«Aveva trovato quel lavoro tra le offerte su Internet»

«Aveva trovato quel lavoro tra le offerte su Internet» A VARCATURO, DOVE LA VITTIMA VIVEVA CON I GENITORI, UN FRATELLO E UNA SORELLA «Aveva trovato quel lavoro tra le offerte su Internet» Era stato cuoco sulle navi da crociera ma era rimasto senza impiego. Cosi si è deciso ad affrontare l'avventura in un Paese arabo personaggio Fulvio Milone inviato a GIUGLIANO (NAPOLI) LA penultima cena, venerdì scorso, l'ha preparata per un gruppo di manager di una multinazionale americana, che per un pelo non sono rimasti intrappolati nel raid dei terroristi nell'Oasis Resort di Al Khobar. Hanno avuto miglior fortuna di lui, lo chef del ristorante italiano «Casa Mia»: un uomo che inseguiva un sogno - diventare uno dei più grandi cuochi del mondo e cucinare per i potenti della terra - e invece ha finito i suoi giorni davanti a una lama di coltello che gli ha tagliato la gola. Di Antonio Amato, 35 anni, restano le e-mail inviate periodicamente a casa, una villetta a due piani immersa nel verde di Varcaturo, una località alla periferia di Giugliano, in provincia di Napoli. Sono custodite in un computer che il padre Gennaro, la madre Pompea, il fratello Fabio e la sorella Ilenia tengono sempre acceso: leggono e rileggono le stesse frasi, come se quelle parole potessero in qualche modo restituire un po' di vita al figlio, al fratello morto. L'ultimo messaggio, quello di venerdì, è rassicurante: «Va tutto bene, siamo tranquilli. Attomo al residence non c'è niente, passo le giornate qui dentro», scrive in sostanza Antonio, e subito dopo annuncia il grande evento: una cena da preparare con cura per gli uomini d'affari della multinazionale. «Era così, entusiasta del lavoro, pieno di vita e di ambizioni», mormora Fabio con l'espressione incredula di chi non riesce a rassegnarsi alla perdita improvvisa di una persona cara, e stenta a parlare del fratello usando i verbi all'imperfetto. E racconta di come a casa hanno saputo della morte di Antonio: «Sabato sera abbiamo visto un tg che dava la notizia del raid terrorista. Eravamo preoccupati, abbiamo tentato di comunicare con lui ma non ci siamo riusciti». Dopo una notte trascorsa in bianco, ieri mattina alle 9 Ilenia si è presentata nella caserma dei carabinieri: «Mio fratello, Antonio Amato, lavora all'Oasis Resort. Vi prego, dateci notizie». E le notizie sono giunte, terribili, dopo meno di un'ora: alle 9,45 una gazzella con i lampeggianti accesi si è fermata davanti alla villetta e un uomo in divisa ha mormorato poche parole all'orecchio di Fabio: «Dovete farvi forza, è accaduto il peggio». Antonio viveva a Varcatu¬ ro, un posto che non si può più definire campagna ma non è ancora città, dove alle urla degli abitanti che bloccano la strada per protesta contro la riapertura di una yecchia discarica di rifiuti fa da contrasto la quiete dei parchi residenziali riservati agli americani della base Nato. E' cresciuto qui, nella villetta più che dignitosa circondata da un ampio giardino, con i genitori, i fratelli e il cane che si chiama Swoch, come il calciatore che qualche anno fa ha fatto vivere gli ultimi giorni di gloria al Napoli. Il padre, Gennaro, odontotecnico, avrebbe voluto che almeno uno dei suoi fi^li diventasse dentista. Un desiderio, però, mai esaudito: Ilenia, la più giovane, si è laureata in architettura ma lavora come impiegata in un supermarket, Fabio ha intrapreso la carriera di agente di commercio e Antonio, il maggiore, ha scelto un futuro davanti ai fornelli. «Tonino non sapeva starsene con le mani in mano racconta una amico -. Da ragazzo, quando la famiglia ha attraversato un periodo di gravi difficoltà finanziarie, si arrangiava lavorando come giardiniere. Nel frattempo continuava a frequentare un istituto alberghiero, dove si è poi diplomato». Dopo il diploma, Antonio ha frequentato due corsi di specializzazione per cuoco, a Sorrento e a Napoli, poi ha fatto un viaggio in Francia per apprendere i segreti dei migliori ristoranti. Ma il lavoro, quello stentava a trovarlo. Dopo un tentativo fallito di aprire un pub, si è imbarcato per qualche tempo sulle navi della Costa, impiegato nelle cucine durante le crociere. L'anno scorso, scaduto l'ingaggio, è tornato a Varcaturo. Enzo Abruzzese, proprie¬ tario di un ristrorante-pizzeria della zona, lo ricorda seduto al tavolo mentre assaggiava una margherita: «E' buona diceva -. Mi spieghi come la fai?». «Lui era così, curioso e appassionato del suo lavoro», racconta Abruzzese. Tornato a casa, Antonio ha affidato le sue speranze a Internet, proponendosi come «chef con esperienza dal '91 e disponibile a lavorare per la prossima stagione 2004». Il contralto l'ha ottenuto, finalmente, tre mesi fa, ed è partito per l'Arabia Saudita con una valigia piena di ricette italiane. E di speranze. Otto giorni fa, quando ha telefonato per l'ultima volta a casa, ha tranquillizzato la madre preoccupata che al figlio potesse accadere qualcosa: «Non preoccuparti, qui la situazione è tranquilla. Vedrai che mi sistemo». Ora che il suo Antonio è morto, Pompea non fa che chiedere di riabbracciare al meno il corpo del suo ragazzo. Non le importa che nessun rappresentante del governo le abbia fatto fino a ieri sera una telefonata di condoglianze. Ha voluto però parlare con un funzionario del Ministero degli Esteri per sapere quando la salma rientrarà in Italia. «Presto, appena possibile», è stata la laconica risposta. Un amico: «Tonino non sapeva starsene con le mani in mano. Quando frequentava l'Alberghiero lavorava come giardiniere per aiutare la famiglia» I pianto di un'amica della famiglia Amato Fabio Amato, fratello maggiore di Antonio, parla con i giornalisti davanti alla villetta di famiglia a Varcaturo L'ULTIMA E-MAIL «Va tutto bene, siamo tranquilli. Attorno al residence non c'è niente, passo le giornate qui dentro». Nell'ultima e-mail, inviata venerdì ai familiari, Antonio Amato rassicurava i famigliari sulle sue condizioni. Poi passava a raccontare del suo lavoro di cuoco e di una cena importante per manager di una grande multinazionale, tra i quali, concludeva, «c'è anche Gonfalonieri»

Persone citate: Abruzzese, Antonio Amato, Enzo Abruzzese, Fabio Amato, Fulvio Milone, Giugliano

Luoghi citati: Arabia Saudita, Francia, Italia, Napoli, Sorrento, Varcaturo