Pensateci, c'è il grande talk

Pensateci, c'è il grande talk Pensateci, c'è il grande talk SE una ventina di miboni di italiani seguono ogni giorno la tv, ce ne sono almeno altrettanti, senza contare gb infanti, che invece abitualmente non la guardano. Bene. Capita a tutti di conoscere qualcuno della seconda categoria. Bene. Questi bizzarri soggetti vedono qualche programma notturno, lamentandosi per l'ora; dicono che alle prime serate non ci si può nemmeno accostare; sono sempre colpiti dalla violenza ideologica dei reality che gb capitano comunque sotto il naso; indicano, con interessante convergenza di vedute, di amare una certa trasmissione. QueUa che consente in un colpo solo di informarsi su quello che non hanno visto; di ripassare quello che delle volte dovessero aver frequentato; di riflettere sulla tv ricordandosi che essa non è, comunque, strumento del demonio, e che il mezzo, oggettivamente potente, può assumere direzioni diverse a seconda di chi lo manovra. Questa trasmissione tanto gradita agli agnostici della tivù è «D grande talk», di Massimo Bernardini anche conduttore. Silvia Motta e Luciano Piscagha, in onda il sabato alle 7,30 su Raitre (per Rai Educational) e alle 12,30 e alle 18,30 su Sat 2000. Il sabato non è scelto a caso, volendo riepilogare la settimana-video appena trascorsa, analizzandone i suoi elementi più significativi. Nell'ultima puntata in onda (l'ultima della serie è prevista per sabato 12), si parlava di ((Nerone», di ((Amici», del debutto di Claudio MarteUi come conduttore, del decimo di «Striscia la notizia», di «Storie maledette». «Storie maledette» è quel programma di Franca Leosini che da anni va in giro per le carceri italiane a intervistare fior di delinquenti: messa in onda su Raitre, a tarda sera. Ora, siccome ài «Grande Talk» c'è uno studio abitato da un gruppo di ragazzi commentatori eleganti e consapevob e con loro c'è u professor Giorgio SimoneUi, e anche un ospite, quest'ospite era Paolo Bonobs. Si è ìarlato, dunque, dell'intervista a Bianda e della sua opportunità in quel contesto, Leosini ha specificato il proprio modo di prepararsi, e poi Bonolis ha detto molte cose sulla tv. Per esempio questa, che è un po' il sugo di tutta la storia: «Sapete che succede? Succede che la televisione, da che ne fai parte, è in jjrado di regalarti privilegi quotidiam: il guadagnar bene, la popolarità, e tutti che ti danno le pacche sulle spalle come se fossi chissà chi. A questi privilegi non vuole rinunciare alcuno, e nessuno dunque si prende rischi. Perché nel momento in cui ti prendi un rischio, succede che può andar male. E la televisione è occupata da molte persone che sono lì per miracolo, che non fanno televisione, ma ci stanno. Giacché ci stanno, e ci stanno comodi, si domandano: perché muovere le acque, preferisco non fare niente o fare la stessa cosa che ho sempre fatto». Un po' di autocompiacimento sottinteso (io invece non ho paura e cambio), ma pure una vera verità.

Persone citate: Bonolis, Franca Leosini, Giorgio Simoneui, Leosini, Luciano Piscagha, Massimo Bernardini, Nerone, Paolo Bonobs, Silvia Motta