TESTA per TESTA In Iraq, tra torture e barbarie

TESTA per TESTA In Iraq, tra torture e barbarie TESTA per TESTA In Iraq, tra torture e barbarie IN che cosa consiste l'amore? Nel vedere una differenza esagerata tra una donna [UN UOMOIe tutte le altre". Così sentenziava caustico G.B. Shaw. Ma ognuno di noi, che gli aforismi non li sappiamo fare, è tuttavia arrivato alla stessa conclusione chissà quante volte nella vita. "Ma cosa ci vede in quello lì?" "Ma cosa ci trova in quella là?" E' la forma prosaica che prende il nostro scetticismo, e non solo coi conoscenti. Mi capita di passare di sabato pomeriggio per via Garibaldi, gremita di giovani coppie che guardano le vetrine medie e medio basse, e di chiedermi quante di loro stiano camminando mano nella mano all'interno della "differenza esagerata". Che quando poi si contrae lascia quasi sempre sul tappeto misere, scolorite frattaglie di palloncino scoppiato. Che gli dei gli concedano a lungo quel magico astigmatismo, mi dico. AL GUINZAGLIO La soldatessa americana che tiene al guinzaglio un prigioniero iracheno è immagine che suscita pietà anche verso di lei, naturalmente. Quella sì che è una "differenza esagerata", e senza dubbio la sua vita resterà attaccata a quel guinzaglio per sempre. Il paesetto sperduto nella vasta campagna americana, tutti a salutarla orgogliosi quando parte volontaria per terre lontane, e poi la vergognosa immagine. E' facile prevedere gli sviluppi, crisi depressive, uno, due, tre inconcludenti analisti, forse una ben retribuita (e non scritta da lei) confessione. Ma chi mai la vorrà sposare? Chi rischiera di passare la vita con lei? Cosa diranno i suoi figli scoprendo un passato tanto abominevole? Ci vorrebbe William Faulkner, come minimo; uno di quei suoi tormentati racconti della Grande Guerra. Quando però le soldatesse non esistevano. Ricordo uno scritto di Ceronetti, anni fa, circa il servizio mihtare aperto infine alle donne. Lui, temibile profeta, era contro, associava le donne a virtù pacifiche, salvifiche, la dolcezza, la tenerezza, la mano fresca sulla fronte del moribondo. Vecchi pregiudizi? Beh, mica tanto, si constata ora. Già avevamo visto le feroci kapò nei campi nazisti, già eravamo arrivati alle "martiri" palestinesi imbottite di tritolo sugli autobus di Tel Aviv carichi di bambini. Ma la soldatessa americana desta un orrore diverso, fa più paura. Dice: ma è una mela marcia, non c'entra niente con noi. Purtroppo non è così. Quella faccetta sotto il caschetto di capelli l'abbiamo conosciuta in tanti telefilm, è uscita dal nostro mondo, dai nostri pomeriggi vuoti o convulsi, dalle nostre serate frustranti o indimenticabili. Una ex shampista, ex commessa italiana non l'avrebbe mai fatto? Ma la sciagurata non è americana, è "occidentale" è tutta nostra. La paglia vicino al fuoco, chi va al mulino s'infarina, diceva in termini molto meno banali Ceronetti. Consoliamoci una prima volta riflettendo che nella nostra pur fragilissima civiltà i colpevoli vengono ancora scoperti, messi agli arresti, puniti, esecrati, mentre dall'altra parte - lì sta il vero punto - non se ne parla proprio. E una seconda volta leggendo il grande poeta greco Kavafis di cui Ceronetti (grande anche lui, perché no?) pubblica una scelta di poesie da lui stesso tradotte nel corso degli anni ("Un'ombra fuggitiva di piacere", Adelphi). Musica pura, un salto oltre l'ozono. La mia preferita? "Il Dio abbandona Antonio", pag. 33. GODURIA IRACHENA "Non sfugge a nessuno che l'Iraq, che l'Onu, che l'America...." Così sere fa un nostro politico cominciava ogni suo intervento durante un talkshow. S'era invaghito di quell' incipit e lo riacciuffava ogni volta per la coda. A me non sfuggiva, e non sfugge ormai da settimane e mesi, il "salto di qualità" compiuto da tutti questi parlatori. Da politici variamente autorevoli che erano sono assurti tutti quanti al rango di geo-politici. Spaziano tra Mediterraneo, Europa, Stati Uniti, Oriente Vicino Lontano e Lontanissimo, traversano deserti e fiumi, collegano metropoli e città sante, raccolgono variopinti mazzetti di etnie, sette religiose, minoranze eretiche, tribù, mullah, imam, vizir. Una vera goduria, dopo tanti dibattiti limitati a una qualche