Sprint da brivido, vince Petacchi di Giorgio Viberti

Sprint da brivido, vince Petacchi PER L'ESTONE AUG UNA ROVINOSA CADUTA: SI FRATTURA IL BACINO, LA CLAVICOLA E UN DITO. SIMONI E' SEMPRE IN MAGLIA ROSA Sprint da brivido, vince Petacchi Cipollini: «Basta arrivi decisi dagli sponsor» Giorgio Viberti inviato a VALMONTONE Dopo la battuta d'arresto nella volata di giovedì a Spoleto vinta dall'australiano McEwen, la sesta tappa del Giro ha riportato sul trono dello sprint Alessandro Petacchi, più forte anche della pioggia battente. Sul rettilineo conclusivo di Valmontone ha preceduto il tedesco Pollack, l'argentino Barrajo, Mazzoleni, il lettone Nauduzs, l'americano Rodriguez e l'estone Aug. Ancora una volta, però, la tappa ha avuto un epilogo drammatico: Aug, subito dopo il traguardo, ha infatti toccato con la ruota anteriore della bici quella posteriore di Nauduzs, suo compagno di squadra nella Domina Vacanze, schiantandosi ai 60 orari contro le transenne e restando esanime al suolo. Soccorso, Aug è stato trasportato all' ospedale di Colleferro, dove la diagnosi ha purtroppo confermato la gravità delle sue condizioni: frattura del bacino (con necessità di un intervento chirurgico), della clavicola sinistra e del quinto dito della mano sinistra. Forse si ricorderà che proprio il corridore estone soltanto tre giorni fa era stato l'involontario artefice del pauroso ruzzolone del suo capitano Cipollini in seguito a un contatto dalla dinamica molto simile a quella di ieri. Una conferma che i meccanismi del treno Domina Vacanze non sono ancora perfetti, ma anche - almeno secondo Mario Cipollini - che certi arrivi in volata si sono rivelati molto pericolosi. Re Leone, ancora malconcio per la caduta di mercoledì e giunto ieri 163" con 9'42" di ritardo, ha infatti tuonato contro gli organizzatori, rei a suo parere di non tutelare la sicurezza dei corridori: «Finora in questo Giro non c'è stata nemmeno una volata vera - ha detto Cipollini -. Ai tempi di Saronni le tappe per i velocisti finivano su vialoni larghi e rettilinei, qui invece è tutto diverso. Nella prima tappa di Alba si è voluto compiacere lo sponsor, facendo arrivare la corsa davanti al suo stabilimento dopo un percorso cittadino stretto e pericoloso. Nella 4a tappa finita a Civitella il traguardo era posto 600 metri dopo una curva pericolosa e il giorno successivo il circuito conclusivo di Spoleto aveva ima strettoia a 700 metri dall'arrivo». Ma perché si scelgo- no strade così pericolose? «Per assecondare gli interessi di Comuni o Province, senza badare ai corridori. Poi i velocisti cadono e si fanno male: vorrà dire che gli sprint del Giro li faranno i sindaci, gli assessori e gli sponsor». In affetti anche ieri c'era un sottopasso non molto distante dal traguardo che è stato fatale a Ferrigato, caduto per fortuna senza conseguenze. E' anche vero, tuttavia, che nei quattro arrivi finora definiti «per velocisti» si sono imposti tre volte Petacchi e ima volta McEwen, ovvero due fra gli sprinter più forti del mondo. I fatti parrebbero quindi dar torto a Cipollini, come ha lasciato intendere Carmine Castellano, direttore del Giro e responsabile dei tracciati: «Spero che Cipollini si rimetta presto dall'incidente e tomi a parlare con le volate invece che lanciare critiche al via delle tappe». Re Leone ha trovato però solidarietà nel «velocista gentiluomo» Petacchi: «L'ho detto anch'io a Castellano che l'arrivo di Alba era pericoloso. Il fatto che abbia vinto io non significa nulla. L'anno scorso, nella tappa di San Dona dove Cipollini cadde e poi si ritirò dal Giro, c'era una curva ai 160 metri finah perché volevano l'arrivo davanti al Comune. Ma chi se ne frega del Municipio se non ci sono le necessarie garanzie di sicurezza per i corridori. Io per fortuna quest'almo ho un treno perfetto che mi tira le volate e un po' mi protegge, ma anche qui a Valmontone ho sperato che i miei compagni restassero in piedi sull'asfalto bagnato lungo quella strettoia a meno di 1 km dal traguardo. Nel ciclismo professionistico ci sono mille controlli medici, si parla tanto di tutela della salute e poi si mandano i corridori al macello in sprint spesso pericolosi. Cipollini ha ragione, ma non ci ascoltano». Una piccola vittoria per Re Leone, che però oggi potrebbe decidere di ritirarsi se passerà un'altra notte insonne per i dolori alla gamba e al braccio infortunati. Re Leone medita il ritiro Anche lo spezzino e lancia accuse: si unisce alla protesta : «Non c'è sicurezza «Si parla di controlli Le volate le facciano e poi si mandano i sindaci e gli assessori» i corridori al macello» Andrus Aug, compagno di squadra di Mario Cipollini, dolorante a terra

Luoghi citati: Alba, Spoleto, Valmontone