Prigionieri delle villette-truffa

Prigionieri delle villette-truffa VERCELLI: DOPO DUE PROCESSI LA RABBIA DEI SOCI DELLA COOPERATIVA ITALIA Prigionieri delle villette-truffa Costose, mal costruite, a rischio pignoramento il caso Roberta Martini LE case, trenta villette a schiera alla periferia di Vercelli, sono disposte a ferro di cavallo. Davanti una spruzzata di verde, un giardino minuto che accompagna ad ogni ingresso. Oltre la porta, famiglie di poliziotti e carabinieri: abitano in queste case da 13 anni, da 13 anni lottano con cancelli sempre rotti, infiltrazioni d'acqua, muri storti, piastrelle che si sfaldano. Un elenco di magagne infinito, com'è infinita la storia delle loro case, passata attraverso un aumento di costi iperbolico, due processi, con condanne per truffa, corruzione, malversazione ai danni dello Stato, e dal finale ancora più incerto. Nessuno lo immaginava quando, a metà degli Anni Ottanta, l'allora vicequestore di Vercelli, Domenico Privitera, sottopose a un gruppo di colleghi la possibilità di costruire alloggi a costi agevolati, in regime di edilizia economica popolare, formando una cooperativa tra appartenenti alle Forze armate. Le villette a schiera (oltre a Vercelli sarebbero sorte anche a Biella e Santhià) sarebbero costate 110 milioni l'ima, ogni socio della cooperativa avrebbe potuto ammortizzare il costo in 35 anni, versando 350 mila lire al mese. «All'epoca - ricorda uno dei soci era l'affitto di un piccolo appartamento. Un gruppo di persone aderì». Versarono 30 milioni e attesero la loro casa fiduciosi. Nell'estate del '91 cominciarono a occupare le villette. E cominciarono le sorprese. Il brigadiere Pietro Piredda racconta, due anni fa, in Tribunale : «Q primo giorno in cui accesi l'impianto di riscaldamento, la casa si allagò. C'era un tubo rotto nel muro». Si scoprirà poi che le caldaie appena installate sono fuori produzione da dieci anni, che l'impianto fognario è intasato, che accendendo un camino si aprono letteralmente le pareti della camera da letto. La case non sono gran che, ma a Roma vengono fatte richieste di nuovi finanziamenti per costruire: le villette arrivano a costare esattamente il doppio. E a Vercelli, ma anche a Biella e Santhià, c'è chi ha iniziato a insospettirsi. Dove va tutto questo denaro? Sicuramente altrove. D doppio processo spiegherà come tra vicequestore e presidente della Cooperativa (che però si prepara al ricorso in Cassazione), società costruttrici degh alloggi, alcuni funzionai! ministeriali e del Provveditorato alle Opere pubbliche di Torino, i legami siano strettissimi e d'interesse. Nessuno rileva anomalie, il denaro viene erogato. La sentenza, in primo grado a Vercelli, in appello a Torino, pochi giorni fa, parla di tre condanne e di altri reati prescritti. Parla anche di primi risarcimenti, per la stessa cooperativa, passata nel frattempo attraverso diversi commissari, e per i soci. Ma a chi chiederli, visto che i tre condannati oggi risultano nullatenenti? Chi chiede invece è l'Inpdap, per conto del ministero del Tesoro, che ai tempi del processo, pur essendo lo Stato il maggiore danneggiato, è rimasto dietro le quinte. E chiede ai soci: il vecchio mutuo da 350 mila lire mensili, nel '96 sale a 1 milione e 570 mila lire. Una somma impensabile per chi guadagna due milioni al mese. I soci versano le prime rate (chi nessuna) e poi bloccano il pagamento per protesta. Possibile che non si tenga conto del processo, del fatto che le perizie in Tribunale dimezzino il valore delle case, tra l'altro ancora senza collaudo? Offrono, come controproposta, mezzo milione al mese. L'Inpdap non accetta e segue la procedura che porta, oggi, alla richiesta di pignoramento degli alloggi, una causa aperta davanti ai giudici di Vercelli e di Biella. Intanto il ministero dei Lavori pubblici dichiara fallita la cooperativa, una procedura che renderebbe gli alloggi non pignorabili e ne affida le sorti all'ex Istituto Case popolari. Carabinieri e poliziotti s'interrogano: che cosa succederà alle case, da cui non possono andarsene perchè hanno impegnato quasi tutto il loro denaro nella costruzione e nelle migliorie per renderle abitabili? Le villette a schiera, alla periferia di Vercelli, in cui vivono una trentina di famiglie di appartenenti alla Forze armate

Persone citate: Domenico Privitera, Italia Prigionieri, Pietro Piredda, Roberta Martini