Le quattro lingue dell'hip hop di Paolo Ferrari

Le quattro lingue dell'hip hop S A G G Le quattro lingue dell'hip hop Nicolò De Rienzo ha costruito un itinerario culturale e umano coi diversi aspetti di uno stile nato dalla musica MUSICISTA, dj e collaboratore di Rai International, il torinese Nicolò De Rienzo ha di recente pubblicato il volume «Hip Hop - Parole di una cultura di strada», (Zelig, 14 euro). Si tratta di un'operazione editoriale anomala nel panorama nazionale, di solito impegnato nella pubblicazione di testi originali tradotti in italiano (su tutti il famoso «Rap - storia di una musica nera» di David Toop per la EDT) oppure di opere basate su materiale di seconda mano. De Rienzo ha scelto ima via anglosassone, cercando il contatto diretto con alcuni protagonisti, facilitato dalla lunga residenza a New York impostagli dagli impegni di lavoro. Non sono quasi mai celebrità, quelle che prendono la parola nelle 242 pagine del testo; piuttosto componenti meno noti delle «crew», i collettivi interdisciplinari artefici della comunicazioni attraverso i quattro linguaggi della sottocultura hip hop, ovvero il rap, il writing con pennarelli e bombolette, la manipolazione dei giradischi e la danza break. Sono quei ragazzi a descrivere il confine tra malessere sociale e rilancio individuale e collettivo, tra legalità e illegalità della vita nei quartieri difficili, tra senso della comunità e disgregazione indotta dal¬ la rivalità che dividono le gang e dalla droga. Il racconto scorre in questo modo colloquiale e diretto, quasi l'autore percorresse le strade del Bronx e di Harlem con un walkman acceso per fissare testimonianze su cui far ruotare il resoconto di un viaggio non solo fisico, ma anche e soprattutto culturale e umano. Nonché musicale, naturalmente, dal momento che proprio l'aspetto sonoro costituisce il maggior business nato da questa forma espressiva in continuo divenire. Forse proprio per questo, l'incontro con personaggi più defilati rispetto alle star LL Cool J, Jay-Z, Nas o Guru (per restare a New York) è ancora più interessante quanto a credibilità di strada (la «Street credibility» è un elemento imprescindibile dellhip hop) e impatto underground. Paolo Ferrari

Persone citate: Cool, David Toop, De Rienzo, Nicolò De Rienzo

Luoghi citati: New York