riforma governativa. Supremi nel rinfacciamento reciproco: perché voi in Somalia, noi in Kossovo, voi in Afghanistan, noi in Libano.... Eccelsi nel pretendere "svolte" di cui perfino Pippo, l'amico di Topolino, vedrebbe al primo colpo l'inattuabilità: 150 mila solda¬ ti americani che se ne vanno lasciando il campo a compunti giardinieri dell'Onu; gli stessi che restano ma sotto il comando di un generale sudanese; il nostro contingente che si ritira "subito" da quel brutto posto, con mamme e fidanzate pronte a partire per un pellegrinaggio a San Zapatero, via Lourdes; la scadenza del 30 giugno che saltella su e giù come un vecchio yo-yo. E così via, con ultimatum totalmente astratti, mozioni fieramente onanistiche. Ma la gioia, la voluttà di poter parlare di situazioni tanto "complesse" (così le chiama- no, sempre!) dalle loro poltroncine, precipitando poi ben presto nelle consuete dispute di cortile e cortiletto nazionale I E' vero che la storia non è maestra di niente, non insegna niente, ma venisse fuori una volta tanto da quelle comari una citazione un po' nobile, un richiamo a Clausewitz, a Machiavelli, a Tacito, alle difficoltà che ebbe Cesare con le tribù di Gallia e Britannia, alla morte di Crasso tra i Parti, alla marcia di Alessandro verso l'India: si vedesse trasparire insomma tra i becchettamenti un po' di quella famosa tradizione o civiltà "occidentale" che tanto sta a cuore all'assiso pollame. Mai niente. Uno si chiede allora se sia questo il modello che stiamo proponendo al nemico, se gli stiamo chiedendo di arrivare con le buone o con le cattive a così elevate dialettiche televisive. E uno ricorda un'altra poesia del grande Kavafis inspiegabilmente non tradotta dal grande (?) Ceronetti, dove una città aspetta terrorizzata la calata dei barbari, ma quando alla fine i messaggeri annunciano che i barbari non verranno più ci resta malissimo: "Quella gente era una specie di soluzione" (traduzione mia, dall'inglese). IL GESTO MANCATO Amici (miei) non dei terroristi mi magnificavano tuttavia il tempismo diabolico, l'astuzia ammirevole, sopraffina, di quelle bande assassine, così bene informate circa le nostre occidentali debolezze, così pronte a infilarsi nelle nostre tortuose piste politiche e a sfruttarne ogni curva, ogni cordolo con infallibile istinto mediatico. Ma la decapitazione filmata del civile americano (ebreo!) tramite coltellaccio salgariano a me non sembra un gran che come mossa propagandistica. Anzi, la vedo piuttosto una straordinaria occasione mancata se invece di applicare la primitiva legge del taglione avessero grandiosamente liberato tutti gli ostaggi ancora nelle loro mani, l'effetto sarebbe stato irresistibile. Era così, con questi gesti calcolatissimi di clementia, che gli antichi romani sapevano imporre la loro superiorità agli avversari, all'occorrenza. Ma appunto, erano romani, non barbari. IL GRANDE GIOCO Di barbari scatenati pullula l'Asia centrale, come risulta dalla lettura molto soddisfacente, e direi utile alla riflessione, di un ricco libro pubblicato da au,esawa,ber, la Persia (oggi Iran), le tribù in rivolta, gli ostaggi, gli agguati, eccetera. Ma si farebbe un torto all'autore, che non vuole dimostrare niente bensì raccontare con affascinante documentazione la intensissiguerra segreta tra Gran Bretagna e Russia che si protrasse in Asia centrale per tutto l'Ottocento. Il titolo, come sa chiunque ricordi "Kim" di Kipling, è appunto il gioco dello spionaggio, doppio e triplo, coi suoi impavidi eroi, i suoi traditori, avventurieri, esagitati, sognatori. Ciò che soprattutto colpisce il lettore moderno è il candore assoluto dei protagonisti, dai primi ministri ai generali, dai cartografi travestiti da mercanti di valli ai sottotenenti travestiti da pellegrini musulmani. Nessuno s'inventa scuse ideologiche, pretesti di comodo. Lo scopo ultimo delle rispettive, pericolosissime missioni, è di aprire i mercati asiatici ai prodotti inglesi scacciandone quelli russi, e viceversa. C'è molto patriottismo imperiale, totale dedizione allo zar e a Vittoria Regina; e ci sono l'onore, il dovere, il coraggio personale, anche (non sempre) l'ambizione di far carriera. Ma tutte queste belle virtù coesistono perfettamente