Nella notte di Nassiriya italiani al contrattacco

Nella notte di Nassiriya italiani al contrattacco ALL'ALBA I MILIZIANI ERANO SCOMPARSI DALLE STRADE Nella notte di Nassiriya italiani al contrattacco Caccia ai mortai con i blindati e l'appoggio di una cannoniera volante Francesco Grlgnetti ROMA La controffensiva si sviluppa nella notte, alla periferia di Nassiriya. Gli italiani partono con l'animo cupo di chi da tre giorni è sotto il tiro incrociato nemico, e sapendo che uno di loro, il caporale lagunare Matteo Vanzan, non ce l'ha fatta. Insomma è buio quando un grosso convogho di carabinieri e bersaglieri esce dalla base di «White borse». E' la mossa su cui il generale Gianmarco Chiarini e gh ufficiali inglesi che guidano la divisione Sud-Est hanno ragionato peroro nel chiuso di un bunker. L'ordine è chiaro: eliminare la minaccia dei mortai. Li avevano individuati, i mortai, alla periferia della città. Artiglieria pesante, da 120 millimetri, in grado di colpire fino a quattro chilometri di distanza. E lì, dove comincia l'abitato di Nassiriya, «in un'ora in cui la gente perbene non esce di casa», secondo le parole dell'ammiraglio Giampaolo Di Paola, capo di stato maggiore della Difesa, è infuriata la battaglia per la riconquista della città. Una vera battaglia. Per dire, è considerato segreto militare, e quindi da non divulgare, il numero esatto di uomini e mezzi che hanno partecipato ai combattimenti. Per riuscire nello scopo, si sono mossi i cingolati corazzati con mitragliatrici pesanti. Ma anche i blindati Centauro, carri armati su otto ruote, con cannoni in grado di sbriciolare una palazzina. E non era ancora sufficiente. Occorreva anche uno sguardo dall'alto. Così gli americani hanno inviato sul posto una loro cannoniera volante, che alle prime luci dell'alba ha colpito, secondo fonti della Coalizione, almeno cinque obiettivi. In particolare, i suoi cannoncini hanno centrato certe macchine da cui i miliziani scaricavano munizioni per i mortai. Forse, anzi è probabile, hanno partecipato alla battaglia anche gli elicotteri italiani da combattimento, che mai era- no scesi in campo finora. «Avevano ripreso a sparare sulla sede della Cpa», spiega al telefono il portavoce ((iel contingente, il colonnello Pèirone, con voce pesante. Cinque colpi di mortaio,per fortuna fuori perimetro. Ricominciava insomma ima notte di assedio per l'edificio dove risiede la governatrice Barbara Contini, difesa dai marò del «San Marco» e da una compagnia di guardie private filippine e statunitensi. E la notte è passata nel rumore degli scontri, a Nassiriya. Dall'ospedale civile, segnalavano intanto l'arrivo di feriti iracheni. Alle sei del mattino, i morti erano almeno nove. «Pensiamo fossero tutti miliziani», dice ancora Di Paola. E ancora non era arrivata l'artiglieria volante a stelle e strisce. Sintetizza il generale americano Mark Kimitt, capo aggiunto delle operazioni militari dehe forze d'occupazione in Iraq, nel consueto briefing a Baghdad: «Riteniamo che venti nemici siano rimasti uccisi nelle operazioni». «Ma i corpi di alcuni miliziani iracheni sarebbero ancora sotto le macerie dell'edificio attaccato e distrutto dalle forze di occupazione italiane», annuncia l'inviato della tv libanese Al-Manar. Lo scontro è stato duro. Quasi a senso unico. All'alba, le postazioni dei mortai dei miliziani non esistevano più. Una palazzina che ne ospitava alcuni era addirittura crollata. Diverse altre erano lesionate. ((Alla Cpa non è arrivato più un colpo», si limita a dire il colonnello Perrone. E