Frattini di Emanuele Novazio

Frattini Frattini «Adesso servono i pieni poteri» . Emanuele Novazio ROMA «Una tappa estremamente importante». L'insediamento del nuovo governo iracheno è giudicato con ottimismo da Franco Frattini, che si attende passi avanti anche nella redazione della risoluzione del Consigho di Sicurezza sul «dopo 30 giugno», quando avverrà il passaggio dei poteri dall'Autorità provvisoria guidata dall'americano Paul Bremer al nuovo esecutivo : «C'è im testo migliorato rispetto alla versione precedente, al quale stiamo contribuendo», sottolinea il ministro degli Esteri. La designazione di lyad Allawi a primo ministro e di Ghazi al Yawar a presidente sono segnali di rilievo, secondo il governo italiano, perché si tratta di «persone credibili e autorevoli»: «In Iraq c'è un governo che ha il gradimento del popolo irachéno, o almeno di chi lo rappresenta oggi», afferma il capo della nostra diplomazia, secondo il quale «Brahimi ha svolto un lavoro eccezionale» dimostrando che «la comunità intemazionale si è mossa». L'obiettivo, adesso, è l'approvazione entro poche settimane di «una risoluzione che dia a questo esecutivo i pieni poteri». La formazione del nuovo governo consentirà fra l'altro di sbloccare i finanziamenti intemazionali per la ricostruzione: «Ci sono molti soldi stanziati dalla conferenza dei donatori», ricorda Frattini. Finora è stato impossibile riscuoterli perché mancava un govemo legittimato in grado di firmare i prestiti. Anche da questo punto di vista la costituzione di un govemo che fra poche settimane avrà pieni poteri sulle risorse petrolifere e le infrastrutture è «una svolta molto importante, perché potrà chiamare le imprese di altri Paesi». Scontata la soddisfazione del govemo («In Iraq ci sono le novità Che avevamo auspicato, la nostra dolorosa scelta è stata quella giusta», chiosa il ministro leghista Roberto Maroni), commenti favorevoli arrivano anche da rappresentanti dell'area diessina critica sull'idea del ritiro del nostro contingente mentre - fino a ieri sera, almeno - mancano reazioni dalla sinistra più radicalmente pacifista, in evidente imbarazzo. La formazione del nuovo govemo iracheno è «una positiva novità» e «costituisce un passo verso ima vera e propria svolta nella gestione della crisi», sostiene il senatore Enrico Morando, leader dell'area liberal dei Ds. La nomina di Ghazi Yawar costituisce per Morando una novità importante; «Ci sono ora le condizioni per una nuova risoluzione del Consiglio di sicurezza» che, «dopo significativi miglioramenti» rispetto alla bozza presentata da Stati Uniti e Gran Bretagna, «permetta di ricostruire un Iraq libero, indipendente, democratico, federale e unificato», Secondo Morando, il nuovo govemo iracheno potrà essere «da subito protagonista del confronto in atto per la definizione del testo della nuova risoluzione». Compito dell'Europa, secondo il senatore diessino, è superare le divisioni del passato in favore di «un comune impegno» che permetta la rapida riconsegna dell'Iraq agli iracheni e la ricostruzione del Paese. Le forze politiche della lista Prodi «che si sono impegnate fin dall'inizio per determinare ima svolta», è l'appello di Morando, «devono valorizzare il risultato del lavoro di Brahimi per consolidarlo».

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