Racket del caro estìnto, è resa

Racket del caro estìnto, è resa PENE DAI 5 MESI Al DUE ANNI PER GLI ABUSI COMPIUTI NEGLI OSPEDALI TORINESI Racket del caro estìnto, è resa Dei 37 indagati, 25 patteggiano la pena Non arriverà a dibattimento pubblico il processo per il racket del «caro estinto», con il suo squallido corollario di mazzette, raccomandazionei e persino atti sessuali compiuti neÙe camere mortuarie. Nel corso della prima giornata di udienza preliminare, che si è celebrata ieri davanti al Gup, 25 dei 37 indagati hanno chiesto di patteggiare pene comprese fra 5 mesi e 2 anni di reclusione; mentre gli altri 11 hanno scelto di venir giudicati con il rito abbreviato, sempre davanti al giudice per l'udienza preliminare. L'ultimo indagato non è stato rintracciato e rischia di venir processato in contumacia. Le accuse vanno dalla corruzione all'associazione per delinquere. Il pm Giuseppe Ferrando, titolare del fascicolo, ha dato il suo consenso al patteggiamento anche alla luce della volontà da parte di alcuni indagati di risarcire gli ospedali e le Asl danneggiate dallo scandalo, scoppiato tre anni fa grazie agli accertamenti svolti dalla Guardia di Finanza. Sotto accusa è finita la prassi, adottata da molte imprese di onoranze funebri, di versare mance più o meno cospicue agli infermieri e agli addetti delle camere mortuarie in cambio della raccomandazione che questi ultimi davano ai parenti dei defunti. Nel corso dell'udienza di ieri si sono costituiti parte civile gli ospedali Molinette, Cto, Maria Vittoria e Martini. Il Mauriziano, che pure era stato citato come persona offesa, ha invece rinunciato. Nel corso delle indagini, che avevano portato anche all'arresto di alcuni infermieri, quasi tutti gli indagati hanno confessato, cercando però di minimizzare la portata degli episodi di corruzione. «Solo qualche regalo, oppure una mancia per vestire la salma», era la formula più adottata. Ma secondo la Procura quel sistema era fin troppo organizzato e collaudato: se qualcuno non avesse pagato, oltre a perdere preziose «segnalazioni» sui morti più recenti avrebbe rischiato di vedersi sfregiare la bara oppure di scoprire qualcosa che non andava nella composizione del defunto. Tutti particolari emersi dagli interrogatori di indagati e testimoni oppure ripresi dalle microcamere poste nelle camere mortuarie dai finanzieri. Che hanno filmato anche partite a carte sulle bare, merende a base di pizza e birra e persino rapporti sessuali fra le casse da morto. Le fiamme gialle sono anche riuscite a ricostruire il tariffario base delle prestazioni: 50-100 mila lire per la vestizione dei cadaveri, 200 mila lire per le segnalazioni dei defunti «di giornata» e 500 mila per ogni cliente mandato dagli addetti dell'ospedale. [g.bal.] Il pm Giuseppe Ferrando

Persone citate: Giuseppe Ferrando