da quel momento, su Nassi¬ riya è scesa la calma. Ieri mattina, increduli, alcuni testimoni raccontavano che non c'era più un miliziano nelle strade. La rivolta di al Sadr sembrava esaurita. I vigili del fuoco hanno potuto accorrere liberamente a tentare di circoscrivere l'incendio che stava divorando la biblioteca cittadina. «Sconosciuti hanno dato fuoco alla biblioteca del museo di Nassiriya, provocando la perdita di gran parte dei 3.900 libri che conteneva, alcuni dei quah avevano un valore storico», spiegava il responsabile, disperato. Ed erano le 13 circa, ora locale, quando due nuovi convogli sono partiti dalla base degh italiani. Anche questi, a base di cingolati e autoblindo. Uno si sarebbe fermato ai ponti, di presidio. L'altro avrebbe attraversato tutta la città, per portare rifornimenti e cambi ai marò rinchiusi nella sede della Cpa. Si attendevano di dover combattere, i soldati. Invece niente. Il cosiddetto «Esercito del Mahdi» si era pressoché volatilizzato. Non hanno dovuto sparare un colpo, insomma, per riprendere possesso della base «Libeccio» dove due giorni fa i lagunari sono stati investiti dal fuoco dei mortai e dehe mitragliatrici. La palazzina era lì, vuota, come gh italiani l'avevano lasciata nella notte. E nel pomeriggio, timidamente, si sono rivisti anche i primi poliziotti iracheni, a cui la «Libeccio» è stata riconsegnata. «Io non canto vittoria, perchè potrei essere smentito stanotte stessa. Ma credo che possiamo essere orgogliosi del lavoro fatto dai nostri soldati», dice Di Paola. L'aereo Usa ha colpito almeno 5 obiettivi Nelle operazioni venti ribelli uccisi La base Libeccio è stata ripresa e riconsegnata alla polizia locale Uno dei feriti nella battaglia di domenica a Nassiriya LO SCENARIO ) IL RAID Controffensiva notturna per eliminare la minaccia dei mortai: vi partecipa un grosso convoglio di carabinieri e bersaglieri. L'operazione è coadiuvata da un raid aereo delle forze della coalizione, che prendono di mira cinque veicoli da cui vengono scaricate munizioni. tmixiL Nella base Camp Mittìca risiede la maggior parte dei militari italiani BASE LIBECCIO La base evacuata domenica sera è stata ripresa dalle forze militari italiane e rioccupata dalla polizia irachena. Per difendere la base, punto nevralgico della città per il controllo dei ponti, era stata ingaggiata una violenta battaglia BASE WHiTE HORSE Ex base americana passata sotto il controllo del contingente militare italiano ) I MILIZIANI DI AL SADR I guerriglieri sciiti, che nei giorni scorsi avevano ingaggiato una battaglia contro i militari italiani, in mattinata hanno abbandonato la città. La calma toma anche nell'ospedale che i miliziani usavano come base. ANIMAI HOUSE Sono state rimosse le barricate erette dai guerriglieri ad Animai House, la base dei Carabinieri distrutta dall'attentato del 12 novembre e abbandonata dal nostro contingente, dove si erano asserragliati decine di miliziani Mosuì s r ìlkrit® f « Baghdad o v IRAQ* Nassiriya fiume Eufrate I TRE PONTI 11 ponte che venerdì era stato occupato dai guerriglieri è tornato libero. I tre ponti della città erano stati teatro della sanguinosa battaglia dello scorso 6 aprile in cui 12 bersaglieri erano rimasti feriti SEDE DELLA CPA Nella palazzina dell'Autorità provvisoria della Coalizione, finita venerdì sotto i colpi di mortaio dei fedelissimi di Al Saar, la situazione è tornata tranquilla. Anche la governatrice Barbara Contini è nella sede della CPA e ha intenzione di rimanervi

Luoghi citati: Baghdad, Iraq, Roma, Usa