De Botton, la vita vuole leggerezza di Masolino D'amico

De Botton, la vita vuole leggerezza De Botton, la vita vuole leggerezza Masolino d'Amico L titolo italiano, L'importanza di essere amati, può fuorviare un tantino le attese del pubblico rispetto al titolo originale inglese, «Status Amdety» ovvero «Ansia da status»: l'amore infatti c'entra, ma non nella sua accezione più plateale (e prima a venire in mente), ossia quella sessuale-erotica. In questo suo nuovo libro di spiritosa divulgazione di filosofia spicciola infatti Alain de Botton sostiene che esistono due tipi di amore, altrettanto fondamentali: quello di cui parlano incessantemente poeti, romanzieri e autori di canzonette, ossia l'amore spesso breve e intenso per una persona, non necessariamente del sesso opposto; e un altro del quale non parliamo mai tanto ma che ci accompagna durante tutta la nostra esistenza, ossia l'amore che riceviamo dagli altri, specialmente dagli estranei - il sentirci bene accetti, approvati, popolari. E' questo il tipo di amore che de Bottom mette al centro della sua trattazione. Ed è di questo tipo di amore che la massima parte dei comuni mortah fanno eccezione solo poche personalità davvero indipendenti, Cristo, Socrate, Diogene - si alimenta, languendo ovvero andando in nevrosi quando ne è priva. Tutti voghamo essere accolti con letizia; ascoltati quando parliamo; sentire risate allegre quando raccontiamo una barzelletta. Voghamo essere riconosciuti e non ignorati; essere «qualcuno», mentre l'opposto, essere «nessuno», è una specie di condanna. De Bottom, che limita la sua indagine al mondo e alla tradizione occidentale, spiega prehminarmente come questo essere «qualcuno» sia stato molto diverso nelle varie epoche storiche. Per contare, a Sparta bisognava essere muscolosi e crudeli; nella Roma del Cinquecento, bisognava essere alti prelati; a Weimar nel 1815, poeti; nella Cina del 1967, agricoltori. Nell'Inghilterra dell'Ottocento, bisognava essere nobili, il che aveva un suo lato rassicurante, perché mentre diventarlo era quasi impossibile, coloro che tali erano nati avevano la certezza di continuare ad esserlo, e quindi di godere i relativi privilegi, per tutta la vita. Ecco la differenza fondamentale. Alla necessità di avere uno status solido, ossia un posto sicuro nella stima degh altri, corrisponde l'ansia di chi di questo posto sia privo, o avendolo lo sente minacciato. Ora, argomenta de Botton, sono esistite lunghe epoche in cui magari per altri versi si stava malissimo, ma questa ansia non esisteva. L'ansia nasce principalmente dall'invidia, quando vediamo riconosciuti i meriti di qualcuno che ci sembra valere meno di noi. Ebbene, nella società medievale tutti occupavano un posto loro assegnato dalla volontà divina, e non si sognavano di cambiarlo; che un contadino invidiasse un guerriero era pertanto inconcepibile. Ancora neh' 800 l'ordine sociale era abbastanza immutabile, coi grossi patrimoni che venivano trasmessi di padre in figlio, le professioni rigidamente distinte dal commercio, dalla classe operaia, dalla servitù. Ma nel tempo che viviamo noi non è più così. Le ricchezze sembrano cambiare padrone con rapidità; a tutti viene ripetuto che hanno le stesse occasioni per farsi valere; il non riuscire è spesso sentito come una carenza dell'individuo. Addirittura secondo una tesi da noi in parte ereditata i poveri sono colpevoli - di non avere talento, di non avere iniziativa, di vegetare nell'ignoranza - e quindi si meritano la loro condizione. E in che consiste il successo? Nell'accumulo di beni materiah, anche superflui, ma in quantità sempre maggiore: nei consumi, insomma. Secondo sondaggi, nel 1970 il 2Vo degh americani desiderava un secondo telefono, il 200Zo una seconda auto, il 2207o l'aria condizionata; nel 2000 le percentuali sono diventate rispettivamente il 780Zo, il 5907o, il 700Zo. Se non riusciamo a emulare il nostro vicino che ostenta gadgets del genere ci sentiamo dei falliti. Questo, il problema. Quanto alla soluzione, de Botton ne passa in rassegna, sempre con leggerezza e vivacità, e sfoggio di citazioni brillanti, ben cinque. Queste sono la filosofia (esempio di pensatori che dall'antichità in poi hanno dimostrato la vanità di tanti obbiettivi materiah); l'arte (valorizzazione dei piaceri estetici, intrepidamente sostenuta - per esempio - dagli esteti inglesi e dai decadenti francesi contro la gretta borghesia del loro tempo); la politica (dove si sono fatti strada ideali egalitari come il socialismo); il cristianesimo (magari non sempre nella pratica); la bohème (dai maudits ai dadaisti, ai moderni figh dei fiori). Tradotto con garbo, corredato da illustrazioni un po' opache ma scelte con verve, il manualetto è raccomandabile a tutti, e la sua lettura potrebbe sostituire con vantaggio qualsiasi serata passata davanti alla Tv. «L'importanza di essere amati»: vincere l'ansia da status con la filosofia, la bohème, l'arte, la politica, il cristianesimo Alain de Botton, filosofo dell'amore «che riceviamo dagli altri» m^' t ^ Alain de Botton L'Importanza di essere amati trac/, di Adria Tissoni Guanda pp.316,ei5 BREVIARIO

Persone citate: Alain De Botton, De Botton, Diogene, Socrate

Luoghi citati: Adria, Cina, Inghilterra, Weimar