Triste Deschamps La J uve lo scuote «Con noi vincerai»

Triste Deschamps La J uve lo scuote «Con noi vincerai» MOGGI VUOLE CHIUDERE IN FRETTA L'ACCORDO CON IL FRANCESE Triste Deschamps La J uve lo scuote «Con noi vincerai» Passerella a Monaco per gli sconfitti nella finale di Champions. Stanco e deluso, «Didì» chiede tempo ai bianconeri ma Bettega lo incalza: «La cosa bella del calcio è che ti regala subito la chance di riprovarci» Fabio Vergnano inviato a MONTECARLO Dicono i maligni che siccome ha perso il campionato e la finale di Champions League, Didier Deschamps è l'allenatore giusto per la Juventus. Al di là delle battute che il candidato numero uno alla panchina bianconera si porterà dietro fino alla prima vittoria che conta, di sicuro Didì ha finito malissimo una stagione che aveva tutto per diventare esaltante. Un mesto epilogo, come triste e dimesso era lui ieri pomeriggio quando è arrivato allo stadio monegasco «Louis II», capolinea dell'avventura europea. Un Deschamps stanco, distrutto, provato da una sconfitta che fa passare in secondo piano il suo futuro ormai senza incertezze, anche se c'è sempre qualcosa che rinvia il momento dell'annuncio. Ma nonostante tutto il Principato ha voluto festeggiare e ringraziare questa squadra che ha sfiorato il miracolo europeo. Non c'è stata l'accoglienza prevista in caso di vittoria, tuttavia i monegaschi hanno riservato applausi ai giocatori quando sono arrivati a destinazione provenienti dall' aeroporto di Nizza. Più agenti che tifosi attorno allo stadio bomboniera schiacciato fra i grattacieli, un apparato di sicurezza assolutamente fuori luogo viste le circostanze. Tre bus per la comitiva degli sconfitti, figli, mogli e fidanzate mescolate a Giuly e compagni come se fossero reduci da un'allegra scampagnata. Una scolaresca costretta a fermarsi per rimpolpare il gruppo dei supporter e far sì che la claque fosse più corposa. Tutta qui la festa. Deschamps è sceso dal secondo pullman, ha ritirato il bagaglio perchè qui non ci sono magazzinieri compiacenti che scaricano le borse griffate, si è avviato verso il parcheggio avvolto nel suo fantozziano giaccone di pelle nera che contrastava con il clima estivo e i primi bagnanti sulle spiagge vicine. La Juve? Deschamps ha sorriso, ha chiesto scusa, ha fatto capire, ma non ha potuto uscire allo scoperto. Anche perché non è ancora tutto chiarissimo e definito come si penserebbe. E anche Luciano Moggi lo sa. Il dg bianconero ha lasciato che l'ex centrocampista di Lippi concludesse la stagione, poi ieri gh ha spedito una specie di ultimatum: un giorno per dare il suo assenso. Prendere o lasciare. Tutto di nuovo in discussione? Non è proprio così, tuttavia, come dice Deschamps «non è soltanto un problema di mettere un autografo su un pezzo di carta, dobbiamo parlare di tante cose». In realtà è Deschamps che deve parlare con il presidente del Monaco Svara (questione di dettagli), ma soprattutto con il principe Alberto per accomiatarsi con principesca educazione. Ieri sera c'è stato il saluto a Palazzo, occasione giusta per ringraziare e toghere il disturbo. Il principe, mercoledì sera a Gelsenkirchen, a botta calda ha detto: ((Abbiamo fatto la nostra offerta, però non possiamo competere con i grandi club». Una resa firmata e controfirmata da parte dell'erede Grimaldi che all'ora di cena ha salutato la squadra diretta al «Café de Paris» per il brindisi prima del «tutti liberi». Fra un mese chi sarà scampato al saccheggio del Monaco, squadra che ha tanti campioni che fanno gola a mezza Europa, troverà un altro allenatore, un altro vice allenatore, un altro preparatore atletico. A meno che Didier non impazzisca e decida di restare un allenatore di lussuosa periferia. Deschamps, prima di salire alla Rocca grimaldiana che sovrasta il golfo, ha detto: «Nella vita ci vuole pazienza e la Juve ne avrà. Adesso non posso parlare del mio futuro, mi devo ricaricare dopo questa finale persa, e ci vorrà qualche giorno. Quando verrò a Torino per firmare? Può darsi che siano loro a venire a Montecar- lo». Porterà in dote Morientes? Lo spagnolo scortese: «No hablo». Non parlo. Troverà Chevanton? «Chi?», si è chiesto Deschamps con aria furbetta. Moggi potrebbe partire. Un weekend nel Principato non si rifiuta mai. Oggi sapremo se Didier si sarà sdoganato, se avrà deciso di fare un salto nel suo passato. Il presidente Svara, tanto per semplificare la vicenda, ha detto: ((Abbiamo una riunione con Didier all'inizio della prossima settimana». E' vero, la pazienza è la virtù che domina questa vicenda. Roberto Bettega, che purtroppo per lui di sconfitte pesanti ne ha vissute tante, ha incoraggiato l'Omino di ferro: «La cosa bella del calcio è che ti offre subito l'opportunità di riprovarci». Un invito a Deschamps per ripartire da una Juve rimodellata, e pronta a riprendersi lo scettro del potere. Ns Didier Deschamps consola il suo giocatore Evra al termine della finale di Champions League persa 3-0 contro II Porto

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