Una santa ragazza arde per il dottore

Una santa ragazza arde per il dottore Una santa ragazza arde per il dottore Lucrecia Martel dirige una storia delicata, prodotta da Almodóvar Lietta Tornabuonl CANNES Curioso: due film in concorso (argentino, francese), due registe coetanee o quasi (38 anni Lucrecia Martel, 40 anni Agnès Jaoui), due ragazze infelici protagoniste (a La Ciénaga, a Parigi), hanno in comune un elemento insolito. E il canto classico, anche corale, vissuto nei due casi con gran concentrazione e con gli occhi chiusi, nobile, struggente: e adesso molto alla moda, per la sua capacità di elevazione, per la sua libertà di performance personale, per la sua originalità rispetto alla musica popolare e alle canzoni. «La nina santa» (La ragazza santa) di Lucrecia Martel con Maria Alche è un bel film sulle inquietudini, sul sovrappiù di desideri, sulle tensioni misticosessuali della prima adolescenza. Una tredicenne che partecipa in chiesa a un gruppo di discussione e di canto sacro è invasa da una febbre spirituale, convinta di avere una indefinita missione affidatale da Dio. L'attenzione sessuale momentanea di un medico imprime una svolta alle sue passioni: vuole conquistare il medico (che è amico di sua madre), ne viene respinta, per ritorsione monta uno scandalo intorno all'uomo, per leggerezza la vediamo alla fine giocare allegra in piscina con un'amica. Del film schietto e bello, ben recitato, è produttore esecutivo Fedro Almodóvar, sono produttori associati alcuni italiani (Vieri Razzini. Cesare Petrillo, Tilde Corsi, Gianni Remoli) e la Fondazione Montecinema verità - Benetton. È l'opera seconda di Lucrecia Martel dopo il molto ammirato e premiato «La Ciénaga»; la ragazzina protagonista è bravissima. «Comme une image» (Come un'immagine) di Agnès Jaoui con Marilou Berry è imo di quei film francesi intelhgenti, spiritosi, ben fatti, ritratti psicologici, commedie borghesi o di blanda critica sociale, che è troppo facile confondere imo con Jaltro e dimenticare presto. È la storia d'una ragazza ventenne, davvero grassa, cantante dalla voce molto bella, che odia il mondo e se stessa perché vorrebbe essere diversa, snella come le bellezze televisive. Il suo aspetto, che non tenta affatto di modificare, la rende ipersensibile: si critica («Sono uno zero»); si offende se il padre, scrittore famoso, va a pranzo con lei e fa quindici telefonate, se è bisbetico, distratto e non s'interessa a lei; si spaventa per i rumori degli animali nella notte in campagna, piange «per tutto»; s'addolora per la soUtudine sentimentale. Il problema del peso le fa sentire più acutamente la grossolanità dell'esistenza, la cattiveria altrui: ma trova un ragazzo e forse, pur restando patologicamente grassa, sarà meno infelice. E in «Comme une image» lei è grassa e disperata Ma capirà che anche il mondo è «grossolano» Lucrecia Martel, La regista del film «La niha santa»

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