Si dimette in lacrime Tenet, il capo della Cia

Si dimette in lacrime Tenet, il capo della Cia ERA A CAPO DELL'AGENZIA DA SETTE ANNI, LO AVEVA SCELTO CLINTON Si dimette in lacrime Tenet, il capo della Cia «Lo faccio per il bene della mia famiglia». Dubbi sui veri motivi della rinuncia Paolo Manrolilli NEWY0RK Il direttore della Cia George Tenet ha detto al presidente Bush che si è dimesso per ragioni personah, ma il predecessore Stansfield Tumer non è convinto: «Difficile credere che sia così. Era stanco, certo, ma probabilmente è stato spinto a lasciare il posto perché serviva un capro espiatorio per l'Iraq e i problemi neDa lotta ad al Qaeda». L'annuncio che ha sorpreso Washington lo ha dato lo stesso capo della Casa Bianca prima di partire per Roma: «Ieri notte ho incontrato George. Mi ha detto che si dimetteva per ragioni personah. Ho risposto che mi dispiace. Ha fatto un lavoro superbo per il popolo americano. Io ho accettato la sua lettera». Quindi il Presidente ha spiegato che Tenet resterà al suo posto fino all'I 1 luglio, poi verrà sostituito ad interim dal vice John McLaughlin. «Tenet - ha continuato - è il tipo di servitore pubblico con cui vuoi lavorare. E' forte. E' deciso. Ha servito la nazione per 7 anni E' stato un leader forte e abile dell'agenzia e della guerra al terrorismo. Mi mancherà». Poco dopo, Tenet ha parlato così ai dipendenti della Cia: «E' stata una decisione personale, basata solo su un fatto: il benessere della mia meravighosa famiglia. Nulla di più e nulla di meno. Questo posso dire con eccezionale orgoglio: la Cia e la comunità dell'intelligence sono più forti oggi di quando divenni direttore, sette anni fa, e saranno più forti domani. Questa non è la mia eredità, ma la vostra». Quindi ha detto che vuole passare più tempo con il figlio e si è commosso parlando di lui, mentre gli impiegati applaudivano in piedi. Tenet è nato 51 anni fa da genitori di origini greche a New York ed è cresciuto al Queens in una famiglia modesta. Ha studiato alla Columbia e alla Georgetown University, e nel 1997 Bill Clinton lo aveva nominato capo della Cia, un posto in cui si gestiscono 15 agenzie di intelligence con un bilancio di quasi 40 miliardi di dollan. Era un momento difficile, dopo le dimissioni ravvicinate dei due predecessori James Woolsey e John Deutch, ma Tenet aveva rilanciato la Central Intelligence Agency e poi conquistato la fiducia di Bush, che dopo le elezioni del 2000 lo aveva confermato al suo posto facendolo diventare il secondo direttore rimasto più a lungo in carica, dopo il leggendario Alien Dulles. I problemi, in realtà, erano cominciati quando la Cia non era riuscita a prevedere che India e Pakistan stavano per far esplodere bombe atomiche, ma la vera crisi è esplosa l'I 1 settembre. Il mese scorso La Commissione d'inchiesta sugli attacchi terroristici ha accusato l'agenzia di non aver fatto abbastanza per prevenirli, e Tenet ha risposto che ci sono problemi strutturali che richiederanno cinque anni per essere risolti. Nello stesso tempo si è aperta la crisi irachena. Secondo Bob Woodward, il capo della Cia aveva detto a Bush che trovare le armi di distruzione di massa sarebbe stato còme «una schiacciata a canestro», e il 5 febbraio del 2003 si era seduto dietro al Segretario di Stato Powell che , denunciava gh ordigni di Saddam per convincere l'Onu ad appoggiare a guerra. Quelle anni non sono state trovate e ora Powell vuole spiegazioni, mentre in questi giorni si è scoperto che Ahmed Chalabi, una delle principali fonti d'informazione, era inaffidabile e collaborava con le spie iraniane. Poi è scoppiato anche lo scandalo delle torture ad Abu Ghraib in cui sono indagati alcuni agenti della Cia. Tenet aveva detto un anno fa che voleva lasciare, ma tutti si aspettavano che lo avrebbe fatto dopo le Presidenziali di novembre, anche perché proprio in questi giorni sono circolati allarmi per nuovi attentati. «Le sue dimissioni - ha commentato l'ex direttore Tumer - sono una mossa troppo significativa in un momento troppo importante. Io penso che sia stato cacciato. Il Presidente sente che deve avere qualcuno da rimproverare. Non credo che Tenet avrebbe staccato la spina nel mezzo di un ciclo elettorale senza che Bush glielo avesse chiesto». Più prudente il capo dei democratici al Senato, Tom Daschle: «Le dimissioni mi hanno sorpreso. Dobbiamo saperne di più». Ma il senatore repubblicano Shelby ha criticato l'ex capo della Cia: «Era ora che se ne andasse». La Casa Bianca ha smentito interventi, e se non è stato il presidente a spingerlo, Tenet ha ceduto alla tensione o ha creduto che questo fosse il momento giusto per àndarsne, prima della pubblicazione del rapporto sull'inchiesta dell'I 1 settembre, previsto a luglio. Per i successori in pole position è il nome del vice, McLaughlin, seguito dal deputato Forter Goss, che è stato agente Cia; si era parlato anche dell'ex sindaco di New York Giuliani. In discussione, però, c'è l'intera struttura di comando deU'intelligence che potrebbe essere riformata, e secondo molti analisti Bush non potrà affrontare questo problema e le audizioni di conferma del nuovo direttore prima delle elezioni di novembre. Il Presidente: «Ha fatto un lavoro superbo mi mancherà» Il suo predecessore Turner: «Serviva un capro espiatorio Non avrebbe lasciato in questo momento» llleader democratico Daschle: «Dobbiamo saperne dì più»

Luoghi citati: Columbia, India, Iraq, New York, Pakistan, Roma, Washington