Bafana Befana a voi i Mondiali di Marco Ansaldo

Bafana Befana a voi i MondialiBafana Befana a voi i Mondiali analisi Marco Ansaldo LA Coppa del mondo di calcio del 2010 sarà ospitata dal Sudafrica di Nelson Mandela, che non ha più incarichi ufficiali nel suo Paese ma ne è il volto e l'anima all'estero, il miglior testimonial dei suoi desideri e della sua affidabilità. Non è un caso che Joseph Blatter, lo svizzero alla guida del calcio intemazionale, abbia abbracciato per pri-. mo proprio il vecchio leader dell'antiapartheid, salito sul palco in camiciola gialla con disegni etnici per festeggiare la decisione che ha assegnato finalmente il Mondiale a un Paese africano. La votazione dei 24 membri del comitato esecutivo della Federazione intemazionale di football apre un capitolo nuovo ma per nulla imprevisto nella storia dello sport più diffuso nel pianeta. Accantonata l'alternanza tra l'Europa e l'America di cultura latina, che si erano spartite il Mondiale fino a dieci anni fa, la globalizzazione ha imposto nuovi soggetti: nel 1994 gli Stati Uniti, nel 2002 il Giappone e la Corea del Sud, adesso l'Africa per una scommessa che ripaga la passione popolare più che la richiesta di sponsor e multinazionali. La scelta del Sudafrica esprime, almeno in apparenza, il desiderio di tornare al calcio più vicino alle origini: forse nessuno, ieri a Zurigo, cullava questa idea romantica mentre esprimeva il proprio voto ma non c'è dubbio che oggi l'Africa sia il continente meno inquinato dal business calcistico. Chiunque abbia vissuto una Coppa d'Africa, l'equivalente dei nostri «Europei», conserva il ricordo di un divertimento quasi primitivo, gioioso. Una festa di popolo cui si aggiunge una crescita sportiva importante. Vent'anni fa si prevedeva che l'Africa fosse il futuro del pallone perchè c'erano splendidi atleti e sarebbe bastato raffinarli nella tattica per fame dei fuoriclasse. Dall'Italia partivano manager, allenatori, procuratori convinti di poter pescare a poco prezzo le galline dalle uova d'oro. Non è stato esattamente così. Le Nazionah hanno pagato la disorganizzazione e l'intrusione pesantissima del mondo politico nella gestione delle squadre: capaci di grandi exploit (la vittoria del Camerun nella partita inaugurale contro l'Argentina nel '90, quella del Senegal sulla Francia campione del mondo nel 2002), gli africani hanno mancato gli obiettivi importanti. Soltanto il Camerun raggiunse i quarti di finale ai Mondiali italiani, le altre formazioni si sono fermate prima, eliminate spesso in modo rocambolesco come la Nigeria dall'Italia di Saggio nel '94 o il Senegal con il «golden gol» dalla Turchia due anni fa. Insomma il calcio africano è stato a un passo dalla consacrazione e non ne ha varcato la soglia ma i trionfi nelle due ultime Olimpiadi (Nigeria e Camerun) e soprattutto l'enorme contributo di calciatori a tutti i club europei confermano che ormai la realtà è tosta. L'hanno simboleggiata campioni come N'Kono, Weah, Abedì Pelè. Joseph Blatter aveva promesso questa svolta. Le cinque candidature erano africane: la Tunisia ha ritirato la sua alla vigilia, la Libia non è stata ammessa (pare che avesse posto difficoltà all'eventuale partecipazione di Israele), l'Egitto non ha preso un voto, al Marocco non sono bastate le dieci preferenze. Egiziani e marocchini che vantano una storia ben più ricca (l'Egitto partecipò addirittura all'edizione del '34 in Italia) masticano amaro. Hanno ragione, dal loro punto di vista. Sulla scelta hanno pesato valutazioni pohtiche e lobbystiche. Blatter voleva consegnare l'organizzazione al Sudafrica per ripagarlo della beffa, che qualcu- no definì una truffa, patita quattro anni fa quando nella votazione per i Mondiali del 2006 prevalse la Germania con l'astensione molto sospetta del membro