A Najaf accordo tra americani e Muqtada il ribelle di Maurizio Molinari

A Najaf accordo tra americani e Muqtada il ribelle MILIZIANI E MARINES SI RITIRANO DALLA CITTA' SANTA, LA SICUREZZA VERRÀ' GARANTITA DALL'ESERCITO IRACHENO A Najaf accordo tra americani e Muqtada il ribelle Agguato a una componente del Consiglio governativo, ucciso il figlio Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK Le truppe della coalizione e l'Esercito del Mahdi si ritirano da Najaf. Sono stati i leader locali della città santa sciita a consentire la sospensione degli scontri dopo oltre un mese di combattimenti, siglando un accordo scritto con l'imam Muqtada al-Sadr in base al quale le forze irachene assumeranno il controllo delle zone urbane. Il primo annuncio del ritiro è venuto dai miliziani di Al Sadr e poco dopo il portavoce della coalizione, Dan Senor, ha fatto sapere che «le nostre forze sospendono le operazioni offensive, si riposizionano fuori dalla città e continueranno a svolgere compiti di pattugliamento per la sicurezza». L'intesa raggiunta consente a tutti i protagonisti della crisi di ottenere qualcosa: le forze della coabzione riescono a spegnere la rivolta dei miliziani sciiti non solo a Najaf ma anche a Karbala e Kufa, Al Sadr sfugge all'arresto e non è obbligato a sciogliere il suo Esercito del Mahdi, il Consiglio governativo vede legittimato il ruolo dei propri soldati. Dietro i leader locali c'è la figura di Ali Sistani, maggiore autorità reUgiosa degU sciiti iracheni, che ha imposto le condizioni concordate facendo leva sulla necessità di porre fine ai combattimenti attorno alle moschee e ai santuari di Najaf, rimasti lievemente danneggiati durante gli scontri in seguito alla decisione dei miliziani di Al Sadr di usarli per posizionare cecchini e armamenti. La presenza di combattenti sciiti dentro le moschee aveva portato a uno stallo perché le forze della coalizione non avrebbero potuto darvi l'assalto per timore delle conseguenze poUtiche di una simile decisione. In cambio della rinuncia ad arrestare Al Sadr gU americani hanno avuto l'assicurazione che saranno le nuove autorità irachene a occuparsi di lui, rimandando di fatto l'arresto a dopo il passaggio dei poteri a Baghdad previsto per il 30 giugno. Il leader sciita Mouwafak al-Rubaie non esclude che il compromesso di Najaf possa portare Al Sadr a lasciare le armi per entrare in politica: «Non c'è ragione che impedisca ad alcun movimento politico di usare mezzi democratici per partecipare alla costruzione dell'Iraq». Secondo Mohammed al-Musawi, uno dei negoziatori sciiti locali, l'accordo prevede la trasformazione dell'Esercito del Mahdi in un partito politico, la creazione di una forza di sicurezza per Najaf, il ritiro degli americani, il rinvio dell'arresto di al-Sadr a quando vi sarà un govemo sovrano e il divieto di portare armi in pubblico. Nella città sciita comunque la situazione resta tesa in attesa dell'arrivo dei contingenti iracheni, chiamati per la prima volta a garantire da soli la sicurezza di una grande città. Il convogho che riportava a Baghdad Salama al-Khafajii - una delle donne che fanno parte del Consiglio di governo iracheno e che, in quella veste, aveva partecipato ai negoziati con al-Sadr - è stato oggetto di un'imboscata a venti chilometri dalla capitale. La signora è sopravvissuta, ma tre guardie e il figlio sono morti. Secondo al Jazeera, il giovane Khufaji sarebbe annegato nel fiume d'era precipitata la macchina presa di mira dai guerriglieri. La signora Khafaji ha sostituito nel Consiglio di govemo Akila al-Hashemi, assassinata nel settembre 2003 davanti alla sua abitazione a Baghdad. Altrove si continua a combattere. Tre marines sono stati uccisi nel «Triangolo sunnita» a Nord di Baghdad, portando a 805 il numero dei soldati americani morti dall' inizio del conflitto. Il timore dell'intelligence è che la guerriglia si stia preparando a lanciare una nuova massiccia offensiva in coincidenza con il 30 giugno: di qui anche la decisione del govemo britannico di inviare altri 370 soldati, portando il proprio contingente a 8900 uomini e riservandosi ulteriori aumen- ti di truppe. Sul fronte diplomatico il Segretario generale dell'Orni, Kofi Annan, ha espresso «fiducia» nella possibilità che l'inviato Lakhdar Brahimi raggiunga l'intesa sulla composizione del nuovo govemo iracheno entro lunedì. Vi sono però attriti con gli Usa: al palazzo di Vetro non hanno gradito la fuga di notizie dal Dipartimento di Stato sulla possibile designazione a premier dello scienziato nucleare Hussein Sharhistani. «Nessun nome finora è stato fatto, le speculazioni in questo momento non aiutano», ha lamentato Steffan Dujarric, portavoce del Palazzo di Vetro. Washington rinuncia ad arrestare Al Sadr Di lui si occuperanno le nuove autorità dopo il passaggio dei poteri il 30 giugno La signora Al Khafaji tornava a Baghdad dopo la trattativa quando il suo convoglio è caduto in un'imboscata Morte anche tre guardie ThfT Fftee oom ForBosh Su un muro a Sadr City, il sobborgo sciita di Baghdad, un dipinto che raffigura le torture nel carcere di Abu Ghraib: altri cinque americani sono stati incriminati ieri

Luoghi citati: Baghdad, Iraq, New York, Usa, Washington