Schubert inedito per il Museo

Schubert inedito per il Museo INAUGURATO A BOLOGNA Schubert inedito per il Museo Paolo Gallatati BOLOGNA Si è inaugurato l'altro giorno a Bologna ilMuseo Intemazionale e Biblioteca della Musica nell'antico palazzo Aldini Sanguinetti, donato al Comune dall'ultima erede della famiglia. La meraviglia di pareti affrescate rendeva difficile realizzare un allestimento adatto per un museo ma la soluzione è eccellente; vetrine e bacheche non si sovrappongono ai dipinti, lasciandoli visibili, e possono così ospitare, con ariosa leggerezza, in un riuscito connubio tra l'antico e il moderno, le straordinarie collezioni che risalgono al lascito di Padre Giambattista Martini, autorità intemazionale della musica settecentesca, autore della prima storia musicale, contrappuntista insigne, bibliofilo, collezionista di strumenti e di ritratti, amico e maestro di Mozart durante i suoi viaggi italiani. Scelti e ordinati da Lorenzo Bianconi e Paolo Isotta, sono esposti nelle sale del Museo libri e partiture, strumenti e libretti d'opera, ritratti e quadri, cimeli e ricordi di straordinario valore: finalmente, esce alla luce del sole un tesoro che la città conservava da decenni in luoghi noti ai soli specialisti, quando non in polverosi magazzini. Così, il visitatore del Museo della Musica vede scorrere davanti a sé tre secoli di storia e storiopafia musicale, ammira pezzi artistici e bibliografici di primo piano, in attesa di poter disporre della colossale biblioteca del Conservaatorio che attende solo il trasferimento nelle sale del Museo, già predisposte con nitidi scaffali. Finita la festa inaugurale, tutti al Comunale per la prima esecuzione mondiale di un'opera di Franz Schubert, «Gli amici di Salamanca», nell'edizione critica curata da Marco Beghelli e diretta da Rodolfo Bonucci. L'opera, un Singspiel di canto e recitazione composto a 18 anni, è un torso incompiuto: mancano tutti dialoghi parlati che dovevano collegare i pezzi. La ricostruzióne è stata opera di Vincenzo Cerami che ha scritto una commediola vivace, fin troppo goliardica, sulle vicende d'amore degli studenti di Salamanca. Il clima del testo tende alla farsa anche per la regia di Franco Ripa di Meana con le scene e costumi di Paolo Bernardi. Ma la musica di Schubert addita altre vie: quelle della leggerezza incantata e fiabesca, tipica di un'opera che ha alle spalle il Mozart del «Flauto Magico» e si apre alle prime stupefazioni liriche in seno alla natura che tutto avvolge. La partitura resta a livello medio nel primo atto, con qualche eccezione per le parti femminili. Nel secondo atto rivela, invece, parecchie sorprese: il coretto della vendemmia, l'aria di Tormes e quella di Olivia innamorata, il duetto estatico con Alonso, la Romanza di Diego, che è un canto alla notte nel mistero della natura, confermano che le opere di Schubert, anche le più trascurate, sono miniere, scrigni di perle che magari non riescono a legarsi in collane ma, singolarmente, brillano con un fulgore raro. L'operazione del Comunale è dunque meritevole, anche se bastava forse un'esecuzione in forma di concerto per godere i pezzi musicali di un'opera in pratica inesistente. Esecuzione così così: migliori le donne (Patrizia Bicdre, Valentina Farcas, Daniela Pini) degli uomini (Bernhard Berchtold, Mattmas Klink, Eric Shaw Selcuk Cara), mentre gli attori recitavano in modo forzato e innaturale, sostanzialmente in contrasto con l'intimità delirata e la poesia del giovane Schubert.

Luoghi citati: Bologna, Meana, Salamanca