«Il futuro del Paese passa nelle mani del suo popolo»
«Il futuro del Paese passa nelle mani del suo popolo» L'EX AMBASCIATRICE USA ALL'ONU JEANE KIRKPATRICK «Il futuro del Paese passa nelle mani del suo popolo» intervista NEW YORK 66 ADESSO tocca agli iracheni decidere se vogliono la democrazia e la libertà, oppure la guerra civile». Per Jeane Kirkpatrick, ambasciatrice americana all'Onu durante l'amministrazione Reagan e oggi studiosa di politica estera all'Amencan Enterprise Institute, la nomina del nuovo governo iracheno e la presentazione della risoluzione al Palazzo di Vetro hanno girato il tavolo della crisi. Washington ha fatto quello che doveva, per soddisfare tanto le richieste della popolazione, quanto quelle degli alleati più recalcitranti. Ora sono loro, cioè gli iracheni e la comunità intemazionale, che devono assumersi le proprie responsabilità. Come giudica il governo che è stato appena nominato? «Rispetta le promesse fatte dall'amministrazione ed è stato scelto con l'aiuto dell'Onu, in consultazione con i leader locali». Che cosa deve fare l'esecutivo, per dimostrare nei fatti che non ò manovrato da Washington? i «Già il processo di selezione è stato un elemento importante. Ora deve govemare, secondo le linee che sono statindicate anche nella risoluzione presentata al Palazzo di Vetro». Cioè? «Mi pare che quel testo contenga tutti punti necessari. Dà la sovranità al nuovesecutivo iracheno, offre a Baghdad lgestione delle risorse economiche, condanna tutte le azioni terroristiche Laprall'Onu cotutti i puntper andareCompreso il riconoscdel ruolo Usa nel cadella sicur isoluzione sentata tiene già necessari avanti mento entrale degli mpo aa zza ^^ quindi l'insurrezione, e riconosce il ruolo centrale degli Stati Uniti nel garantire la sicurezza. Sono le questioni fondamentali che devono guidare l'azione del governo e determinare il suo successo». Le sembra che questo possa bastare a fermare la guerriglia sunnita, la rivolta sciita e Al Qaeda? «Non lo so, non lo sa nessuno, e probabilmente ci saranno altre violenze. Però una cosa è chiara: a questo punto gli. iracheni hanno gli strumenti ed un percorso davanti a loro per tomare ad essere un paese sovrano. Devono scegliere tra la democrazia e la libertà, oppure la guerra civile. Se gli scontri continueranno, sarà perché la gente ha scelto questa direzione, non perché non sono stati offerti i mezzi necessari a pacificare l'Iraq». Resta aperta la questione del comando delle truppe Internazionali e della loro presenza, dopo il 30 giugno. «La risoluzione già prevede che questa materia verrà regolata trovando un accordo col nuovo governo. Il testo riconosce il potere di scelta dell' esecutivo, ma sottolinea anche il ruolo centrale che stanno svolgendo gli Stati Uniti nel favorire la sicurezza, durante una fase in cui le forze irachene non sono ancora pronte a tutti i compiti necessari». Pensa che la risoluzione verrà approvata dal Palazzo di Vetro? «Mi pare che i leader stranieri stiano discutendo con apertura. I tedeschi, per esempio, l'hanno già giudicata un passo importante. I francesi invece fanno i francesi, e sollevano obiezioni. Anche su questo punto la comunità intemazionale, come il popolo iracheno, dovrà assumersi le sue responsabilità», [p. mas.] 66 La risoluzione presentata all'Onu contiene già tutti i punti necessari per andare avanti Compreso il riconoscimento del ruolo centrale degli Usa nel campo aa della sicurezza ^^
Persone citate: Jeane Kirkpatrick
Luoghi citati: Baghdad, Iraq, New York, Stati Uniti, Usa, Washington
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