con l'ideologia del commercio, chiamiamola così, che tanto irritava Leopardi. Nessuno si vergogna di rischiare la pelle per meglio vendere in ultima analisi cammellate dì carabattole tra Samarcanda e Tashkent. Le cose non andarono poi così, come al solito, gli inglesi temettero per un secolo che i russi volessero invadere l'opulenta India, i russi, che gli inglesi li volessero accerchiare da tutte le direzioni. Ci furono folli spedizioni nei due sensi, madornali errori diplomatici e strategici, battaghe insensate, massacri, ovviamente, e ovviamente torture, sgozzamenti, rappresaglie. Ma è la sovrumana resistenza fisica di quegli agenti segreti a restare sempre in primo piano. Giovanotti mingherlini o giganti di due metri che sopportavano veramente tutto, fame, gelo, marce di mesi nella neve, carceri (barbare) per uno o due anni di fila, e ancora montagne di tremila metri, cavalcate interminabili nei deserti, fiumi in piena, sole a picco. I caduti, i dispersi, gli assassinati, non sembrano essere stati molti, a conti fatti. Era gente che se la sapeva cavare in qualsiasi situazione, sospinta senza dubbio dal desiderio ài una promozione, di una medaglia accademica, di un abbraccio del governatore o del generale. Gratificata in realtà dall'ebbrezza di avventurarsi in terre totalmente sconosciute, di mettere piede per la prima volta in luoghi misteriosi, impervi, ostili, e tuttavia ancora avvolti nelle ultime brume del favoloso. Con tutto il rispetto per James Bond e per i suoi aggeggmi. NEI TALK-SHOW ABBONDANO POLITICI VARIAMENTE AUTOREVOLI ASSURTI AL RANGO DI GEO-POLITICI MA VENISSE FUORI UNA VOLTA TANTO DA QUELLE COMARI UNA CITAZIONE UN PO' NOBILE, UN RICHIAMO A CLAUSEWITZ, A MACHIAVELLI, A TACITO.. LA DECAPITAZIONE FILMATA DEL CIVILE AMERICANO (EBREO!) NON E' GRAN CHE COME MOSSA PROPAGANDISTICA. SE, INVECE DI APPLICARE LA PRIMITIVA LEGGE DEL TAGLIONE, AVESSERO LIBERATO TUTTI GLI OSTAGGI, L'EFFETTO SAREBBE STATO IRRESISTIBILE Illustrazione di Dariush perttL . Ma ognuno rismi non li tavia arrivausione chissà a vita. "Ma ello lì?" "Ma ella là?" E' la he prende il e non solo are di sabato a Garibaldi, coppie che ne medie e di chiedermi o camminanno all'interno agerata". Che ntrae lascia appeto miselie di pallone gli dei gli quel magico ico. mericana che un prigioniemmagine che verso di lei, lla sì che è agerata", a sua ta a per to n n s la rie la ranendo bomie Wile minii tormenGrande Guerle soldatesse to di Ceronetervizio mihtae donne. Lui, ra contro, asa virtù pacifi dl lLA DECAPITAZIONE FILMATA DEL CIVILE AMERICANO (EBREO!) NON E' GRAN CHE COME MOSSA PROPAGANDISTICA. SE, INVECE DI APPLICARE LA PRIMITIVA LEGGE DEL TAGLIONE, AVESSERO LIBERATO TUTTI GLI OSTAGGI, L'EFFETTO SAREBBE STATO IRRESISTIBILE Illustrazione di Dariush perttL fragilissima civiltà i colpevoli vengono ancora scoperti, messi agli arresti, puniti, esecrati, mentre dall'altra parte - lì sta il vero punto - non se ne parla proprio. E una seconda volta leggendo il grande poeta greco Kavafis di cui Ceronetti (grande anche lui, perché no?) pubblica una scelta di poesie da lui stesso tradotte nel corso degli i ("U'b fiti di no, sempre!) dalle loro poltroncine, precipitando poi ben presto nelle consuete dispute di cortile e cortiletto nazionale I E' vero che la storia non è maestra di niente, non insegna niente, ma venisse fuori una lt tt dllri IL GESTO MANCATO Amici (miei) non dei terroristi mi magnificavano tuttavia il tempismo diabolico, l'astuzia ammirevole, sopraffina, di quelle bande assassine, così bene informate circa le nostre idtli dblcosì au,esawber, la Persiatribù in rivoltaagguati, eccetebe un torto allvuole dimostraraccontare codocumentazionguerra seBretagna e Rutrasse in Asitutto l'Ottocenme sa chiunqudi Kipling, è adello spionaggplo, coi suoi suoi traditoriesagitati, sognCiò che sopril lettore modeassoluto dei pprimi ministricartografi tracanti di vallitravestiti da pmani. Nessunoideologiche, pdo. Lo sle rissisdi atidemtvipel'idmercosì, Leoparvergogna dle per meglioma analisi cambattole tra Tashkent. Le cose noncome al solito, ro per un sevolessero invadia, i russi, volessero accedirezioni. Ci funi nei due sensdiplomatici e sinsensate, mate e ovviamen di CARLO FRUTTERÒ