Longo: Torino mi dà la carica di Giorgio Barberis

Longo: Torino mi dà la carica IL 4 GIUGNO L'AZZURRO IMPEGNATO NEL MEETING INTERNAZIONALE DI ATLETICA DEDICATO A PRIMO NEBIOLO Longo: Torino mi dà la carica Correrà gli 800: «Quasi una finale olimpica» intervista Giorgio Barberis QUANDO, nel 1995, il Cus Torino decise di rilanciare il meeting di atletica che per un ventennio, dal 1963 al 1983, era stato passerella per tutti i più affermati campioni, tra i partecipanti di un 800 che meritava senz'altro più attenzione di quella che ebbe sul momento e che fu vinto dal marocchino Haida in r45"47, c'erano al via anche un certo Hicham El Guerrouj, nella cui eleganza di corsa si intravedeva già qualcosa più del campione solo potenziale, e un ventenne italiano alto e dinoccolato, con fare da guascone, Andrea Longo, figlio di quella terra veneta che aveva espresso anche il talento assoluto di Andrea Benvenuti. I traguardi raggiunti poi da El Guerrouj sono stati molteplici e ancora se ne possono aggiungere, ma il discorso vale altrettanto per Longo che, destino vuole, proprio a Torino ha vissuto tre anni fa una delle pagine più amare della sua carriera, con quella positività all'antidoping dovuta ad un integratore, che gli è costata due anni di squalifica, pena spropositata per quella che poteva essere stata una leggerezza e che lo è ancora di più se si raffronta alle «positività» di altri sport o della stessa atletica, visto che la pena per lui è stata pari a quella comminata a chi truffava assumendo l'epo. «Già, Torino, cosi significativa per me, visto che proprio qui nel 1995 ho conosciuto Primo Nebiolo, l'uomo che ha inventato l'alletica-spettacolo, e disputato la mia prima gara intemazionale e che adesso rappresenterà il punto di partenza della stagione più importante, quella olimpica. E sempre a Torino è iniziato il mio periodo buio, dal quale credo di essere uscito più forte di prima soprattutto come persona». Andrea Longo ha il volto disteso mentre parla, nonostante la levataccia; si è alzato alle 4,30 per prendere un treno un'ora dopo ed essere a Torino in tempo, nella tarda mattinata, per partecipare alla prima conferenza stampa di presentazione del meeting che andrà in scena il 4 giugno nello stadio Primo Nebiolo e nel quale correrà gli 800 contro due campioni del mondo, quello outdoor dello scorso anno a Parigi, l'algerino Said Guemi, e quello indoor di Birmingham 2003, lo statunitense David Krummenacker. «Una signora gara con partecipanti da finale olimpica - commenta il padovano che il 26 giugno compirà 29 anni -, in grado di fornire gli stimoli giusti, quelli che in uno sport come l'atletica sono basilari. Senza "trascurare quel qualcosa in più che può dare il pubblico, in calore e tifo». Recentemente ha accusato un piccolo malanno... «In pista mi alleno solo due volte alla settimana, e stavo correndo su un percorso colhnare quando sono inciampato in una pietra che non ho visto, rotolando a terra per qualche metro. Risultato una distorsione, fortunatamente non particolarmente grave, alla caviglia destra. Cosi per una settimana ho dovuto rinunciare a correre e solo ieri sono tornato a farlo». Quindi un periodo di sosta forzata. «No, perché ho continuato ad allenarmi con una bicicletta da cronometro che mi ha dato Fondriest. Il mio allenatore, Fabio Scapin, ha studiato tutta una parametrazione del lavoro, per sollecitare pedalando con rapporti diversi la muscolatura proprio come se stessi correndo. Ed in questo modo ho potuto proseguire nella preparazione. Anzi, per certi versi è stato anche più faticoso perché stare seduto a lungo sul sellino non è poi così comodo...». Torino prima tappa verso Atene, poi come proseguirà la preparazione? «E' naturalmente finalizzata per essere al top a fine agosto, per i Giochi. La scelta è di non fare troppe gare, privilegiando la qualità alla quantità. Prima del meeting di Torino, dove ci saranno fior di avversari, è possibile gareggi a Milano per riabituarmi alla competizione visto che non ho potuto partecipare, a causa della distorsione, alla fase regionale del campionato di società. Dopo Torino andrò a Bergen per la Golden League, poi ci saranno Coppa Europa, campionato di società, meeting di Padova e Roma per il Golden Gala. Quindi salirò a Saint Moritz per un periodo abbastanza lungo di ossigenazione in quota, praticamente ci starò quasi lutto luglio, con parentesi per la Golden League a Parigi. E sempre per la Golden League correrò il 6 agosto a Zurigo». Lo scorso anno, prima del rientro, effettuò dei test dì allenamento con il keniano Bungei. Farà altrettanto quest'anno? «E' senz'altro un'esperienza da ripetere, tra l'altro già riverificata in febbraio quando sono stato il Sudafrica. E' molto utile allenarsi con campioni di nazionahtà diverse, confrontarsi sui metodi di allenamento. Lavorando insieme si cresce». Oltre al traguardo di Atene, ha nel mirino anche il primato italiano di Fiasconaro (r43"7), visto che già lo ha sfiorato quattro anni fa a Rieti correndo in l'43"74? «Non essendoci più un Kipketer a dominare la scena degli 800 come qualche anno fa ma piuttosto una decina di atleta di altissimo livello in grado di darsi battaglia in ogni gara, è chiaro che per vincere, come vorrei riuscire a fare io, occorre andare forte. Inutile quindi cercare il tempo che può venire da sé, centrando l'obbiettivo di arrivare davanti agh altri». Ma per l'Olimpiade c'è qualcuno che teme più degli altri atleti? «Bisogna rispettare tutti gh avversari e aver paura di nessuno: ma se proprio devo fare un nome dico Borzakovskiy. A patto che metta la testa a posto perché, indubbiamente, è fortissimo ma finora in quanto a risultati non è riuscito a concretizzare la sua potenziahtà». Andrea Longo e lo statunitense David Krummenacker tra i protagonisti del meeting allo stadio Primo Nebiolo