«Un regalo per il governo italiano» di Guido Ruotolo

«Un regalo per il governo italiano» SU INTERNET IL COMUNICATO DEGLI UOMINI DI BIN LADEN «Un regalo per il governo italiano» L'esecuzione conferma che il Paese è nel mirino di Al Qaeda retroscena Guido Ruotolo ROMA .. A BBIAMO sgozzato un itaW#A liano e lo regaliamo al governo italiano e al suo capo, sciocco e superbo, che annuncia con chiarezza la sua ostilità all'Islam e manda le sue truppe a combattere i musulmani in guerre come in Iraq e in altri paesi». Perché? Perché questo accanimento contro gli «ostaggi» italiani, in Iraq come in Arabia Saudita? E' stata terribile la fine del povero cuoco di Giugliano, Antonio Amato, sgozzato dai macellai di Al Qaeda che prima di assassinarlo - unico tra i nove ostaggi trucidati - gli hanno fatto registrare, come sottolinea il comunicato di rivendicazione dell'assalto di ieri, «un messaggio rivolto al mondo sul canale satellitare Al Jazeera» (ma fino a tarda sera del video non si hanno avuto conferme). Terribile come l'esecuzione, registrata in un filmato mai mandato in onda dalla televisione araba, di Fabrizio Quattrocchi in Iraq. Ieri, il capo della rete di Al Qaeda in Arabia Saudita, Abdul Abdulaziz al Muqrin, in un messaggio audio di otto minuti mandato in rete su Internet, ha spiegato le ragioni dell'attacco ad al Khobar: «Rinnoviamo la nostra determinazione a respingere le forze crociate e la loro arroganza, per liberare la terra dei musulmani, applicare la sharia e ripulire la penisola arabica dagli infedeli». E' una conferma che 1 offensiva della rete del terrore islamico nei centri petroliferi di Al Khobar e di Al Arrakah mira a destabilizzare soprattutto l'Arabia Saudita - dal cui suolo sacro devono essere cacciati gli «infedeli», i crociati e gli ebrei - ma punta anche a colpire l'opinione pubblica dei paesi occidentali, e tra questi l'Italia. «Quello di ieri non è il primo attacco di Al Qaeda in Arabia Saudita. E' chiaro - spiega un analista dell'intelligence - che le iniziative delle cellule guidate da al Muqrin puntano a minare la sovranità dei regnanti sauditi ma nello stesso tempo, colpendo obiettivi occidentah e uccidendo a caso chiunque non sia musulmano e sia individuato per nazionalità come espressione di una forza occupante, come è accaduto ad Al Khobar, rimette in discussione la tregua offerta all'Europa da Osama bin Laden, appena il 15 aprile scorso». Da poche ore l'Italia aveva scoperto di avere quattro suoi connazionali in ostaggio delle Falangi verdi di Maometto. E men¬ tre si sviluppava la strategia dei sequestri da parte della resistenza irachena per costringere le forze della coalizione, pressate da un'opinione pubblica internazionale disorientata e perplessa, a ritirarsi dall'Iraq, Bin Laden proponeva una tregua di tre mesi all'Europa, respinta da tutti i governi e dalla stessa Uè, riconfermando invece che Stati Uniti e Israele continuavano ad essere al centro della lotta senza quartiere: «Presento un'iniziativa di riconciliazione - diceva lo sceicco del terrore nel suo appello audio - con l'impegno a cessare le operazioni contro tutti i paesi (europei) che promettano di porre fine agli attacchi ai musulmani e alle interferenze nei loro affari». Un mese e mezzo dopo, gli attacchi in Arabia Saudita sembrano avere archiviato l'offerta del capo della rete di Al Qaeda. Per usare un'espressione della fonte dell'intelhgence, «con gh attacchi di Al Khobar Al Qaeda ha fatto due passi indietro e due in avanti». Naturalmente, l'offensiva della rete terroristica islamica nella pensisela arabica viene valutata in queste ore anche per le possibili ricadute che potrà determinare nei già complicati scenari intemazionali. Per quanto riguarda l'Italia, si tratta di capire se l'attacco di Al Khobar avrà conseguenze nella vicenda degli ostaggi itahani in mano alle Falangi verdi di Maometto. L'analista dell'intelligence riflette a caldo: «L'uccisione del cuoco italiano e la sua rivendicazione complica la vicenda dei nostri connazionali ostaggi in Iraq. Le due prossime settimane, che vedranno l'Italia affrontare dde appuntamenti importanti la visita del presidente americano Bush e le elezioni europee - potrebbero riservarci sorprese negative». Si ferma qui l'analista dell'intelligence che, a questo punto, si augura che «gh ostaggi vengano consegnati ad Eme^gency», l'associazione umanitaria di Gino Strada impegnala in prima linea anche contro la guerra in Iraq. Sono due gli interrogativi che aspettano risposte: intanto, c'è un rapporto diretto tra la resistenza in Iraq e la rete del terrorismo islamico th Osama bin Laden? E poi, quello che è accaduto in Arabia Saudita condizionerà le Falangi verdi di Maometto che hanno in mano i nostri connazionali, finora orientate a rilasciare Maurizio Agliana, Umberto Cupertmo e Salvatore Stefio? Un segnale che ha fatto ben sperare, va ricordato, è stata la consegna alla Croce rossa italiana dei resti di Fabrizio Quattrocchi. Ma l'offensiva del terrore di queste ore fa riflettere anche per quanto riguarda un possibile at¬ tacco terroristico in Italia. Un evento, quest'ultimo, messo ormai nel conto dagli stessi apparati di sicurezza che, in queste settimane, sono mobilitati in attività investigative nella speranza di riuscire - va ripetuto fino all'infinito che allo stato non esistono segnalazioni specifiche di imminenti attacchi in Italia - a neutralizzare i terroristi. Che hanno colpito già in Arabia Saudita come in Marocco, prima degli attentati di Istanbul e di Madrid. Oggi pomeriggio si riunirà al Viminale il Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza. Al centro della riunione presieduta dal ministro dell'Interno, Beppe Pisanu, vi sarà l'organizzazione della sicurezza in occasione della Festa della Repubblica e della visita del presidente americano Bush. Sarà l'occasione, forse, anche per valutare quello che è accaduto ad Al Khobar. «A Roma un capo sciocco e superbo che non nasconde la sua ostilità all'Islam» I terroristi sostengono di aver girato un video in cui l'italiano lancia un appello e di averlo dato ad Al Jazeera ma la notizia non è confermata rj:-,"i-::.;. Controlli antiterrorismo alle frontiere A sinistra, coperti da un lenzuolo, i corpi di due vittime degli attacchi a Khobar L'UOMO NUOVO DI AL QAEDA Abdul Aziz al Muqrin, nuovo capo delle cellule del Golfo, ha preso il posto dello yemenita Khaled Ali Ali Haj, ucciso a Riad il 15 marzo dalla polizia saudita. Secondo funzionari Usa e autorità sauditi sarebbe sua la regia dell'attentato suicida dell'8 novembre 2003 contro un complesso residenziale di Riad, che causò la morte di 17 persone, quasi tutte musulmane. Suo è anche l'articolo pubblicato sull'ultimo numero della rivista militare di Al-Qaeda, Al-Battar, diffusa su diversi siti Internet islamici, dove si spiegano nel dettaglio ai militanti le iniziative adottare per colpire la casa regnante saudita, compresa la guerriglia urbana. Tra le istruzioni, riunirsi in gruppi di non più di quattro persone, risiedere nella città dove si opera e non informare altri dei piani della propria cellula