Condono edilizio, destino legato a un filo

Condono edilizio, destino legato a un filo ;—rr- GRAMDE ATTESA PER LA SENTENZA SUL PARERE Di COSTITUZIONALITÀ' Condono edilizio, destino legato a un filo n gioco 3 miliardi e una buona fetta della Finanziaria 2004 ROMA QUALCHE dubbio sulla possibilità che l'operazione vada a buon fine lo ha posto lunedì anche la Banca d'Italia: «sulle entrate attese potrebbero manifestarsi elementi di rischio» a causa deUe «questioni di costituzionalità sollevate». Nonostante siano passati ormai alcuni mesi dalla sua approvazione (e la proroga dei termini di pochi giorni fa) il destino del condono edilizio è tuttora legato ad un esile filo. La risposta al punto interrogativo che vale più di tre miliardi di euro (una delle voci più importanti della Finanziaria 2004) ora sta nelle stanze del Palazzo della Consulta, dove giace da mesi il ricorso presentato da ben otto Regioni. Un'incertezza che finora ha tenuto lontano molti degh itahani che hanno piccoli o grandi peccati edilizi da farsi perdonare dallo Stato. I problemi per il condono sono cominciati alla fine deh'anno scorso, subito dopo l'approvazione della manovra che lo ha previsto: molte Regioni si ribellarono perchè, dissero, la sanatoria mina una competenza che ora la legge gh attribuisce. La riforma "federalista" approvata in tutta fretta dal centro-sinistra alla fine della scorsa legislatura ha infatti previsto lo spostamento di importanti competenze dallo Stato alle Regioni. Fra queste anche quella amministrativa di gestione del territorio. In sostanza, hanno spiegato i governatori codici e Costituzione alla mano, lo Stato non può più imporre con legge nazionale un condono edilizio. A presentarsi a Piazza del Quirinale sono stati otto governatori su venti, tutti del centrosinistra tranne il Lazio di Francesco Storace: Emilia, Toscana, Umbria, Marche, Campania, Friuli e Basilicata. Leggendo la lista si potrebbe avere u legittimo dubbio che dietro al ricorso ci siano ragioni pohtiche. In parte deve essere stato così, ma è indubbia la sostanza del ricorso all'attenzione dei quindici giudici costituzionali. Chi per principio, chi perchè intenzionato a fare qualunquecosa per sbarrargh la strada, alcune amministrazioni hanno fatto anche di più: per bloccare qualunque effetto della sanatoria cinque Regioni hanno appro¬ vato norme "anti-condono". Fra queste la Campania, dove il tasso di abusivismo è notoriamente fra i più alti d'Itaha e da dove dovrebbe arrivare gran parte del gettito. Inestricabile e paradossale l'esito normativo che si è prodotto: a chi abita in una di queste Regioni lo Stato permette di sanare ciò che i governatori hanno vietato. Nel caso in cui la Corte bocciasse il condono che avesse fatto domando, la richiesta si trasformerebbe in una sorta di autodenuncia penale. In queste condizioni il bottino deUe adesioni non poteva che essere magro: il governo non ha mai fornito numeri precisi, ma dalle indiscrezioni circolate al momento della proroga sembra che non si sia andato oltre il 100Zo di quehe preventivate. Comphei le oblazioni imposte da una parte della maggioranza durante la sua approvazione, la sanatoria ha finora riscosso scarsissimo successo. Molti, i più avveduti, stanno attendendo la sentenza della Corte per decidere il da farsi. Lo stesso governo, incerto suU'esito della pronuncia, e pur avendo lavorato ad una proroga che prevedesse anche alcune modifiche alla legge, alla fine ha deciso solo lo slittamento dei termini per la presentazione della domanda (a fine luglio) in attesa di rimodulare il condono in caso di parziale illegittimità. E' comunque ancora difficile sapere quando arriverà e quale sarà 0 giudizio della Corte guidata da Gustavo Zagrebelsky. Alcune voci nei giorni scorsi lo davano per imminente, ma non era fra le sentenze depositate ieri in Cancelleria. Dietro alle decisioni della Corte, come sempre, vige uno stretto riserbo. Si sa che i giudici si sono occupati della questione, ma non si sa se abbiano raggiunto una decisione definitiva. La quadratura del cerchio non è semplice, e benché fondata come sempre su stringenti letture interpretative, farà comunque rumore: sia nel caso di un via libera, ma soprattutto se la Corte decidesse la bocciatura. Si sottrarrebbe alle casse dello Stato una importante voce di gettito a conti dello Stato già in bilico. Per evitare polemiche alcune fonti nei giorni scorsi davano per certo un rinvio della decisione a dopo le elezioni europee, al riparo da qualunque speculazione pohtica. I problemi iniziarono alla fine dell'anno scorso dopo l'approvazione della manovra perché la sanatoria mina la competenza regionale E' difficile sapere quando arriverà e quale sarà il giudizio della Corte guidata da Gustavo Zagrebelsky: forse un rinvio dopo le elezioni Gustavo Zagrebelsky presidente della Consulta .

Persone citate: Francesco Storace, Gustavo Zagrebelsky

Luoghi citati: Basilicata, Campania, Emilia, Friuli, Lazio, Marche, Roma, Toscana, Umbria