Prodi-Gruber, una coppia per il Listone di Fabio MartiniLilli Gruber

Prodi-Gruber, una coppia per il Listone AL PALASPORT PRIMA USCITA DEL PRESIDENTE UE IN QUESTA CAMPAGNA ELETTORALE Prodi-Gruber, una coppia per il Listone ìllì e il Professore conquistano la platea di Firenze Fabio Martini inviato a FIRENZE Appena Romano Prodi scende dall'autoblù, la Gruber è subito li. Una mano sospesa con leggerezza sulla spalla del Professore, il viso che si accosta a quello del leader, proprio mentre si accende la spia rossa delle telecamere. E poi, finiti i preliminari, Lilli Gruber entra nel catino del Palasport affiancata al capo: dalle tribune, per metà vuote, parte l'ovazione per Prodi. La Gruber è sempre in scia, col braccio sospeso sulla spalla, mentre le note della vecchia "Canzone popolare" riscaldano l'ambiente. Non c'è il tutto esaurito per la prima uscita di Romano Prodi in questa campagna elettorale e questa è già una notizia: dei cinquemila posti a sedere, ne sono occupati circa milletrecento, almeno cinquecento in meno di quelli preventivati dagli organizzatori. Aleggia il flop e invece la seconda sorpresa arriva poco più tardi: Lilli e il Professore conquistano la scena e finiscono per riscattare un pomeriggio nato storto. Tutto accade dopo un botta e risposta di Prodi con i giovani, tema obbligato l'Europa. Sembra tutto finito e invece sul palco irrompe la Gruber e si esibisce in un'arringa di cinque minuti. Una mitragliata di battute pepa- te, precedute da un'uscita sapientissima: «Ora faccio io una domanda a Prodi: perché avete candidato una giornalista del servizio pubblico?». E Prodi, compiaciuto: «Perché è brava». Applausi, E poi arriva il "trio trac" finale della Gruber, da politico consumato: «Dovete dire ai vostri amici, ai vostri parenti di andare a votare per la Lista unitaria perché dobbiamo vincere e stravincere: così daremo un avviso di sfratto al centro-destra!». Ovazione. Prodi sorride, applaude e alla fine riprende la parola e si sbilancia anche lui: «Vinceremo le Politiche del 2006? A quelle penseremo dopo. Io sono abituato ad un» passo alla volta, ma per vincerei». E poi, lasciando il Palasport, non nasconde il suo ottimismo sul successo elettorale della Lista unitaria. Nel "mucchio selvaggio" che precede la risalita in autoblù. Prodi scherza con un cronista: «Scommettiamo che va bene?». Certo, il pomeriggio fiorentino conferma che attorno alla Lista unitaria non c'è ancora la mobilitazione convinta dei partiti. «In città si sono visti pochissimi manifesti,.,», dice il socialista Riccardo Nencini, presidente del Consiglio regionale toscano. Il sindaco di Firenze Leonardo Domenici: «Era una manifestazione nazionale..,». Qualcuno arriva a spiegare i vuoti del Palasport con la morte avvenuta tre sere fa in un incidente stradale di Walter Schepis, il dirigente della Sinistra giovanile che guidava l'organizzazione della kermesse fiorentina. Ma se il motore dei partiti appare ancora freddo, l'effetto "ritorno di Prodi", invece, è ancora caldo. Negli ultimi tre mesi, dopo la rentrée sulla scena politica italiana con la Convention di Roma, Prodi ha partecipato al congresso del¬ la Margherita e a quello dello Sdi, accolto sempre come un "liberatore". Anche al Palasport di Firenze si è ripetuto l'effetto "San Romano" con gente che si avvicina per stringere la mano, altri che vogliono la foto in posa, altri che urlano «Romano, solo tu ci puoi salvare». E lui. Prodi, è molto meno "legato" e professorale di dieci anni fa: risponde a tono, stringe mani, sorride, oramai politico di professione anche lui. Ma la vera sorpresa del pomeriggio a Campo di Marte è stata Lilli Gruber, Ancora circondata da un certo scetticismo degli addetti ai lavori. la giornalista più famosa d'Italia ha dimostrato di essere pronta a una carriera politica in prima linea. Oltre alla grinta che le si conosce, la Gruber sa calare le battute "giuste" con i tempi "giusti". Esordisce così: «Non mi vedrete più al Tgl perché ho fatto una scelta di libertà». E giù applausi. Sul tema eterno del conflitto di interessi, la Gruber dice che per denunciare questa anomalia unica al mondo, «non bisogna essere di centro, di sinistra o di destra: bisogna credere nei valori della libertà!». La Rai? Per la Gruber è diventata il luogo del «pensiero unico». Il leader della coalizione «Le politiche del 2006? A quelle penseremo dopo lo sono abituato a un passo alla volta, ma per vincere» La giornalista Rai «Non mi vedrete più alTgl perché ho fatto una scelta di libertà» Il presidente della Commissione europea Romano Prodi ieri a Firenze con Lilli Gruber, capolista dell'Ulivo al Centro

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