans italiano in corsa per un seggio a Strasburgo e lì, dice sempre scegliendo con naturalezza i termini, «vorrebbe darci un taglio» a tante cose, «ai pregiudizi e le grettez-. ze italiane», per esempio. Dopo, potrebbe fare «una battagha per i diritti, il primo è l'identità di genere». Ecco, che genere di (super)donna è questa se è riuscita a traghettare persino l'austero Armando Cossutta verso più scafate, e potremmo dire quasi olandesi, posizioni in materia di orientamento sessuale? Giura la Di Folco che «Cossutta è stato capace di rivedere i suoi pregiudizi, altro che Berlinguer. Ha detto all'assemblea che 1 diritti dei cittadini sono fondamentah. E io so per certo che per 'diritti' intendeva anche gli orientamenti sessuali». E se sia un'interpretazione corretta resta da vedere, il fatto è che Marcella poi difficilmente vorresti interrompere, o anche solo mettere in dubbio, i fantastici .racconti di questa amabile signora dal capello biondo cenere ben phonato, la voce virilmente roca e una passione condivisibile per certi (godibili vestiti a fiorelloni rossi e ciclamino. Una signora che s'indigna con Cecchi Paóne, «che vergogna fare la sua confessione bisex Ima settimana prima del voto»; e ha una vita così eccezionale da mettere in secondo piano il suo stesso storico impegno per i diritti degli omosessuali, la Di Folco che dirige il Mit, il movimento d'identità transessuale, dopo esservi entrata nell'88 come stagista; che lavora come volontaria in carcere; che tiene lezioni all'Università di Bologna e di Padova sulla storia del movimento gay dalla rivolta del bar Stonewall... Tutto questo è la norma, in una buona biografia mariomielista, lo fanno e l'hanno fatto gente come Franco Grillini o Titti De Simone. Ma loro diamine, non hanno poi amministrato il Piper, lo storico locale romano di via Tagliamento dove la Di Folco faceva girare come fossero bambole Patti Pravo e Renato Zero, la Berte e Mia Martini. «Ho conosciuto Nicoletta quando cantava Bambola, poi ci liste Pdci siamo persi di vista. La Berte mi odiava, non la facevo mai entrare... Invece Munì, povera Mimi... Il mighore? Renato Zero, oh Renatino, che persona tenera, umana, meriterebbe il triplo del successo che ha». E quale altro candidato, gay e no, può dire come la Di Folco di aver recitato con Fellini Rossellini Zeffirelli Elio Petri? Perché si, l'espirante eurodeputato trans ha avuto una parte ne L'età di Cosimo de'Medici di Roberto Rosselhni, «e che vuole che le dica di Rossellini, era un uomo gentile, straordinariamente innovatore e uaturalmente poco capito, visti i tempi»; era in Todo modo di Elio Petri, «che uomo delizioso, persino mite», alla faccia di chi ricorda il regista arrabbiato di Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto; ha recitato in Fratello sole di Franco Zeffirelli, «però questo èunbmtto ricordo, Zeffirelli è una persona che ha lasciato una traccia tristissima nella mia vita, la memoria di una straordinaria meschinità». E Fellini, Fellini? «Con lui c'era un rapporto favoloso, mi ha tolto il saluto quando ho rifiutato la parte che aveva scritto per me in Ginger e Fred. Ma capisce, era il 1980, m'ero appena fatta l'operazione a Casablanca, non mi sentivo ancora sicura»... Troppo sicura, invece, e arrogante la politica italiana, «A parte pochi politici gayjnend, amici degli omosessuali, in testa Diliberto, poi Bertinotti, anche Fassino non è male con noi», c'è poi il deserto del celodurismo. Rutelli? «Ha avuto un'involuzione, l'ingresso nella Margherita ne ha limitato i punti di vista». Berlusconi? «Non ho il piacere». E i cattolici? «Che dio ci aiuti. Io non chiedo il matrimonio a gay e trans, ma almeno ci dessero l'adozione...», e pazienza se poi non avremo voglia di avere dei figli, e resteremo in etemo a girare come fossimo bambole. Marcella Di Folco, candidata trans alle europee nelle liste Pdci

Luoghi citati: Bologna, Indagine, Padova, Strasburgo