«Il comandante in Iraq vide le torture a Abu Ghraib»

«Il comandante in Iraq vide le torture a Abu Ghraib» IL PENTAGONO REAGISCE: «E' FALSA» «Il comandante in Iraq vide le torture a Abu Ghraib» Il Washington Post pubblica una testimonianza contro il generale Sanchez Maurizio Molinarl corrispondente da NEW YORK Spunta il nome del generale Ricardo Sanchez nello scandalo delle torture. Sanchez è il generale posto dal Pentagono al comando di tutte le truppe schierate in Iraq, sopra di lui a Baghdad c'è solo il generale John Abizaid capo dell'intero scacchiere del Comando Centrale che si estende dall'Egitto al Pakistan. A chiamare in causa Sanchez è il «Washington Post» che ha pubblicato ieri la trascrizione del colloquio avvenuto in aprile a Camp Victory, Baghdad, fra il capitano John McCabe, procuratore militare incaricato dell' inchiesta, e il capitano Robert Shuck, l'avvocato militare che rappresenta uno dei sette soldati finora incriminati per gli abusi commessi ad Abu Ghraib. «Lei mi sta dicendo che il capitano Donald Reese, capo della compagnia, testimonierà che il generale Sanchez era presente e vide cosa stava avvenendo?», chiese McCabe. «Questo è quanto Reese mi ha detto, sono un ufficiale del tribunale signore e non mento, ho due bambini a casa e non rischio la carriera» rispose Shuck. Il Pentagono ha reagito alla diffusione della trascizione con una nota ufficiale: «L'articolo in questione è falso». Se non dovesse essere così la situazione di Sanchez diventerebbe molto complicata. Il generale infatti ha testimoniato sotto giuramento solo la scorsa settimana di fronte alla commissione Forze Armate del Senato di Washington di essere stato del tutto all'oscuro di quanto avveniva dentro le celle di Abu Ghraib e di aver ordinato l'apertura di un'inchiesta quando a metà gennaio arrivarono le prime denunce da parte di soldati. A conferma di questa tesi Sanchez ha affermato anche di aver ricevuto il rapporto della Croce Rossa Internazionale sugli abusi - redatto il 6 novembre del 2003 - solo a metà dicembre. Le incongruenze fra la deposizione giurata di Sanchez e l'articolo del «Washington Post» - che ha pubblicato anche la foto del testo della trascizione di quanto detto dall'avvocato militare - sono ancora maggiori se si tiene presente che secondo il capitano Shuck la responsabile delle operazioni di intelligence ad Abu Ghraib, Carolyn Wood, fu «coinvolta intensamente negli interrogatori dei detenuti, chiuse gli occhi di fronte a certi metodi e sottolineò che si trattava di procedure standard». A puntare l'indice verso Sanchez è anche il generale Janis Karpinski comandante della brigata di polizia militare responsabile di Abu Ghraib e sospesa a causa dello scandalo iniziato con la diffusione delle prima foto da parte della tv «Cbs» secondo la quale effettuò «tre visite al carcere nel mese di ottobre» in coincidenza con il periodo durante il quale avvennero le torture divenute ora di pubblico dominio. Se le parole di Shuck dovessero rivelarsi vere lo scandalo degli abusi - il «Los Angeles Times» ha aggiunto a ciò che è già noto la descrizione della prassi di mettere i visi dei detenuti contro pavimenti coperti di urine - potrebbe cambiare volto perché fino a questo momento la Casa Bianca ed il Pentagono hanno affermato che i responsabili sono delle «mele marce» e che gli alti responsabili, militari e civili, dell'ammini- strazione non ne furono direttamente coinvolti né ne erano al corrente. Anche in Gran Bretagna il comportamento dei militari in Iraq è oggetto di inchieste ed il quotidiano «The Independent» ha rivelato ieri che un imprecisato numero di prigionieri iracheni vennero picchiati e torturati da soldati britannici lo scorso settembre in un albergo di Bassora. Il quotidiano ha trovato ed intervistato cinque ex detenuti, che hanno raccontato come un altro di loro - Babà Moussa - perse la vita a causa delle percosse inflitte da sei soldati che tentavano di sapere dove era fuggito il proprietario dell'hotel dove erano stati arrestati. I militari in questione apparterrebbero al reggimento Queen's Lancashire, lo stesso a cui vennero addebitate le foto di torture pubblicate dal tabloid «Daily Mirror» e poi rivelatesi false, al punto da costringere il direttore a dare le dimissioni. Amnesty International ha fatto sapere da Londra di voler condurre una propria indagine su quanto avvenuto a Bassora, lamentando tuttavia il rischio di non poter eseguiJTP accertamenti,.sui soldati della coalizione. Al momento infatti i militari delle truppe alleate schierate in Iraq risultano immuni dà inchièste della giustizia intemazionale sulla base di accordi bilaterali sottoscritti fra il governo degli Stati Uniti ed il consiglio governativo di Baghdad e tali intese dovrebbero far parte anche del corpo di norme che verrà legittimato con l'insediamento del governo di transizione dopo il passaggio dei poteri previsto per il 30 giugno. Gli Stati Uniti non aderiscono e non riconoscono la Corte penale intemazionale e negli ultimi due anni hanno firmato accordi bilaterali con oltre quaranta nazioni per garantire l'immunità del loro personale civile e militare da tribunali non americani.