«Abbiamo lavorato coh rispetto reciproco e amore per il cinema»

«Abbiamo lavorato coh rispetto reciproco e amore per il cinema» IL FESTIVAL DI CANNES E FINITO, LA GIURIA SPIEGA LE SUE SCELTE «Abbiamo lavorato coh rispetto reciproco e amore per il cinema» Apprezzato l'unico film italiano in concorso. Turner: «Avrei voluto un numero maggiore di personaggi femminili forti su cui discutere» FulviaCaprara inviata éCANNES La Faina d'oro al documentario ài Michael Moore «Fahrjnheit 9/11 » è stata decisa all'inanimita da una giuria che ìk lavorato «nel segno dell'aiore per il cinema e del rispetio delle diverse opinioni». P?r la prima volta nella storiatìel Festival i giurati si confrtntano con la stampa intenazionale all'indomani del «jilmares», mentre sulla Croisdte inizia la smobilitazione.! Partono gli addetti ai lavorij partono i camion carichi ditransenne e tubi limocenti, si smontano gli enormi cartelioni pubblicitari dei film, mapella sala delle conferenze stampa il Festival è ancora vivo e battagliero. La prima mtragliata di domande riguaida, ovviamente, la motivazione alla base del premio più ambito, ovvero perché Queitin Tarantino ha dato la Fama a Michael Moore (argomento di cui riferiamo agine del giornale), osità ruotano anche gli altri vincitori, ita del lavoro dei e loro discussioni: in altre ma le e intomo alle mo giurati, «Abbiam dopo av(r massimo deciso di riunirci visto quattro, al inque film - racconta Tarantino -, abbiamo mangiato, be\ ito e parlato moltissimo, ogi L opera è stata valutata a Ivu io. Non ci sono stati film ehninati in partenza. Tranne me. Lo so che vorreste sapei ì quali sono, ma non ve lo dò mai». E ancora: «Non sia io stati sempre d'ac¬ cordo, ognuno ha avuto la sua opinione ed è stato libero di esprimerla, senza paura di venire attaccato dagli altri». L'unico film italiano in concorso, «Le conseguenze dell' amore» di Faolo Sorrentino, è stato esaminato dai giurati e, aggiunge Tarantino, «ha avuto i suoi difensori». Per alcuni riconoscimenti l'accordo è stato subito compatto: «In ognuna delle discussioni - fa sapere la giurata Kathleen Turner - la protagonista di "Clean" Maggie Cheung è stata sempre presente, l'abbiamo considerata tutti straordinaria». L'unica interprete che avrebbe potuto soffiarle il premio, svela il presidente Tarantino, era la Zhang Zi Yi di «2046», neonata stella d'Oriente che alcuni già chiamano la nuova Gong Li: «Mi è un po' dispiaciuto - commenta Turner che non ci sia stato un numero più ampio di personaggi femminili forti su cui discutere». C'è una spiegazione anche per il premio al miglior interprete maschile, andato al ragazzino Vagirà Yuya, protagonista di «Nobody knows»: «Abbiamo adorato il film, la performance di questo giovanissimo attore, capace di raccontare con bravura impressionante la storia di un'evoluzione, ci è rimasta subito dentro. Abbiamo ritenuto che la sua età non avesse importanza». E se «Old boy» è entrato immediatamente nella rosa dei candidati, arrivando a sfiorare la Palma, come d'altra parte si aspettavano tutti, visto il gusto «tarantiniano» della pellicola, il tailandese «Tropical malady» di Apichatpong Weerasethakul ha fatto molto discutere: «Ci ha toccato profondamente dice Tarantino -, anche se di certo è un film che suscita sentimenti contrastanti, può essere amato oppure odiato. Devo dire che in giuria aveva molti avvocati difensori». Di «2046», l'opera di Wong Kar-wai giudicata da molti meritevole del massimo premio. Tarantino parla con devozione: «È stato un onore averla avuta in concorso, sicuramente meritava un riconoscimento. Non si può dire che abbia perso, ma solo che non ha vinto». Alla signora omicidi di «The ladykillers» dei fratelli Coen, l'irresistibile Irma P. Hall, la giuria avrebbe dato, se fosse esistito, «il premio forza della natura». Della sceneggiatura di «Comme une image», firmata da Agnès Jaoui e Jean-Pierre Bacìi, si è subito detto tutto il bene possibile. L'inteipretazione di Bacìi, che nel film è un padre egocentrico e distratto, è stata anche presa in considerazione per il premio all'attore. Dell'esperienza, felice per tutti, l'autore di «Kill Bill» conserverà ottimi ricordi. E non solo: «Durante le discussioni della giuria - spiega, guardando Emmanuelle Béart -, sono state pronunciate delle frasi e usate delle espressioni molto belle. Non è detto che non le ascolterete in qualcuno dei miei prossimi film». Kathleen Turner, uno dei giurati, con Tarantino, il presidente della giuria del Festival di Cannes che ha premiato Moore

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