«A Baghdad hanno seguito le mie indicazioni»

«A Baghdad hanno seguito le mie indicazioni» «A Baghdad hanno seguito le mie indicazioni» Il premier: la svolta dopo gli incontri con il segretario Gnu e l'amministrazione Usa ROMA «L'Iraq compie un nuovo, importante passo nel difficile cammino verso la democrazia». Silvio Berlusconi è soddisfatto e ottimista sull'evoluzione pohtica in Iraq dopo la formazione del nuovo governo ad interim: «Grazie al paziente e abile lavoro dell'inviato speciale del Segretario Generale dell'Onu a Bagdhad, Brahimi, è stato possibile individuare un presidente, un primo ministro e un governo che accompagneranno il Paese verso le elezioni che si terranno entro il prossimo gennaio», sottolinea il presidente del Consiglio in una nota diffusa da Palazzo Chigi. «Si conferma così il percorso politico che avevo illustrato al Parlamento dopo i miei incontri con il Segretario generale dell'Onu e con il presidente degh Stati Uniti», aggiunge Berlusconi che dalle due novità politiche in arrivo dal fronte iracheno - la designazione del nuovo governo e la prepa- razione della risoluzione del Consiglio di sicurezza che formalizzerà i poteri dell'esecutivo e i modi della transizione incassa un innegabile dividendo politico. Il lavoro di Brahimi per la formazione di un esecutivo formato da «personalità autorevoli individuate attraverso un ap¬ profondito processo di consultazioni», insiste infatti il presidente del Consiglio, «è stato seguito e sostenuto assiduamente dal governo italiano». Come dire alla sinistra che in Parlamento ha chiesto il ritiro del nostro contingente in Iraq perché «non ci sono svolte» in sede Onu che autorizzino il proseguimento della missione - che la svolta al contrario c'è e che il governo aveva dunque ragione. Di fronte all'evoluzione in atto a Bagdhad e alle Nazioni Unite, la reazione della sinistra non è unanime. Umberto Ranieri, già sottosegretario agh Esteri ed esponente dell'area liberal dei Ds, dà un giudizio sostanzialmente positivo sulla formazione del nuovo governo iracheno: «Apprezziamo e sosteniamo tutto ciò che muove in direzione di un reale passaggio dei poteri e di ima nuova autonomia dell'Iraq», sostiene. «Apprezziamo anche ogni decisione che spinga verso un'assunzione da parte dell'Onu della guida pohtica per la transizione in Iraq». Ma, sottolinea Ranieri, c'è ancora da chiarire l'influenza del governo ad interim sulle operazioni militari: spetterà alla risoluzione del Consiglio di sicurezza farlo. Se «gli eventi prenderanno la piega di un vero passaggio di poten agli iracheni e di un impegno diretto dell'Onu, biso¬ gnerà dunque dare una valutazione positiva», rivedendo la richiesta di ritiro delle nostre truppe in Iraq. Alle aperture di Ranieri si contrappone lo scetticismo della Margherita: «Facciamo i migliori auguri al nuovo governo iracheno, consapevoli dei suoi Umiti e delle difficoltà nelle quah si trova a operare», nota Lapo Pistelh, responsabile esteri del partito. Ma «non ci troviamo di fronte a una svolta. Sul territorio continua a imperversare l'azione dei terroristi», e dal punto di vista militare l'Autorità provvisoria «fino al 30 giugno continuerà a essere a capo delle decisioni», mentre per quanto riguarda il periodo successivo «non conosciamo ancora i contenuti e i toni della risoluzione» Onu. Resta totale la chiusura del fronte pacifista più radicale: «Il nuovo governo è stato imposto dagli americani, senza alcuna legittimazione popolare», afferma Gianfranco Pagliarulo, senatore dei Comunisti itahani. «La catena di comando militare e il controllo dei pozzi di pstroUo rimane saldamente in mano americana. La svolta di cui parlava Berlusconi non esiste: perché si realizzi, gli americani devono lasciare l'Iraq o cedere comunque il controllo militare ed economico del Paese». [e.nov.] t Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi

Persone citate: Berlusconi, Brahimi, Gianfranco Pagliarulo, Silvio Berlusconi, Umberto Ranieri

Luoghi citati: Baghdad, Iraq, Roma, Stati Uniti