Ambrosino svela il codice di Fulvio Milone
Ambrosino svela il codice CALCIO SCOMMESSE, L'EX GIOCATORE DEL GROSSETO DAVANTI Al PM. FIGC: SCATTANO GLI INTERROGATORI Ambrosino svela il codice «Centro uguale pari, così parlavamo fra noi» Fulvio Milone corrispondente da NAPOLI Ha parlato per quattro ore con i magistrati, chiarendo il suo ruolo in uno scandalo, quello del calcio scommesse, che si sta allargando a macchia d'olio. Salvatore Ambrosino, ex centrocampista del Grosseto, collabora con gli inquirenti che indagano sulle partite truccate nell'ul- ' timo campionato di serie A, B e C. Ieri è stato interrogato a lungo, per la terza volta, negli uffici della Direzione investigativa antimafia dai due pm titolari dell'inchiesta, Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci. «E' stato chiamato a fornire chiarimenti su alcune circostanze emerse nel corso delle indagini», si è limitato a dire il suo avvocato, Luigi De Vita. Sembra però che il suo contributo sia stato estremamente importante, soprattutto per chiarire il significato di alcune telefonate, le più importanti, intercettate negli ultimi tre mesi dai carabinieri. Ambrosino, ad ogni modo, dovrebbe essere ascoltato ancora nei prossimi giorni. E' lui ad aver «decrittato» nei giorni scorsi il codice di cui, secondo gli inquirenti, si servivano nelle loro conversazioni i calciatori e i faccendieri indagati per associazione a delinquere finalizzata alla frode in competizione sportiva. Il giocatore ha spiegato che le parole «centro», «periferia» e (primo», pronunciate dagli atleti e registrate dagli investigatori, significano rispettivamente il pareggio, la vittoria della compagine ospite e quella della squadra padrona di casa. Grazie a lui, ancora, si è saputo che «il bello» è Stefano Bettarini e il «parente» è il giocatore del Modena Antonio Marasco, che il «guardiano» è il guardalinee e «l'uomo nero» l'arbitro. Ha parlato anche di un «santone», deus ex machina dell'organizzazione, l'uomo che avrebbe fatto da collettore delle scommesse: «Mi pare che il santone vuole intervenire per vedere quello che può fare», aveva detto uno dei calciatori durante una telefonata intercettata ad aprile. Il mistero che avvolge il nome di quel personaggio, però, non sarebbe più tale. I carabinieri l'avrebbero già identificato, anche se non confermano la notizia. Se la magistratura si sta muovendo per dissipare le nebbie che ancora incombono sull'affaire del calcio-scommesse, la giustizia sportiva non rimane con le mani in mano. Entro questa settimana, forse venerdì, l'ufficio indagini della Figo comincerà gli interrogatori dei tesserati coinvolti nell'inchiesta. L'ha confermato il capo dell'ufficio indagini, generale Italo Pappa, rispondendo così alle sollecitazioni del presidente della Federazione Carraro. «L'operato dell'ufficio indagini è strettamente connesso con i tempi e le necesità istruttorie dell'autorità giudiziaria - ha spiegato Pappa -, tanto è vero che abbiamo chiesto ai tesserati di assicurare la loro reperibilità». Anche le società cercano di correre ai ripari. Paolo De Luca, presidente del Siena, uno dei club coinvolti nell'indagine, annuncia una «carta di comportamento etico» da far sottoscrivere ai giocatori. Il rispetto del codice sarà garantito dal punto di vista economico da una fidejussione «in modo che, qualsiasi marachella vi fosse, il calcia¬ tore verrà penalizzato con i fondi che saranno poi devoluti alla ricerca per la medicina sportiva». E' fitto di scadenze anche il programma dei magistrati napoletani. Nei prossimi giorni saranno interrogati gli ultimi sei indagati nell'inchiesta: oltre Bettarini, i calciatori Alfredo Femiano (Como), Antonio Marasco (Modena), Giovanni Califano (Chieti), Luigi Saracino e Giovanni Prete. Filippo Beatrice, uno dei due pm titolari dell'inchiesta sul calcio scommesse
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