Un secolo di storia d'Italia visto dal cuore del Ghetto

Un secolo di storia d'Italia visto dal cuore del Ghetto L'EDIFICIO INAUGURATO DA VITTORIO EMANUELE III, LO STESSO RE CHE 34 ANNI DOPO AVREBBE FIRMATO LE LEGGI RAZZIALI Un secolo di storia d'Italia visto dal cuore del Ghetto .a retata nazista del '43, il bimbo ucciso nell'attentato di Abu Nida Nell'BG la visita di Giovanni Paolo II, che ieri però ha declinato l'invito la storia Marco Tosatti ROMA ALLE 8 del mattino del 28 luglio 1904, Vittorio Emanuele III entrava nella Sinagoga di Roma; una costruzione volutamente imponente progettata dagli architetti Costa e Armanni; il primo simbolo monumentale, secondo alcuni, dell'Italia liberale e laica (il «Vittoriano» verrà completato in seguito). E' anche vero, come ha ricordato il rabbino Riccardo Di Segni, che lo stesso sovrano che sanciva con la sua presenza la fine di una discriminazione ingiusta imposta dallo Stato Pontificio, avrebbe firmato, trentaquattro anni più tardi, in nome di uno Stato laico delle leggi ben più crudeli. Ma in quel momento nessuno poteva prevedere tanto orrore, anzi. Per la comunità ebraica italiana, e per quella di Roma in particolare, sembrava che finalmente fosse giunta la fine dei tempi duri; una sensazione che gli anni successivi avrebbero rafforzato. Dal 1907 al 1913 è sindaco Emesto Nathan; nel 1910 è primo ministro Luigi Luzzatti, dopo aver svolto l'incarico di Ministro delle Finanze. Sidney Sennino, di origine ebraica ma convertito al protestantesimo, era stato nominato a capo del governo dal re nel 1906. Lo stesso re che aveva avuto come istruttore Giuseppe Ottolenghi, il primo ebreo a rivestire il grado di generale nell'esercito itahano; nel 1902 viene premiato con l'incarico di Ministro deUa Guerra, e il titolo di senatore. E l'elenco potrebbe continuare. Di questa rivincita suba storia il simbolo tangibile, è in un certo senso proprio la costruzione della Sinagoga di Roma, l'edificio che offre una visibilità negata nei secob passati aba antichissima comunità romana, che si è arricchita viva via con l'immissione di ebrei espul¬ si da altri paesi. Risale al primo secolo avanti Cristo la presenza israehtica sulle sponde del Tevere, una presenza che non è mai cessata; anche perché a differenza che dal resto d'Europa, gli ebrei da Roma non vennero mai espulsi. La zona del Ghetto, di fronte all'isola Tiberina, sulle sponde del Tevere, non ancora strette nel corsetto di cemento, era soggetta a inondazioni frequenti, e di conseguenza malsana. La costruzione della Sinagoga fu inserita nel grandioso piano di costruzione degli argini. Ma quando il progetto ebbe inizio, nel 1893 nell'area in cui fu costruito il Tempio c'era solo una spianata polverosa, i margini del Tevere erano in costruzione e la Comunità ebraica viveva momenti di grande attesa: il comune di Roma non rilasciava i permessi per la costruzione della Sinagoga nell'ambito del risanamento del ghetto. Alcuni isolati, quebi più fatiscenti e malsani, vicini al Tevere, erano stati abbattuti, ma non era ancora chiaro come l'area sareb- he stata ridisegnata. Così la comunità - circa tremila persone, aU'epoca - visse passo a passo, con grande partecipazione, tutto il complesso percorso: dapprima l'abbattimento del ghetto, le cui porte erano a via deUa RegineUa, davanti a piazza Mattei; poi il piano di decentramento deU'Università Israeh¬ tica che prevedeva lo spostamento daU'area di miUe famiglie povere; la decisione di costruire un tempio di rito unicoche però avrebbe ospitato anche la memoria dei riti diversi, da quello romano, che ha origini palestinesi risalenti a prima deUa distruzione del tempio di Gerusalemme; e infine l'identifi¬ cazione di un luogo ove edificare quello che gli ebrei romani chiamavano «il mirabile», in quanto da ammirare e, visìbile da tutte le parti deUa città. Un tempio «indice di libertà, di uguaglianza e di amore»: così, nel discorso inaugurale del presidente Angelo Sereni il 28 lugbo 1904, gh ebrei romani avevano immaginato la loro sinagoga, consci del valore simbolico della costruzione che doveva rendere manifesta la riconquistata libertà della comunità ebraica dopo oltre tre secoh di reclusione. Così il Tempio Maggiore di Roma si trova fra il Campidoglio e il Gianicolo o meglio, come diceva Sereni, «fra il monumento a Vittorio Emanuele II e quello a Garibaldi, i due grandi fattori deU'Itaha nostra»; e Vincenzo Costa e Osvaldo Armanni, gb architetti che costmirono la sinagoga in stile eclettico, si sforzarono di tradurre questa a-spirazione. Da allora il palazzo squadrato, in stile «babilonese» con la cupola che è diventata uno dei punti di riferimento della «skyline» capitolina è diventato il vero cuore della comunità, insieme con Via del Portico d'Ottavia, detta «piazza» dagh ebrei romani, gb «nghevrimme», come si autodefiniscono nel particolare dialetto giudaico romanesco. Il Tempio Maggiore è stato testimone di fatti tragici e gioiosi. La razzia di miUeduecento ebrei romani da parte dei nazisti, neb'ottobre del 1943 e l'attentato del 9 ottobre 1982 commesso da Abu Nidal, in cui perse la vita un bambino. Michele Taché; la sosta e la benedizione sul Lungotevere di Giovanni XXm, e la visita storica del 16 aprile 1986 da parte di Giovanni Paolo II. «Con il giudaismo - disse il Papa accolto dal rabbino Ebo Toaff - abbiamo una relazione che non abbiamo con nessuna altra religione. Voi siete i nostri frateUi prediletti e, in un certo modo, si potrebbe dire i nostri fratpUi maggiori». QueUa visita resta unica. Invitato, Giovanni Paolo n ha preferito non partecipare aUe celebrazioni per il secolo di vita della Sinagoga. Sul perché si sono fatte molte ipotesi; e in effetti il dialogo fra fratelli maggiori e minori.non sembra vivere un momento esaltante. Il direttore deUa Sala Stampa deUa Santa Sede, Joaquin Navarro Vabs, ha spiegato che c'è «il desiderio personale del Papa di mantenere aba visita dell'86 un carattere di evento unico e per questo irripetibile». Quindi, la salute non c'entra. Costruito tra il Campidoglio e il Gianicolo, è uno dei primi monumenti dello Stato laico e liberale Il funerale del piccolo MicheleTachè ^OTcèàs, ; - ^ ' "" ~"-'' La sinagoga di Roma, inaugurata nel 1904 alla presenza di Vittorio Emanuele III A destra, la storica visita di Giovanni Paolo II nel 1986