Automobile, che passione

Automobile, che passione Automobile, che passione LE automobili sono più stupide delle formiche», perché pensano solo a se stesse, non si rapportano con le altre consorelle, non costituiscono una comunità. Lo sostiene Massimo Negrotti, Cosi l'auto, pur dotata di sofisticati dispositivi per la sua incolumità, si infila allegramente negli ingorghi. Come specie incapace di evolversi c'è speranza che un giorno o l'altro si estingua. In attesa dell'evento ne parliamo in relazione a un programma scoppiettante di quella smagliante e allegra intelligenza che deriva dagli accostamenti inconsueti. Figura inconsueta è anche l'autore e conduttore della trasmissione, Vittorio Marchis, im docente del Politecnico di Torino che si è messo in testa, riuscendoci, di fabbricare degli ingegneri umanisti. Il programma si intitola «Automobili dalla B alla Z» (la A essendo già occupata dall'auto), 20 puntate, una per lettera dell'alfabeto, in onda dal 3 maggio su Radio 3 Rai dalle 18,00 alle 18.45, dal lunedi al venerdì, Marchis ha trovato in Caterina Olivetti una regista in grado di stare al suo passo, confezionando un prodotto godibile, con citazioni letterarie, musicali e cinematografiche spesso sorprendenti. «Solo connettere», l'epigrafe prediletta da E.M, Fosler, è perfetta per questo gioco che raduna le parole dell'auto secondo la lettera iniziale. Parlando di Ingorgo eravamo nella puntata dedicata alla I, che comincia con «Imbutitura», l'operazione con cui si deformano le lamiere sotto le presse, e prosegue con Incidenti. Mentre Vittorio Marchis rievocava la morte per incidente di Italo Svevo e Fred Buscaglione, a me veniva in mente una folta schiera di vittime illustri immolate sull'altare della motorizzazione: Albert Camus, Rino Gaetano, Romolo Valli... La puntata d'esordio, dedicata alla B, inizia con «biella», quella parte del motore che trasforma il moto alternato dello stantuffo in un moto rotatorio, passa per Biciclette, antenate dell'auto, poi va su Benzina, si inoltra nelle Baraccopoli per arrivare infine a Burla. Nella puntata della D ci sono i Drive-in, i Distributori di benzina, con una lancinante nostalgia per le pompe di una volta, totem verticali con la pompa da muovere a mano per far affluire la benzina prima in cilindri di vetro e poi nel serbatoio, dipinti tante volte al tramonto dal grande Edward Hopper. Le Donne al volante si guadagnano una citazione da «Thelma e Louise» di Ridley Scott; la Déesse (DS) della Citroen, in «Miti d'oggi» di Roland Barthes (anche lui ucciso da un'auto), è paragonata a una cattedrale gotica. Fra gli autori più gettonati figura Italo Calvino, anche se chi Iha conosciuto descrive un Calvino pessimo autista. Alla fine saremo tutti convinti che l'auto non è un semplice mezzo di locomozione come credevamo ma una forma del nostro tempo che tocca tutti gli aspetti della vita.

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