Per la Fiat Montezemolo punta sul gioco di squadra di Paolo Baroni

Per la Fiat Montezemolo punta sul gioco di squadra IL PRESIDENTE DEL GRUPPO SI PRESENTA: AVANTI COL RIASSETTO, E' PIÙ' DI UN PIANO, E' UN IMPEGNO PER UMBERTO AGNELLI Per la Fiat Montezemolo punta sul gioco di squadra La Borsa premia i nuovi manager: rialzo del 507o con scambi altissimi Paolo Baroni TORINO La «nuova» Fiat di Montezemolo punta sul gioco di squadra e conferma U piano di rilancio. E' una questione d'oigogUo, un impegno preso con gU AgnelU e dovuto aUa città di Torino. E' questo U messaggio lanciato ieri dai nuovi vertici del gruppo. Un messaggio forte, di deciso ottimismo, accolto molto bene dagU osservatori esterni e soprattutto da Piazza Affari dove le azioni hanno riconquistato quota 6 euro mettendo a segno un aumento del 4,6yo a fronte di scambi vertiginosi che hanno visto passare di mano ben il 9,507o deU'intero capitale sociale. In una breve riunione del oda convocata per U primo pomerig¬ gio, la prima guidata dal nuovo presidente Luca Montezemolo, è stata ufficializzata la nomina di Sergio Marchionne aUa carica di amministratore delegato al posto di Giuseppe Morchio ed è stato varato U nuovo comitato nomine e compensi, presieduto da John Elkann e composto anche da Flavio Cotti, Hermann Josef Lamberti, Daniel John Winteler e daUo stesso Marchionne. Poco più tardi, al Centro storico Fiat, la prima uscita pubbUca del nuovo team. Di fronte a stampa, fotoreporter e telecamere si sono presentati assieme Montezemolo, U nuovo vicepresidente John Elkann e l'amministratore delegato fresco di nomina. Dopo un minuto di sUenzio in ricordo di Umberto AgnelU («stare qui al Centro stori¬ co senza ricordarlo per me è impossibUe»), H nuovo presidente Fiat ha spiegato ragioni e motivazioni che stanno aUa base deUe scelte compiute neUe ultime ore dagU AgnelU. «Il fatto che la famiglia abbia voluto immediatamente dare un segnale di presenza, di compattezza, di fiducia nel presente e, soprattutto, nel futuro di Fiat, è molto importante. È lo stesso segnale che aveva caratterizzato la scelta coraggiosa di Umberto AgnelU più di un anno fa quando scomparve l'Avvocato», ha spiegato Montezemolo. Aggiungendo poi che la decisione di accettare la nomina al vertice del Lingotto («un incarico non cercato e non voluto, al contrario di queUo in Confindustria») è arrivata in un ((momento compUcato ma interessante deUa mia vita professionale ed anche famiUare». Ma quando domenica mattina gU è stato chiesto di accettare l'incarico di presidente Fiat non ha potuto dire di no, ((per un motivo di amicizia nei confronti di una famigUa che, nel giro di un solo anno, ha perso i suoi due leader. Una situazione che poteva essere devastante». «La mia vita professionale ma anche umana - ha ricordato Montezemolo - è stata intrecciata con la famiglia AgnelU, con l'Avvocato, con Umberto e con la Fiat» e questo ha fatto un tutt'uno col senso di responsabiUtà, nei confronti di Torino e di chi lavora nel gruppo, da quelU che stanno neUe stanze dei bottoni a chi sta in fabbrica. Preciso l'impegno che si sono dati i nuovi vertici: portare avanti U piano di riassetto («che è qualcosa di più di im piano, è un impegno e da parte mia proseguirò U lavoro di Umberto AgnelU»), porre grande attenzione al rilancio e quindi mettere le persone neUe migUori condizioni per lavorare. Da questa filosofia discende la nuova squadra: Marchionne ad e John EUcann vicepresidente. «Chi mi parlò per primo e megUo di Sergio Marchionne fu Umberto AgnelU», ha spiegato Montezemolo che ha presentato il nuovo ad come «manager bravissimo» e ((persona capace» ed alla quale intende delegare in loto la gestione operativa. Quanto a John Elkann, U nuovo vicepresidente lavorerà a stretto contatto con lui con impegno e con affetto per farlo crescere «ancora di più, professionalmente, con un'esperienza che sia ancora più operativa sul campo, non solo nel cda e nei comitati strategici». Anche in Fiat Montezemolo conta di portare la sua fUosofia del gioco di squadra. «La Fiat - ha detto infatti - è fatta da ima squadra forte, di manager capaci, che oggi occupano le posizioni in Auto, Iveco e in Cnh, che sono il carburante propulsivo, tecnologico del futuro». «La forza deUa Fiat - ha proseguito - è di poter contare su uomini validi, molti dei quaU conosciuti ed altri meno». Nel suo intervento non poteva mancare un riferimento alla Ferrari («ve lo dico subito, sono e rimarrò presidente di MaraneUo, perché è la mia vita») e ovviamente aUe dimissioni di Morchio. «Mi dispiace che abbia deciso di lasciare - ha affermato -. Non entro nel merito deUa decisione, dico solo che mi dispiace e che per molli aspetti non Iho capita». Fare squadra, Montezemolo lo ha ripetuto più volte. «E' la filosofia che ho portato in Confindustria - ha spiegato - e che adesso vale anche per la Fiat: occorre che azienda, sindacati, banche e governo lavorino per lo stesso obiettivo. «Perché il paese sa quanto c'è bisogno di un'impresa grande, privata e competitiva». Ma per aiutare la Fiat ad uscire daUe difficoltà occorre anche altro: basta snobismi, bisogna comprare itaUano.

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