E' santo il «facchino di Dio»
E' santo il «facchino di Dio» CINQUANTAMILA FEDELI ATTESI IN VATICANO PER LA CANONIZZAZIONE E' santo il «facchino di Dio» Don Orione, il contadino allievo di Don Bosco Marco Tosarti CIHA DEL VATICANO Oggi sarà santo don Orione, e con lui un suo «amico», il beato Annibale di Francia, che al «facchino di Dio», come si definiva il sacerdote piemontese, fu vicino in momenti difficili. In piazza San Pietro saranno in cinquantamila i fedeli e 150 volontari del servizio d'ordine. Insieme a loro verranno canonizzati da Giovanni Paolo II questa mattina in San Pietro altre quattro figure straordinarie: Gianna Beretta Molla, morta nel 1962 perchè preferì la vita del bambino che portava in grembo alla propria; Nimatullah Al-Hardini, un monaco maronita deirSGO, venerato dai cattohei libanesi come potrebbe esserlo padre Pio da noi; Josep Manyanet y Vives, un sacerdote spagnolo di Lleida, amico di Gaudi (gli suggerì di progettare "La Sagrada Familia"); per sedici anni ebbe la piaga di Cristo sul costato; Paola Elisabetta Cerioli, una nobildonna lombarda, che rimasta vedova all'età di 39 anni aprì il suo palazzo alle x-agazze abbandonate della campagna. Con questa cerimonia, la cinquantunesima del regno. Papa Wojtyla porta a 482 il numero dei santi elevati da lui personalmente, su un totale complessivo di 784. Don Luigi Orione, una figura che silenziosamente giocò ruoli diversi e importanti nella storia della Chiesa e del paese, nacque a Pontecurone (Alessandria) nel 1872 da una famiglia povera. Aiutò la madre nel lavoro dei campi, e il padre nella dura fatica del selciatore di strade. La sua vocazione si manifestò nella prima adolescenza, quando fu accolto come aspirante francescano a Voghera, e poi a Torino, dove divenne alunno di Don Bosco, e gli fu accanto fino all'ultimo. Nel 1908 era a Messina, mandato dal Papa, per occuparsi della ricostruzione dopo il terremoto; incontrò forti difficoltà, anzi di più; i suoi nemici giunsero fino a farlo infettare con la sifilide dal barbiere, per screditarlo. Un gesto infame,accompagnato da un'opera di diffamazione, chiarita solo con la confessione, per iscritto degli autori del complotto, ormai prossimi a morire. Ma questo singolare «folle di Dio» si trovò mescolato alle vicende più complesse del suo secolo. Dialogò con i «modernisti», e in particolare con Bonaiuti, per cercare di ricomporre le divergenze con la Chiesa; fra il 1923 e il 1933 fu chiamato, in tutta riservatezza, da papa Pio XI e dal Segretario di Stato, Gasparri, a farsi un'idea del «fenomeno padre Pio», che sta¬ va subendo una delle numerose persecuzioni della sua vita. Mediò, sempre riservatamente, fra la Santa Sede e Palazzo Venezia per scioghere alcuni nodi difficili del Concordato; e oltre a tutto questo fondava case, aiutava i poveri e i ragazzi, si spendeva nel soccorso dei terremotati, come in Marsica, nell 915, quando incontrò Ignazio Silone, che lo descrisse «un prete strano», e non lo abbandonò più. A un figlio spirituale di don Orione, don Giovanni D'Ercole, Silone ha detto: «La mia vita è stata piena di avventure, di dubbi, e questi non diminuiscono. Però, se esiste una cielo,il Paradiso, di una cosa sono certo: lì c'è don Orione che mi aspetta. E anche lì interverrà per me». A Messina don Orione, il prete plebeo, incontrò padre Annibale Maria Di Francia, fondatore dei Rogazionisti del Cuore di Gesù, di origine nobile. A dispetto della differenza di età (21 anni) fra i due si creò una grande sintonia, destinata a durare tutta la vita. E forse non è casuale che don Luigi e padre Annibale concludano insieme il cammino di riconoscimento della loro santità. Gianna Beretta Molla morta nel 1952, è una figura che ha fatto discutere. Oltre a essere la prima santa sposata dell'era moderna, è divenuta un emblema del movimento antiabortista. Medico pediatra, madre di tre figli, appassionata d'alpinismo, Gianna Beretta Molla scoprì al secondo mese della quarta gravidanza di avere un fibroma all' utero. Prima del necessario intervento, pur sapendo il rischio che avrebbe comportato la prosecuzione della gravidanza, chiese al chirurgo eh salvare la vita di suo figho. «Se dovete decidere fra me e il bimbo, nessuna esitazione: scegliete - e lo esigo - il bimbo. Salvate lui». Il 21 aprile 1962 diede alla luce Gianna Emanuela (che sarà presente in piazza san Pietro insieme al padre e ai fratelli). Pochi giorni dopo, nonostante tutti gli sforzi e le cure, morì santamente. Aveva 39 anni. I suoi funerali furono una grande manifestazione unanime di commozione profonda, di fede e di preghiera. Fu beatificata da Giovanni Paolo H il 24 aprile 1994. La solenne cerimonia si preannuncia affollatissima e densa di presenze «vip». Sono previsti Rognoni, La Loggia, Formigoni, Letta, Albertini, Andreotti, Casini e il presidente del Libano Lahoud. Due suore con un'immagine di don Luigi Orione
Luoghi citati: Alessandria, Francia, Libano, Messina, Pontecurone, Torino, Venezia, Voghera
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