La scoperta della pastorella

La scoperta della pastorella LA STORIA La scoperta della pastorella m Tradizione vuole che a «scoprire» le acque di Bognanco sia stata una pastorella: una versione vuole che sia stata Felicita Pellanda, un'altra tale Anna Maria Fossetti. Durante una calda giornata trovò una polla d'acqua sorgiva e scoprì quel gusto così frizzante e ardente da scambiarla per acquavite. Il proprietario del fondo, Giovanni Pellanda, conosceva bene quell'acqua che lasciava depositi rosso-giallastri ma era convinta che fosse venefica. Invece la pastorella non morì. E la notìzia di quella strana fonte iniziò a Incuriosire. Anche don Fedele Tlchellì, appassionato cultore di scienze che Intuì l'affare e trovò alcuni soci per sfruttare quell'acqua ferruginosa. Al chimico vallesano Brauns, di Sion, commissionarono le prime analisi. La prima relazione è datata 1 dicembre 1863 ed è una promozione a pieni voti per quella fonte. Sei anni dopo II dottor Albasini ne attestò le virtù terapeutiche. Da allora Iniziò lo sfruttamento della sorgente. La storia di Bognanco e delle sue acque è stata ricostruita da Paolo Bologna, appassionato ricercatore di storie ossolane, nel libro «Bognanco II paese delle cento cascate», una guida zibaldone per turisti e valligiani stampata anni fa dalla Società termale.

Persone citate: Albasini, Anna Maria Fossetti, Fedele Tlchellì, Giovanni Pellanda, Paolo Bologna

Luoghi citati: Bognanco