Simoni fallisce l'assalto C'è un solo re: Cunego

Simoni fallisce l'assalto C'è un solo re: Cunego ESALTANTE TAPPA DOMINATA DAGLI SCALATORI: IL GIOVANE GREGARIO RESISTE E PREPARA L'ARRIVO TRIONFALE DI OGGI A MILANO Simoni fallisce l'assalto C'è un solo re: Cunego Il capitano infuriato attacca il compagno in maglia rosa e va in fuga con Garzelli che vince e ricorda Pantani: «Ho pensato a lui, il Mortirolo era la sua montagna» Giorgio Viberti Inviato a PRESOLANA Una giornata entusiasmante. Attacchi e contrattacchi, alcuni leali, altri infidi. Agguati, strategie, tranelli, patti: la Bormio-Presolana, penultima tappa dal Giro, è stata una pagina memoratile di ciclismo, su strade epiche come il leggendario Mortirolo, la montagna intitolata a Marco Pantani sulla quale ieri la corsa si è infiammata grazie a Garzelli e Simoni. I due, che a inizio mese erano i netti favoriti per la vittoria finale del Giro, sono amvati soli e nell'ordine sul traguardo di Presolana, ma restano i grandi sconfitti della corsa rosa. Damiano Cunego, il 22enne astro nascente della Sacco, ha infatti controllato bene la corsa ed è giunto 5" a meno di 1' dai due, restando saldamente sul trono. E oggi, nella passerella conclusiva da elusone a Milano, nessuno oserà più rimontargli i 2 minuti abbondanti accumulati in classifica sull'ucraino Gontchar e su Simoni. Cunego, il nuovo re del Giro, è il sesto corridore più giovane ad aver conquistato la corsa rosa: meglichdi lui avevano fatto solo il 20enne Coppi, i 21 ermi Marchisio, Saronni e Bartali, il 22enne Balmamion. La giornata si era aperta con un'aria tesa in casa Saeco. Il trionfo di Cunego nella tappa del giorno precedente a Bormio 2000 aveva scatenato l'ira di Simoni, quarto in quell'ordine d'arrivo dopo aver tentato l'azione sohtaria a 8 km dall'arrivo. «Sei un bastardo e un ignorante» pare avesse urlato lo stesso Simoni all'indirizzo di Cunego pochi minuti dopo la conclusione. E lo screzio fra i due non si era risolto nemmeno in serata, tanto che Simoni aveva preferito cenare da solo, prima del giovane compagno. Lo stesso capitano della Saeco ieri ha spiegato i motivi della sua arrabbiatura: «Io non sono andato bene come volevo e Cunego non ha fatto quello che pensavo». Ma davvero ha apostrofato in quel modo il suo «ex» gregario? Il capitano non ha risposto, ma ha aggiunto: «Ci sono rimasto male perché Damiano ha voluto stravincere senza che fosse necessario. Ma la cosa finisce qui». Che Simoni fosse furioso dopo la tappa era parso evidente anche in tv. Ma perché? Cunego, malgrado fosse in maglia rosa, aveva infatti accettato di essere attaccato persino dal proprio capitano e si era limitato a tallonare gli inseguitori che avevano ripreso Simoni a pochi km dalla conclusktae. «Ho rispettato tutti gli ordini di squadra - ha ribadito ieri il giovane eader della classifica -. Era stabihto che Simoni ci provasse e che, in caso di arrivo con un gruppo ristretto, fossi io a fare la volata». Ma come ha reagito Cunego quando ha saputo degli epiteti rivoltigli da Simoni? «Lasciamo stare e gustiamoci questa maglia rosa - ha sottolineato ieri l'enfant prodige della Saeco -. Che cosa volete che vi dica? Un po' di nervosismo dopo l'arrivo è comprensibile. A volte succede anche a me e spesso mi sono pentito delle frasi dette appena taghato il traguardo. L'importante è che io e Gilberto ci siamo chiariti. Non è successo nulla». Una vicenda del genere ruppe la grande amicizia che legava Bettini al suo capitano Bartoh: succederà la stessa cosa tra Cunego e Simoni? «Io e Gilberto siamo amici e spero che potremo restarlo ancora a lungo». Anche ieri, però, il capitano ha cercato di rovinare la festa al gregario cresciuto troppo in fretta. E' successo sul Mortirolo, dopo appena una trentina di km di corsa, quando è scattato Garzelli e subito gli si è messo in scia Simoni. Un attacco «fratricida» del capitano alla maglia rosa, che tuttavia non ha scosso Cunego. Il leader è rimasto nel gruppetto degli altri big anche sul successivo durissimo Vivione e poi lungo il falsopiano malgrado Simoni si alternasse con Garzelli nel tirare a rotta di collo il gruppetto dei fuggitivi che comprendeva anche Illiano, Valjavec e Sijmens. Tutto si è dunque risolto sull'ultima salita della Presolana, quando i due grandi «vecchi», rimasti soli e per un giorno alleati, hanno lanciato l'ultima sfida al giovane in rosa, senza però detronizzarlo. Garzelli ha infine imposto il proprio rush («Ho voluto onorare Pantani, il Mortirolo era la sua montagna, questa vittoria è dedicata anche a lui»), Simoni si è adattato 20 (ma è rimasto 3 ^ nella generale per soli 3"), poi - dietro lo sloveno Valjavec - Cunego ha avuto un gesto di signorilità nel non contendere il 40posto a Cloni. L'ennesima testimonianza della grandezza di questo ragazzo, rivelatosi campione non solo del pedale. Damiano Cunego, 22 anni, festeggia: il gregario ha battuto il capitano, la storia del ciclismo si ripete e torna la favola che fa sognare i tifosi

Luoghi citati: Bormio, Milano