Londra, arrestato l'imam con l'uncino

Londra, arrestato l'imam con l'uncino Londra, arrestato l'imam con l'uncino Su richiesta americana, 11 i capi d'imputazione per Abu Hamza Maria Chiara Bonazzi LONDRA Il famigerato predicatore della jihad cieco da un occhio e con un uncino d'acciaio al posto della mano destra è stato arrestato a Londra nelle prime ore del mattino di ieri, dietro richiesta di estradizione del procuratore generale degli Stati Uniti, John Ashcroft. Tra gli undici capi d'imputazione a carico di Abu Hamza, 47 anni, vi è l'accusa di essere stato coinvolto nel sequestro di un gruppo di turisti occidentali in Yemen nel 1998, che si concluse con la morte di quattro di essi, e inoltre di aver tentato di organizzare un campo di addestramento per terroristi in Oregon e di aver dato sostegno materiale ad Al Qaeda. La pena massima per il sequestro degh ostaggi, ha detto Ashcroft, è la pena di morte o l'ergastolo. Ma la legge britannica proibisce al ministro dell'Interno di concedere l'estradizione a una giurisdizione che applichi la pena capitale, in assenza di un impegno scritto a non comminare o eseguire la sentenza. Sta ora a un giudice di distretto valutare se le accuse a carico di Hamza sono sufficienti a garantire l'estradizione negli Stati Uniti. Il ministro delllntemo David Blunkett ha detto: «Abbiamo un accordo con gli americani che ho rinnovato un anno fa con John Ashcroft, secondo cui se lo estradiamo (gli Usa, ndr) hanno il diritto di dichiararlo colpevole e di condannarlo a morte nella sentenza, ma non di portare a termine l'esecuzio¬ ne». I particolari delle accuse sono stati rivelati da Ashcroft a New York proprio mentre Hamza, che è di origine egiziana, compariva a un'udienza preliminare nel carcere di massima sicurezza londinese di Belmarsh. Nel frattempo, la polizia ha perquisito la sua casa in un quartiere occidentale della capitale e ha portato via videocassette, documenti personali e una valigia. II suo arresto è avvenuto un anno e mezzo dopo il raid notturno della polizia nella moschea di Finsbury Park, che Hamza usava come base per predicare l'odio verso l'Occidente e dalla quale era stato successivamente bandito. Si ritiene che IThi abbia raccolto indizi a suo carico dopo l'arresto, qualche mese fa, di un suo ex amico, James Ujaama, attualmente detenuto in America per aver aiutato i talebani. Riguardo al sequestro di 16 turisti in Yemen, gli Stati Uniti accusano Hamza di avere agito da intermediario con il gruppo dei terroristi, e sostengono die ci sono delle conversazioni telefoniche che lo dimostrano. Tre britannici e un australiano furono uccisi quando furono usati come scudi umani tra i rapitori e le forze yemenite intervenute per liberare i turisti. Poco dopo, lo Yemen accusò Hamza di legami con i terroristi e ne chiese l'estradizione. Scotìand Yard lo arrestò per alcuni giorni, ma lo lasciò andare senza incriminarlo. Ashcroft ha aggiunto: «Hamza è anche accusato di aver fomite e nascosto aiuto materiale e risorse ad Al Qaeda», e anche «di aver cercato di istituire un campo di addestramento alla jihad violenta in Oregon tra il 1999 e il 2000», di aver «facilitato la jihad violenta in Afghanistan e di aver cospirato per fornire beni e servizi ai talebani». Raymond Kelly, commissario capo di polizia a New York, ha detto di Hamza: «Consideratelo come un consulente freelance di gruppi terroristi in tutto il mondo». Prima della richiesta di estradizione degli Usa, Londra stava cercando di estradare Hamza nello Yemen, e di privarlo della cittadinanza da lui ottenuta tramite il suo matrimonio con una donna inglese, da cui è divorziato. Hamza aveva immediatamente presentato appello, ma adesso la richiesta di estradizione americana ha assunto la precedenza. Si ritiene che il giudice deciderà il suo fato entro l'autunno. Da quando era stato cacciato dalla moschea di Finsbury Park, l'ex buttafuori del West End che dice di avere perso un occhio e una mano in Afghanistan durante la guerra contro i sovietici a fianco dei mujahedin, aveva continuato a fare i suoi sermoni incendiari in strada. Si ritiene che alcuni terroristi di Al Qaeda coinvolti negli attentati dell'I 1 settembre fossero a loro tempo passati per quella moschea. Dopo l'attentato alle Torri gemelle, da lui definito «un grandissimo giorno nella storia», Hamza disse: «Tanta gente salterà su e giù per la gioia». L'imam Abu Hamza