neozelandese. Inoltre c'era da rispettare la figura di Mandela, arrivato a Zurigo insieme all'arcivescovo Desmond Tutu e l'ex presidente afrikaner, De Klerk: si poteva ignorare la forza simbolica di tre premi Nobel per la pace? Mandela ha seguito da vicino l'evoluzione sudafricana del calcio, lo sport dei ghetti e dei neri, mentre cricket e rugby deliziavano le élites bianche: fu lui infatti, fresco Capo dello Stato, ad abbracciare i «Bafana Baifana», i ragazzi che vinsero nel '96 la Coppa d'Africa organizzata per la prima volta nel Paese. Ieri, mentre in tutte le città e nei ghetti si scatenavano i festeggiamenti per la designazione, il vecchio leader ha dichiarato di sentirsi «ringiovanito come un uomo di 50 anni»: è stata una grande emozione per chi, dodici anni fa, stava ancora rinchiuso nel carcere di massima sicurezza a Robben Island, dove il calcio era l'unico sport permesso ai detenuti. «Mandela è una leggenda vivente della democrazia e delTantidiscriminazione», ha detto Blatter. «Da 28 anni la Fifa prende posizione contro il razzismo - ha risposto il premio Nobel, ricordando che il calcio fu il primo sport a bandire il Sudafrica dalle manifestazioni intemazionali, come condanna per i fatti di Soweto del '76 -. Il nostro passato è doloroso ma anche durante gli anni difficili il calcio ha rappresentato un fattore di unione nel nostro paese. Adesso dobbiamo lavorare con umiltà, senza arroganza». Si giocherà in 13 stadi di 11 città, tre sono già pronti, cinque da costruire, gli altri vanno migliorati. Le infrastrutture sono adeguate, gli organizzatori prevedono un investimento di 329 milioni di dollari che è bassissimo a confronto dei benefici per l'occupazione e degli introiti che arriveranno con la Coppa. Rimane il problema della sicurezza in uno degli stati con il più alto tasso di criminalità nel mondo. Ma ci sono sei anni per lavorarci. E poi esiste oggi un Paese dove sentirsi sicuri? 50 MILA CLUB DI CALCIO, UN MILIONE DI TESSERATI m Federazione calcistica fondata nel 1892, affiliatila Fifa dal 1952, esclusa nel 1976, poi riammessa nel 1992 alla fine dèjl'apartheid. m Numero di società calcistiche: 51.944 " Numero tesserati: 1.039.880 ■ Albo d'oro: 1 Coppa d'Africa (1996) 2 partecipazioni ai Mondiali (1998 e 2002, eliminazione al primo turno) 1 partecipazione ai Giochi olimpici (2000, eliminazione al primo tufno) * Principali stadi: FNBStadium- (Johannesburg, 78.000 posti) ' Ellis Park (Johannesburg, 68.000\ Johannesburg Stadium \ (Johannesburg, 50.000) Newlands Stadium (Città del Capo, 45.000) Absa Stadium (Durban, 52.000) Telkom Park (Pori Elizabeth, 40.000) Loftus Stadium (Pretoria, 45.000) m Principali manifestazioni sportive organizzate nel Paese: Mondiale di rugby (1995), Giochi africani (1999), Mondiali di atletica (1999), Mondiale di cricket (2003) o Popolazione: 44 milioni di abitanti o Superficie: 1,22 milioni di kmq (quasi quattro volte l'Italia), o Capitale: Pretoria o Città principali: Johannesburg (6 milioni di abitanti) Città del Capo (3 milioni) Port Elizabeth (1,5 Pretoria (1 milione) Bloemfontein (500.000) NAMIBIA ì U V BOTSWANA Z /^-— PRETORIA i . JOHANNESBURG SW^ZILAND ■vi/; . - ^g'h.. ' ■■■'; /r;W Viteltom \ \ 'Sprin^jok Kimfaerley» BLOEMFONTEIN Victoria West LESOTHO J 'DURBAN CaMnia SU ^JCAPÉTOWN D AFRICA PORTST.JOHNS n ^^f RPORT ELIZABETH E'ifgiomo del trionfo per Nelson Mandela che aveva perso il torneo del 2006 per un solo voto Un riconoscimento alla passione popolare più forte di tutti gli interessi degli sponsor Si giocherà in 13 stadi di11 città, tre sono già pronti, 5 da costruire gli altri vanno migliorati Previsti investimenti per 329 milioni di dollari con un ottimo ritorno Emozlone e commozione: per I ragazzi del Sudafrica il sogno dei Mondiali di calcio a lungo inseguito si avvera