Il comandante italiano in missione dagli sceicchi di Andrea Di Robilant
Il comandante italiano in missione dagli sceicchi SI CERCA UNA STRATEGIA DI CONTENIMENTO DELLE FRANGE PIÙ' OSTILI DELL'ESERCITO DEL MANDI Il comandante italiano in missione dagli sceicchi «Spiragli per una soluzione positiva. I nostri soldati si sono comportati in modo eccezionale» retroscena Andrea di Robilant ROMA TREGUA armata a Nassiriya dopo il violento assalto dell'ultima notte al fortino della Cpa. Ma la tensione in città rimane molto alta, gli spari continuano - a tarda sera altri due colpi di mortaio sono partiti contro l'edificio senza colpirlo - e i militari italiani hanno dovuto rinforzare le misure di difesa per proteggersi meglio da un possibile nuovo attacco dei miliziani di Moqtada al-Sadr. In serata il generale Gianmarco Chiarini, comandante del contingente italiano a Nassiriya, si è recato a colloquio dagli sceicchi locali e dalle autorità irachene per tentare di mettere a punto una strategia di con¬ tenimento verso le frange più ostili deir«Esercito del Mahdi» che continuano a operare in diverse zone della città. «Ci sono spiragli per una soluzione positiva ha commentato il generale con cautela - Qualcuno ha dichiarato la jihad e ha trovato seguaci, ma molti di loro vengono da fuori città e non hanno l'appoggio della popolazione locale». Nel pomeriggio i giornalisti, e con loro alcuni membri del personale civile che si erano trovati intrappolati nel fortino della Cpa durante l'assalto dei miliziani, sono stati scortati alla base più sicura di White Horse, situata fuori città. «E' una situazione di guerra - ha detto il fotoreporter Cristiano La Ruffa, che faceva parte del convoglio Siamo stati attaccati sia all'andata che al ritorno alla base». L'assalto alla sede della Cpa ha rinfocolato le polemiche dei giorni scorsi sull'opportunità di mantenere l'amministrazione civile in un edificio così vulnerabile. Ieri sera, all'interno della struttura, oltre ai militari rimanevano due funzionari civili: un britannico e il medico italiano Roberto Pedrale. Ma per ora le autorità politiche non prevedono un'evacuazione, e il generale Chiarini rimane cauto su questo argomento. «Non dipende da noi - ha ricordato - Ci sono lati positivi e lati negativi. Ma visto che la scelta è caduta su questo edificio noi facciamo quello che dobbiamo fare, e il nostro personale si impegna al massimo per garantire la sicurezza degli occupanti». Il generale è stato molto più esplicito nel rispondere alle critiche sul «ritardo» con cui avrebbe mandato i rinforzi a dare manforte ai plotoni che reggevano le difese del fortino. «Queste cose non si fanno a cronometro - ha spiegato - ma quando le condizioni operative suggeriscono di farle, quando è più remumerativo farle e quando si è sicuri di raggiungere l'obiettivo. Noi così ci siamo comportati». Fonti militari suggeriscono che è stato deciso di non attaccare i miliziani alle spalle per non scatenare una vera e propria battaglia che poteva avere costi ben dìù elevati, ma piuttosto di asciare che l'assedio dei miliziani si consumasse da sé nel corso della notte. «Non voglio entrare nel merito della decisione», ha dichiarato il maggiore Antonio Sottile, portavoce dello Stato Maggiore a Roma. «Ma le operazioni si sono concluse con pochi feriti e i giornalisti sono stati tratti in salvo: è la dimostrazione che la nostra valutazione è stata vincente». Durante gli scontri a fuoco i miliziani hanno attaccato l'edificio con armi leggere, Rpg e bombe di mortaio. «Il martellamento è durato undici ore e le ultime esplosioni le abbiamo sentite alle sei del mattino, ora irachena», ha raccontato il portavoce della Cpa, Andrea Angeli. Due contractors filippini sono rimasti feriti-durante l'assedio. Tra i soldati italiani, un carabiniere ha riportato una ferita superfi¬ ciale provocata da una scheggia. Poco dopo l'alba è entrato in azione un contingente formato da elementi dell'Undicesimo Reggimento Bersaglieri, del Terzo Reggimento di Cavalleria «Savoia», del Reggimento San Marco, assistito da elicotteri dell'Esercito e dell'Aeronautica militare. L'intervento di questa task force ha consentito di disperdere i miliziani che tenevano sotto tiro la sede della Cpa. «Si sono comportati tutti in maniera eccezionale», ha commentato il generale Chiarini alla fine dei combattimenti. «Hanno dimostrato grande coraggio, disciplina e preparazione professionale perché gli scontri a fuoco si sono protratti per' tutta la notte e noi siamo riusciti a raggiungere gli obiettivi che c'eravamo prefissi senza subire perdite». Una postazionedi controllo del reggimento Lagunari lungo l'autostrada per Bassora
Persone citate: Andrea Angeli, Antonio Sottile, Chiarini, Gianmarco Chiarini, La Ruffa, Moqtada Al-sadr, Roberto Pedrale, Savoia
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